(Reuters Health) – Dopo aver analizzato i dati relativi a oltre 165.000 pazienti con tumore del colon-retto diagnosticati tra il 2000 e il 2015, un gruppo di ricercatori USA – guidati da
Jordan Karlitz, professore associato presso la School of Medicine della Tulane University di New Orleans e gastroenterologo dello staff del Veterans Health Care System del sud-est della Louisiana – ha rilevato che quasi il 93% dei tumori non era più in situ.
Contrariamente agli studi precedenti che raggruppavano i pazienti in blocchi di età pluriennali, come 45-50, il nuovo lavoro ha esaminato i casi di cancro diagnosticati con incrementi di età di un anno. Con questo tipo di esame dettagliato, i ricercatori sono giunti alla conclusione di consigliare di iniziare lo screening prima dei 50 anni. “La maggior parte dei tumori del colon-retto impiega diversi anni per crescere – afferma Karlitz - Quello che osserviamo nei cinquantenni è iniziato prima, probabilmente tra i 45 e i 49 anni, ma non è stato diagnosticato”.
Karlitz e colleghi hanno fatto riferimento al database Surveillance, Epidemiology e End Results, che rappresenta il 28% della popolazione degli Stati Uniti.
Su un totale di 9.474 tumori rilevati in cinquantenni, 8.799 erano invasivi. Karlitz ha osservato che il tasso di tumori del colon-retto nelle persone di età inferiore ai 45 anni è in aumento. “Quindi un importante messaggio da portare a casa è che anche se sei davvero giovane, tra i 20 e i 30 anni, dovresti ottenere una valutazione tempestiva e approfondita se hai una storia familiare o inizi ad avere sintomi”, ha detto, aggiungendo che i sintomi rivelatori possono includere un cambiamento nelle abitudini intestinali, sanguinamento rettale e disagio addominale.
Le conclusioni
“Il nuovo studio, insieme ad altre recenti ricerche, supporta l’abbassamento dell’età di screening da 50 a 45 anni”, osserva
Otis Brawley, professore di oncologia ed epidemiologia alla Johns Hopkins Medicine di Baltimora. Un altro problema è rappresentato da quali test di screening dovrebbero essere usati. “La maggior parte di chi si sottopone a screening non lo abbina alla colonscopia”, aggiunge Brawley. “Un’alternativa è il test immunochimico fecale”.
Un’altra opzione, ribadisce l’oncologo, è la colonscopia virtuale, che viene eseguita tramite una Tac. “Il nuovo studio è importante – conclude
Edward Chu, vicedirettore dell’Upmc Hillman Cancer Center e professore capo della divisione di ematologia e oncologia presso la University of Pittsburgh School of Medicine – Fornisce ulteriore supporto all’idea che iniziare lo screening a 45 anni sia la cosa giusta da fare. E non sarei sorpreso se l’età scendesse ancora di più”.
Fonte: JAMA Network Open
Linda Carroll
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)