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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Malattie sessualmente trasmesse. Morrone (S.Gallicano): In Italia 30% casi in più in un anno

immagine 20 gennaio - L'anno passato 5300 casi, 1300 in più rispettoi alla precedente rilevazione. Il direttore scientifico Istituto IRCCS ‘San Gallicano’ di Roma: “Segnalazioni in aumento in Italia, anche a causa del nuovo fenomeno ‘chemsex’. Serve un deciso cambio di passo: azione straordinaria di contrasto, modernizzare offerta assistenziale centri, puntare su ricerca e vaccini”
“Nel nostro Paese, nell’ultimo decennio le segnalazioni medie di infezioni sessualmente trasmissibili sono aumentate fino a 5300 annue, rispetto alle 4000 di quello precedente. L’incremento ha riguardato soprattutto la sifilide, passata dagli 80 casi annui prima del 2000 ai 420 dopo il 2000, e i condilomi acuminati, passati dai 1.500 casi annui fino al 2007 ai 3.000 tra il 2008 e il 2016”. È quanto sottolinea il prof. Aldo Morrone, direttore scientifico dell’istituto IRCCS “San Gallicano” di Roma.
 
“Questi aumenti – ha sottolineato Morrone - sono sostenuti da fenomeni nuovi di amplificazione della frequenza dei rapporti e dei partner occasionali, come il ‘chemsex’, cioè l’assunzione di droghe per aumentare l’attività sessuale, e l’uso di app per incontri sessuali di gruppo, in particolare tra i giovanissimi”.
 
Azione di contrasto. Per il dermatologo, esperto di malattie tropicali, “serve un deciso cambio di passo, Sono necessarie azioni, anche straordinarie, per contrastare l’aumento delle incidenze e per modernizzare l’offerta assistenziale dei centri per le malattie sessualmente trasmissibili, oggi obsoleta alla luce delle nuove necessità cliniche ed epidemiologiche. Inoltre, è prioritario migliorare la ricerca di base sui vaccini e la copertura del solo disponibile (anti-HPV) nelle popolazioni target, prevedendone un allargamento nazionale agli uomini che hanno rapporti sessuali con gli uomini. Infine, queste malattie continuano a soffrire di una crisi scientifica e assistenziale, purtroppo anche nell’ambito dermatologico. Questo – ha concluso Morrone - contrasta con le necessità di salute pubblica e con la possibilità di influenzare le scelte del legislatore in tale area”.
20 gennaio 2020
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