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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Rianimazione cardio-polmonare: ecco le “misure giuste”

di Marilynn Larkin
immagine 27 agosto - Una combinazione di 107 compressioni al minuto a una profondità di 4,7 cm costituirebbe il target ottimale per la rianimazione cardiopolmonare. È quanto emerge da uno studio dello University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas, pubblicato da JAMA Cardiology
(Reuters Health)Paul Pepe e colleghi, dello University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas, hanno cercato di individuare la velocità di compressione toracica (CCR) e la profondità di compressione toracica (CCD) ideali associate alla massima probabilità di sopravvivenza funzionalmente favorevole (scala di Rankin modificata), dopo un arresto cardiaco extra-ospedaliero.
 
Il campione di studio ha incluso 3.643 pazienti (età media, 67,5 anni; 64,4% di sesso maschile) che avevano avuto un arresto cardiaco extra-ospedaliero e per cui erano stati simultaneamente registrate velocità di compressione toracica e profondità di compressione toracica durante uno studio clinico degli US National Institutes of Health su un dispositivo.

La combinazione ottimale CCR-CCD era rappresentata da 107 compressioni al minuto a una profondità di 4,7 cm. Quando la rianimazione cardio-polmonare veniva eseguita entro il 20% di questi valori, la probabilità di sopravvivenza era significativamente più elevata (6,0% vs 4,3% al di fuori di tale range; odds ratio, 1,44).

La combinazione ottimale CCR-CCD è rimasta analoga a prescindere da ritmo cardiaco, età, sesso o dall’uso di un particolare dispositivo aggiuntivo per la rianimazione cardio-polmonare.

Fonte: JAMA Cardiology 2019
Marilynn Larkin
 
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
27 agosto 2019
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