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QS Edizioni - domenica 19 maggio 2024

Studi e Analisi

Tutti intorno al tavolo col Governo Meloni per firmare un accordo sulla sostenibilità del Ssn. Ed ecco quello che ci scriverei

di Ivan Cavicchi
immagine 12 giugno - Ritenere di poter fare a meno di un accordo sulla sostenibilità, quindi di poter risolvere le criticità della sanità pubblica lasciando intatte tutte le contraddizioni sul campo, senza toccare le controriforme che hanno deviato il cammino della 833, quindi lasciando le aziende, la privatizzazione, l’integrazione pubblico privato, gli sgravi fiscali al privato, puntando sostanzialmente le proprie carte sul rifinanziamento di quello che c’è, è una pura follia e un gigantesco inganno politico per il paese a causa del quale esso purtroppo regredirà diventando di fatto un paese moralmente e socialmente povero

Si immagini…

sulla questione della sanità di unificare in un solo fronte tutta l’opposizione al governo (sindacati, partiti, associazioni varie, soggetti intellettuali diversi).

Che, il problema antico del “riformista che non c’è”, sia stato, per mezzo di un intenso confronto sui contenuti, quasi del tutto superato e che esista finalmente un nuovo pensiero riformatore quindi libero di pensare oggi nelle complessità date ciò che è meglio e ciò che serve alla sanità ai cittadini e al paese per inverare fino in fondo l’art 32 della Costituzione.

E poi di far derivare la tutela dei tanti interessi in campo (persino quelli più corporativi) dai primari interessi delle persone.

Si immagini, a questo punto, di avere un incontro con il governo Meloni e di presentargli una piattaforma...

Dopo un preliminare confronto sui presupposti politici di partenza le parti concordando quanto segue:

  • di restituire all’art 32 della Costituzione il suo carattere di diritto fondamentale considerandolo non più un diritto potestativo che per questo dipende in subordine da interessi diversi , ma neanche come un diritto metafisico cioè assoluto che non tiene conto dei contesti in cui esso deve essere agito e attuato
  • di definire il diritto alla salute quindi come un “meta-valore” e come un “diritto compossibile” la cui attuazione avviene rimuovendo le contraddizioni che si frappongono tra di esso e principalmente e l’economia
  • di confermare l’istituzione del “servizio sanitario nazionale pubblico” (SSNP)affidandogli secondo quanto previsto dalla legge 833 il monopolio della cura intesa in senso esteso
  • di considerare la sanità come un “mondo a molti mondi” quindi come una costellazione di strategie diverse (di salute e di cura) da tenere in equilibrio con strumenti programmatori sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista della salute e della cura delle malattie

Accordo programmatico sulla sostenibilità
Le parti convengono sul fatto che, oggi in sanità , dopo più di 40 anni di discutibili politiche sanitare esistono importanti sbilanciamenti che sarebbe irresponsabile ignorare.

Allo scopo di recuperare tali sbilanciamenti si concorda :

  • di definire la sostenibilità del SSNP come l’equilibrio programmato tra diverse strategie e più precisamente tra diritti e risorse, economia e sanità, salute e cura (intendendo cura in senso esteso quindi riabilitazione compreso)
  • di sottoscrivere un accordo programmatico sulla sostenibilità (APS) che recuperi gli sbilanciamenti che compromettono il buon finanziamento del SSN, la sua funzionalità, la sua adeguatezza e la sua universalità
  • di redigere tale accordo per mezzo di un articolato sintetico distinto per capitoli rimandano per gli approfondimenti a elaborazioni successive

Cap 1
Economia sanità salute

Art 1
Garanzie di sostenibilità

Le parti concordano:

  • che è sbagliato velleitario e poco realistico finanziare il diritto alla salute, inteso nella sua globalità, senza adeguate garanzie di sostenibilità.
  • che le garanzie di sostenibilità sono la condizione per assicurare al SSNP adeguati finanziamenti quindi per superare i tagli lineari i tetti alla spesa e le politiche programmate di definanziamento previste dal def
  • il grado di sostenibilità del diritto alla salute è una garanzia per ottenerne la sua soddisfazione piena e adeguata e per finanziare in modo pieno e adeguato il SSNP

Art 2
Mettere in equilibrio economia sanità e salute

Sostenibilità per le parte convenute vuol dire mettere in equilibrio:

  • la ricchezza economica misurata con il pil
  • la ricchezza prodotta collettivamente e individualmente per mezzo della produzione di benessere misurata sia con indicatori di salute di salubrità e di benessere
  • la ricchezza prodotta individualmente con la produzione di salute per mezzo della cura medico-sanitaria in senso esteso (riabilitazione compresa)

La produzione di salute ottenuta, sia per mezzo di politiche ambientali, che per mezzo del SSNP, mira a bilanciare i costi che siamo costretti a sostenere per la cura delle malattie.

