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QS Edizioni - martedì 7 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Vaccini Covid. Magrini (Aifa): “Verosimilmente dovremmo ripeterli il prossimo anno”

immagine 4 giugno - La questione, spiega il direttore generale dell’Aifa, dipenderà dalle varianti. “Verosimilmente ci dovremo vaccinare di nuovo, se ci daranno preoccupazione”. Ma non si tratterà di una terza dose: “Sono in corso di sviluppo vaccini di seconda generazione attivi contro le varianti, per la massima protezione”. Quanto all’attuale questione del richiamo con un vaccino diverso da quello della prima dose, l’Aifa si pronuncerà nei prossimi giorni: “Attendiamo la pubblicazione degli studi”.
La campagna vaccinale anti Covid finirà con i richiami dei prossimi mesi oppure dovremmo vaccinarci anche il prossimo anno? “Verosimilmente sì, dovremmo vaccinarci anche il prossimo anno se le varianti ci daranno preoccupazione”. A dirlo è stato oggi il Direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, ai microfoni di “24 Mattino” su Radio24.

Magrini ha spiegato che “sono in corso di sviluppo vaccini di seconda generazione per il prossimo inverno che saranno in grado di coprire, anche con un semplice richiamo, queste varianti. Non si tratterà, dunque, di una terza dose, ma di ulteriori vaccini attivi contro le varianti, per la massima protezione”, ha precisato il direttore dell’Aifa. Quanto al fatto se questi ulteriori vaccini dovranno essere somministrati a tutta la popolazione o solo alle categorie più a rischio, “sarà da vedere”.

Per Magrini, però, sul fronte della varianti sarà importante agire a livello internazionale. “C’è una visione complessa, che riguarderà anche il G20 e nuovi trattati internazionali, per vaccinare il sud del mondo e fermare le varianti”, ha detto.

Quanto all’attuale discussione sulla possibilità di effettuare i richiami dell’attuale campagna vaccinale con vaccini diversi rispetto a quelli somministrati per la prima dose, Magrini ha spiegato che l’Aifa si pronuncerà nei prossimi giorni. “Non lo abbiamo ancora fatto perché di solito aspettiamo pubblicazione degli studi, non solo la prima comunicazione”. Il Direttore dell’Aifa ha poi spiegato che la scelta di confermare il vaccino Astrazeneca anche per la seconda dose è stata presa sulla base dei dati disponibili in quel momento, e “a fronte di una netta minore incidenza di effetti rarissimi, si è voluta mantenere la fiducia su questo vaccino”. Oggi, però, il cross vaccinale sembra una strada “possibile”.
 
I due studi a riguardo, inglese e spagnolo, ha riferito il Direttore generale dell'Aifa, “non hanno dato gli stessi risultati, in quanto uno ha mostrato più effetti indesiderati”, ma entrambi hanno confermato una risposta anticorpale “eccellente”. Per Magrini comunque la questione è ancora in “processo”. “Cambiare strategie genera sempre qualche insicurezza e titubanza”, ha osservato, spiegano che, anche considerato questo aspetto, “mantenere seconda dose Astrazeneca era una scelta che mirava ad aumentare la confidenza e la fiducia dei cittadini” nella vaccinazione.

Il Direttore dell’Aifa ha poi fatto il punto sulla vaccinazione degli under15 e sulle motivazioni che dovrebbero indurre anche i più giovani a sottoporsi al vaccino. “Non sono la categoria prioritaria, ma anche in questa fascia ci sono adolescenti deboli, affetti da patologie, che vanno certamente trattati. Quindi è sicuramente una buona notizia sapere che questi vaccini sono efficaci anche in queste fasce di età”.

Per Magrini anche i giovani non fragili dovrebbero però vaccinarsi senza tentennamenti. “Vaccinare i giovani rappresenta un ulteriore tassello per la copertura di massa. E parliamo di un vaccino sicuro, che ha azzerato i casi”. Il direttore generale dell’Aifa ha però voluto sottolineare come la scelta di vaccinarsi dovrebbe essere compiuta in modo convinto dai giovani per “loro stessi”. Perché se è vero che “gli adolescenti si sono dimostrati robusti e sicuri davanti alla patologia”, attraverso il vaccino la malattia viene “evitata”. È un atto che "va visto in senso di rassicurazione per la loro salute”. Un atto che  devono fare “per loro stessi, come hanno fatto, credo e spero, con le altre vaccinazioni”.
4 giugno 2021
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