“Nel nostro Paese, nell’ultimo decennio le segnalazioni medie di infezioni sessualmente trasmissibili sono aumentate fino a 5300 annue, rispetto alle 4000 di quello precedente. L’incremento ha riguardato soprattutto la sifilide, passata dagli 80 casi annui prima del 2000 ai 420 dopo il 2000, e i condilomi acuminati, passati dai 1.500 casi annui fino al 2007 ai 3.000 tra il 2008 e il 2016”. È quanto sottolinea il prof.
Aldo Morrone, direttore scientifico dell’istituto IRCCS “San Gallicano” di Roma.
“Questi aumenti – ha sottolineato Morrone - sono sostenuti da fenomeni nuovi di amplificazione della frequenza dei rapporti e dei partner occasionali, come il ‘chemsex’, cioè l’assunzione di droghe per aumentare l’attività sessuale, e l’uso di app per incontri sessuali di gruppo, in particolare tra i giovanissimi”.
Azione di contrasto. Per il dermatologo, esperto di malattie tropicali, “serve un deciso cambio di passo, Sono necessarie azioni, anche straordinarie, per contrastare l’aumento delle incidenze e per modernizzare l’offerta assistenziale dei centri per le malattie sessualmente trasmissibili, oggi obsoleta alla luce delle nuove necessità cliniche ed epidemiologiche. Inoltre, è prioritario migliorare la ricerca di base sui vaccini e la copertura del solo disponibile (anti-HPV) nelle popolazioni target, prevedendone un allargamento nazionale agli uomini che hanno rapporti sessuali con gli uomini. Infine, queste malattie continuano a soffrire di una crisi scientifica e assistenziale, purtroppo anche nell’ambito dermatologico. Questo – ha concluso Morrone - contrasta con le necessità di salute pubblica e con la possibilità di influenzare le scelte del legislatore in tale area”.