La programmazione della riduzione delle malattie quindi è la prima condizione per garantire al SSN un adeguato finanziamento del SSN.

Art 3
Programmazione integrata

Le parti convengono che la sostenibilità, quale obiettivo politico, non si realizza senza una programmazione nazionale . Una buona programmazione nazionale è premessa indispensabile per la realizzazione degli obiettivi sia di salute che di cura

La complessità dei rapporti tra economia e sanità tra salute e cura ci obbliga a definire una “programmazione integrata” che sia in grado di contemperare tutte le componenti che contribuiscono al raggiungimento della salute e del benessere individuale e collettivo.

La programmazione integrata è la condizione necessaria per garantire il pieno soddisfacimento del diritto alla salute.

Art 4
Autority per la salute e meta-programmi

Le parti concordano sulla necessità di organizzare una “autority per la salute”, il cui compito è integrare le politiche economiche con quelle ambientali e quelle sanitarie.

Sarà compito di tale autority definire e organizzare dei “meta programmi” cioè sistemi informatici progettati per processare tutte le informazioni necessarie che assisteranno il governo nelle sue decisioni finanziarie .

L’autority redige ogni tre anni un report per fornire alla programmazione economica i dati necessari in base ai quali decidere le politiche di merito.

Art 5
Una sola economia

Le parti concordano su tre importanti questioni:

  • tutto quanto a partire dall’economia costituisce una minaccia per la salute va contrastato sia che riguardi gli ambienti di vita che di lavoro.
  • difendere un valore come la salute nei confronti dell’economia significa a monte non riconoscere all’economia in nessun modo la libertà di comprometterlo
  • non esistono economie diverse che creano alla salute rischi diversi. L’economia è una e in quanto tale costituisce un solo rischio. Anche la salute è una e i rischi che corre sono tutti derivanti dalla sua compromissione nei confronti dell’economia.
  • non ha molto senso considerare la salute e l’ambiente come beni e valori costituzionali, senza preservarli nei confronti di una unica economia imponendo a tale unica economia limiti e condizioni precisi

L’economia riguarda un modello di sviluppo. E’ questo modello di sviluppo che bisogna “curare” per renderlo salubre sicuro non nocivo.

Art 6
Ambiente e salute una inutile dicotomia

Oggi le complessità in gioco e anche tenendo conto delle recenti modifiche all’art 9 e 41 della Costituzione in tema di ambiente ci dicono senza ombra di dubbio che non ha senso:

  • mantenere distinte le competenze ambientali e preventive sanitarie affidandole a due ministeri distinti (salute e ambiente)
  • “associare” i rischi per la salute distinguendo i rischi che derivano dall’ambiente, dal clima, dall’economia.

Le parti convengono quindi sulla necessità di superare la separazione storica tra:

  • prevenzione della salute
  • politiche ambientali .

Art 7
Sistema nazionale salute (SNS)

Le parti quindi convengono sulla necessità di unificare il SNPS(sistema nazionale prevenzione salute) con il SNPA (sistema nazionale di protezione ambientale).

Questo sistema unificato assumerà la seguente denominazione “sistema nazionale salute” (SNS)

Le parti rimandano ad altre sedi l’approfondimento delle questioni riorganizzative relative al ministero della salute e al ministero dell’ambiente, compreso la ridefinizione dei loro modelli di programmazione e dei relativi fondi di finanziamento.

Art 8
Le agenzie unitarie per la salute

Le parti nel pendere atto comunemente della:

  • avvenuta decadenza dei dipartimenti di prevenzione previsti dalla 833
  • riduzione della funzione preventiva di fatto a meri controlli sull’applicazione corretta delle norme sulla sicurezza degli ambienti di lavoro e degli alimenti
  • della regressione sostanziale degli operatori del settore a quello che una volta nel secolo scorso era “l’ufficiale sanitario” vale a dire un funzionario incaricato del servizio di vigilanza igienica e profilassi.

Ritengono opportuno superare i dipartimenti di prevenzione istituiti dalla 833 (art 20,21,22) trasferendo il personale impiegato dentro le agenzie per l’ambiente (arpa) che in questo modo assumeranno la denominazione “agenzie unitarie per la salute” e dipenderanno dal ministero dell’ambiente partecipando alla programmazione integrata di cui il presente art 3 e 4.

