(Reuters Health) – Ramin Mojtabai e colleghi, della Bloomberg School of Public Health di Baltimora hanno analizzato i dati del National Survey on Drug Use and Health, un sondaggio annuale trasversale su persone di età pari o superiore a 12 anni. Tra i 230.070 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni, 47.090 hanno ricevuto cure per la salute mentale. Di questi, il 57,5% era di sesso femminile, il 31,3% aveva un’età compresa tra 12 e 13 anni, il 35,8% aveva un’età compresa tra i 14 e i 15 anni e il 32,9% tra i 16 e i 17 anni.
Le cure sanitarie mentali sono aumentate tra le ragazze dal 22,8% al 25,4%, tra gli adolescenti bianchi non ispanici dal 20,4% al 22,7%, e tra chi possedeva un’assicurazione privata dal 19,4% al 21,2%.
I problemi di internalizzazione, compresi l’ideazione suicidaria e i sintomi depressivi, hanno rappresentato una percentuale crescente di richiesta di cure, passando dal 48,3% al 57,8%, mentre i problemi di esternalizzazione sono scesi dal 31,9% al 23,7%.
L’uso dei servizi ambulatoriali di salute mentale è aumentato dal 58,1% al 67,3%, mentre l’uso della consulenza scolastica è sceso dal 49,1% al 45,4%.
“La cosa più importante è la crescente sintomatologia interiorizzante per gli adolescenti – dice
Ariella Silver, direttrice della formazione psicologica presso il Mount Sinai Adolescent Healt Center di New York, non coinvolta nello studio – Sappiamo che il suicidio e i tentativi di suicidio sono in aumento. Dobbiamo prenderlo molto sul serio e anche capire che l’adolescenza è un periodo di sviluppo unico”.
Fonte: JAMA Psychiatry
Linda Carroll
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)