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QS Edizioni - venerdì 3 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Tumori addominali inoperabili? Non lo sono più, grazie a una tecnica Usa

immagine 2 maggio - La tecnica potrebbe sembrare radicale, ma funziona: bisogna rimuovere tutti gli organi dell’addome e ricostruire i vasi sanguigni artificialmente. I pazienti dichiarati inoperabili su cui è stata effettuata sono vivi e vegeti, e anche a distanza di 4 anni non hanno avuto ricadute.
I tumori addominali che hanno attaccato sia il tronco celiaco che l’arteria mesenterica superiore, sono di solito considerati operabili, quantomeno con le tecniche convenzionali: l’operazione causerebbe infatti necrosi degli organi cui questi vasi forniscono l’afflusso di sangue. Ma da oggi potrebbe non essere più così. Alcuni medici della Columbia University hanno infatti sviluppato una nuova tecnica che  permette ai chirurghi di rimuovere anche questo tipo di tumori. La tecnica, presentata sull’American Journal of Transplantation, prevede la rimozione completa degli organi e la ricostruzione dei vasi sanguigni con materiali sintetici biocompatibili.
 
 
Per dimostrare l’efficacia di questa tecnica, definita “ex vivo”, il team di medici capeggiato da Tomoaki Kato ha rimosso con successo da 3 pazienti neoplasie che avevano le caratteristiche descritte. Prima di tutto i chirurghi hanno rimosso tutti gli organi addominali, compreso il tumore. in questo periodo dunque i pazienti si trovavano senza buona parte dei loro organi, tenuti in vita dai macchinari. In seguito il tessuto malato veniva rimosso e le arterie ricostruite usando innesti vascolari sintetici, per poi reinserire in sicurezza tutti gli organi nell’addome, riconnettendo i vasi sanguigni e il tratto gastrointestinale. Tutti e tre i pazienti non solo sono oggi vivi, ma a distanza di 2-4 anni dall’intervento non presentano ricomparsa del tumore.
 
“Quando viene effettuata da un team multidisciplinare preparato, che abbia già effettuato trapianti multiviscerali, la nostra tecnica mostra di essere non solo possibile, ma anche molto efficace”, ha spiegato Kato. “Un metodo di questo genere potrebbe anche essere utile per i trapianti in alcuni tipi specifici di problemi oncologici, nonché – chiaramente – per molti di quei pazienti che hanno tumori precedentemente definiti inoperabili”.
 
 
Laura Berardi
2 maggio 2012
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