Il vaccino contro il Covid di Pfizer resta stabile anche in siringe monodose e non solo in fiale multidose che richiedono condizioni di conservazione e trasporto molto precise per non perdere efficacia. Lo ha stabilito uno studio di un gruppo di ricerca dell'Università Statale di Milano appena pubblicato su
Pharmaceutics.
Il gruppo di lavoro dell'Università degli Studi di Milano guidato da
Paola Minghetti del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, in collaborazione con
Loris Rizzello e
Patrizia Procacci del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, si è attivato fin dall'avvio della campagna vaccinale per studiare la stabilità del vaccino Comirnaty in siringhe pre-allestite, verificando l'impatto dei materiali, delle condizioni di conservazione (2-8 C, 25 C) e di trasporto delle stesse (30 km). E lo studio è stato possibile grazie alla collaborazione con Regione Lombardia che ha concesso l'utilizzo del "left-overs" (ovvero dell'avanzo) di vaccino non somministrabile.
"I risultati ottenuti - spiega Paola Minghetti - hanno permesso di dimostrare che, nelle condizioni di uso oggetto di studio, le nanoparticelle lipidiche non subiscono significative variazioni in numero e dimensioni e che mRna rimane integro. In altre parole, la mancanza di segni di aggregazione delle nanoparticelle e/o degradazione del mRna hanno dimostrato la stabilita' del vaccino in siringhe monodose che possono quindi, essere preparate in sicurezza nelle farmacie prima di essere distribuite al personale che effettuera' la somministrazione anche a domicilio del paziente".
La possibilità di pre-allestire le dosi di vaccino in siringhe monodose risulta infatti di fondamentale importanza per facilitare il lavoro degli operatori sanitari all'interno degli hub vaccinali e di quelli impegnati sul territorio, come i medici medicina generale e i farmacisti.