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QS Edizioni - venerdì 17 maggio 2024

Mandelli (Fofi): “Centrale il ruolo del farmacista per identificare e gestire il dolore"

29 giugno - Andrea Mandelli, presidente della Fofi, risponde ad alcune domande sul ruolo dei farmacisti nella gestione del dolore.

Qual è il ruolo del farmacista nello scenario del dolore in Italia?
E’ il ruolo che gli deriva dall’essere il professionista della salute più facilmente raggiungibile sul territorio, il primo cui spesso si rivolge il cittadino che sperimenta una sofferenza e, altrettanto spesso, in una fase in cui il medico non è ancora, per così dire, entrato in scena. Questo comporta la prima responsabilità di saper cogliere se la situazione può essere gestita con i mezzi dell’automedicazione oppure richieda un immediato intervento del medico. Ma non è solo questo: una volta che sia stato instaurato il percorso terapeutico da parte del medico, il farmacista non può e non deve dimenticare che è suo compito rafforzare le indicazioni del medico, accertarsi che il paziente o il familiare abbiano compreso come usare correttamente gli analgesici prescritti e valutare se vi sia il rischio di interazioni con farmaci che il paziente assume autonomamente, a cominciare dagli OTC, senza averne informato il medico. C’è poi l’aspetto della farmacovigilanza, che non va mai trascurato ma che, in questo caso, assume un’importanza ancora maggiore. Insomma, tutte le funzioni che il farmacista esercita al momento della dispensazione, sempre fondamentali, assumono nel trattamento del dolore un valore ancora superiore, sempre e comunque in uno schema di stretta collaborazione con il medico curante. Anche alla luce della Legge 38, che ha modificato la normativa in modo da permettere al farmacista di intervenire direttamente sulle anomalie formali delle prescrizioni di oppiacei, in modo da evitare al paziente di doversi far ripetere la prescrizione dal medico.

L’appropriatezza terapeutica passa quindi anche attraverso un appropriato consiglio in farmacia. Ce ne vuole parlare?
Oggi, possiamo dire fortunatamente, anche per le manifestazioni dolorose trattabili in automedicazione esistono molte opzioni terapeutiche, ognuna delle quali però presenta indicazioni differenti. E’ un errore pensare che per i dolori mestruali o un’artralgia lieve si possa usare sempre e comunque lo stesso medicinale. Quindi il primo compito del farmacista è suggerire il medicinale da banco più adatto e nel dosaggio più adatto. Poi, come accennavo prima, c’è il capitolo delle interazioni non soltanto con altri farmaci etici e da automedicazione, ma anche con bevande, con alimenti. Un aspetto che spesso il cittadino è portato a sottovalutare, ma che la letteratura ci dimostra essere sempre più importante, in particolare negli anziani, dove la poliprescrizione, spesso operata da più medici diversi (il generalista, lo specialista), è frequentissima.

La formazione dei farmacisti è una chiave importante per garantire l’appropriatezza del consiglio in farmacia?
E’ un aspetto fondamentale, sul quale la Federazione degli Ordini dei Farmacisti si è impegnata moltissimo. In particolare, il nostro programma di formazione a distanza Pharmafad.it, che ogni anno conta 20.000 partecipanti, da sempre dedica ampio spazio alle tematiche del dolore. Non soltanto sul piano normativo, comunque fondamentale per la sicurezza della dispensazione, ma su quello scientifico. Le novità in campo terapeutico, in questo settore, vanno di pari passo con quelle sul piano epidemiologico, per non parlare degli studi post-marketing, che sempre più di frequente trovano nuovi posizionamenti nelle strategie terapeutiche. Ma soprattutto, la formazione è fondamentale per rafforzare la giusta consapevolezza che il dolore è un aspetto centrale nella cura del paziente e va affrontato in modo mirato. E la nostra attività si è sempre ispirata a questo principio.
 
29 giugno 2012
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