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QS Edizioni - sabato 4 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Il vaccino H1N1 (antinfluenzale) utile anche in gravidanza. Meno mortalità e meno prematuri 

immagine 24 maggio - La scoperta sull'American Journal of Public Health. Lo studio ha messo a confronto le gravidanze di donne vaccinate contro la pandemia del 2009 con altre donne non vaccinate. Nelle prime meno prematuri, meno sottosviluppo dei neonati e riduzione di un terzo del rischio di morte intrauterina. 
Da sempre sono considerate una delle categorie a rischio da vaccinare annualmente per l’influenza, ma finora non esistevano molte evidenze sul beneficio apportato alle donne in gravidanza dall’immunizzazione. Oggi uno studio condotto dall’Ottawa Hospital Research Institute, dal Cheo Research Institute e dall’Università di Ottawa dimostrano invece che vaccinarsi per l’H1N1 durante la gestazione non solo previene il contagio per la mamma, ma ha inattesi benefici anche per i bambini. In particolare, uno studio pubblicato sull’American Journal of Public Health dimostra come le donne che si immunizzano in gravidanza abbiano minori probabilità che si verifichi una morte intrauterina, un parto pretermine o che i bambini siano troppo piccoli al momento della nascita.
 
Per giungere a questa conclusione i ricercatori canadesi hanno analizzato i dati del database Born, che racchiude tutta la documentazione che riguarda i bambini nati in Ontario: in particolare gli scienziati hanno scelto di limitare la ricerca ai 55.570 parti non gemellari che hanno avuto luogo durante la stagione pandemica tra novembre 2009 e aprile 2010. Di queste future mamme il 43% aveva scelto di vaccinarsi, il che rende il campione consistente. I dati sono anche stati corretti con le informazioni registrate nello stesso database rispetto al vizio del fumo, all’educazione e al salario delle mamme.
Lo studio che ne è risultato ha dimostrato come le donne che si erano sottoposte a vaccino avevano il 34% in meno di probabilità di andare incontro ad una morte intrauterina, nel 28% in meno dei casi avevano parti pretermine (precedenti alla 32esima settimana di gestazione) e presentavano il 19% di possibilità in meno di dare alla luce figli che presentassero un peso di un terzo più basso rispetto alla media dell’età gestazionale. “Sono tutti risultati significativi, ma quelli più interessanti sono quelli che riguardano le morti intrauterine”, ha spiegato Deshayne Fell, epidemiologo e primo autore dello studio. “Si tratta di un terzo di casi in meno, ed avere un risultato così evidente è un evento raro”.
Lo studio, inoltre, dimostrava come non ci fossero eventi avversi dovuti all’immunizzazione sia per le mamme che per i loro bambini prima e dopo la gravidanza. “Le donne incinte sono giustamente molto attente a quello che ingeriscono o alle sostanze che portano a contatto con il proprio organismo e dunque con quello del loro bimbo”, ha ditto Mark Walker, coordinatore dello studio, ostetrico all’ospedale di Ottawa e ricercatore nell’ateneo canadese. “Uno studio di questo genere ci permette di rassicurarle rispetto a possibili rischi: se una ricerca così ampia dimostra che non ci sono risultati avversi allora possiamo consigliare il vaccino influenzale in gravidanza con la massima tranquillità”.
24 maggio 2012
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