Le parti si riservano di definire e di progettare:

  • un modello di organizzazione per le “agenzie unitarie per la salute”,
  • un organigramma multi-disciplinare,
  • la definizione delle diverse epistemologie quindi metodologie necessarie per intervenire nei diversi ambienti
  • un regolamento

Cap 2
Sostenibilità finanziaria programmata

Art 9
Dalla compatibilità alla compossibilità

Le parti condividono il l divieto di finanziare la spesa senza garanzie di sostenibilità riproponendo le vecchie logiche compatibiliste di natura neoliberista del passato e che sono state alla base delle due controriforme degli anni 90 e quindi dello snaturamento dell’art 32 cioè del diritto fondamentale alla salute.

Le parti inoltre concordano che logica della compatibilità quella che fino ad ora ha adattato il diritto alla salute alla disponibilità delle risorse (economicità, compatibilità finanziaria, definizione contestuale dei lea) debba essere sostituita con la logica della “compossibilità” quella che si preoccupa di rimuovere le contraddizioni che ostacolano la sostenibilità tra diritti e risorse rendendo così economie scienza e etica parimenti possibili.

Art 10
Ripristino del piano sanitario nazionale

Le parti convengono ai fini di garantire al SSNP adeguate condizioni di sostenibilità e di mettere in condizione i governi di assicurare al SSNP adeguati finanziamenti, sulla imprescindibile necessità di ripristinare la programmazione sanitaria nazionale prevista dalla 833 (art 53).

Si conviene che in questi anni si è assistito ad un inutile e inefficace proliferare degli strumenti così detti “pattizzi” tra stato centrale e regioni che alla prova dei fatti non hanno espresso un adeguato governo delle complessità sanitarie. La conseguenza è stata che mancando una fonte programmatoria di riferimento sui nodi strategici sono mancate le indicazioni di governo di tutto il SSNP , sono mancate le indicazioni per assicurare alla sanità pubblica un adeguato finanziamento, sono mancate le connessioni per garantire un accettabile grado di sostenibilità.

Art 11
Nuovo piano sanitario nazionale

In questa sede oltre indicare la necessità di un ritorno al metodo della programmazione si intende dare luogo ad un approfondimento allo scopo di ridefinire un nuovo modello di programmazione.

Oggi le parti sono convinte che non si tratta più solo:

  • di indicare attraverso la programmazione sanitaria gli obbiettivi da realizzare, gli indici e gli standards da assumere sia per la ripartizione del fondo sanitario che per la funzionalità dei servizi , i criteri e gli indirizzi ai quali devono riferirsi le Regioni per la organizzazione dei servizi , le norme generali di erogazione delle prestazioni sanitarie ecc ecc
  • ma anche di inserire nella programmazione la definizione dei “condizionali” ( se x allora necessariamente y) cioè delle condizioni necessarie senza le quali nessun cambiamento è

Si tratta quindi di andare oltre la tradizionale programmazione per progetti obiettivi (approccio teleologico) perché ormai è chiaro che per raggiungere il risultato oltre ad indicare l’obiettivo è necessario definire bene i mezzi e le modalità quindi il progetto di partenza (approccio teleologico)

Art 12
Certezza di finanziamenti adeguati al SSNP

Relativamente alle pesanti criticità di cui soffre il SSNP quindi alla necessità di porre mano a urgenti interventi correttivi le parti concordano che a partire dalla programmazione integrata quindi nello specifico per la sanità dal PSN vanno superate tutte le politiche che a livello di governo ostacolano un adeguato e puntuale finanziamento del SSNP su tutto il territorio nazionale.

Definite le condizioni di sostenibilità è fatto divieto al governo in carica di sotto-finanziarie il SSNP di adottare tagli lineari, di mettere tetti alle assunzioni, di programmare misure di definanziamento.

Il governo è tenuto a garantire al SSNP risorse adeguate. Le regioni sono tenute ad assicurare gli adempimenti di legge relativi ai Lea quindi relativi alla organizzazione soddisfacente dei sevizi pubblici che i lea devono garantire, sia territoriali che ospedalieri, garantendo prima di tutto organici qualificati completi e tempi prestazionali adeguati alle necessità dei malati.

Cap 3
Il finanziamento del SSNP

Art 13
Il rifinanziamento condizionato

Le parti a fronte di una generale richiesta di accrescere i finanziamenti al SSNP ritengono preliminarmente considerato il momento di crisi che viviamo, che non sia opportuno e ne ragionevole richiedere degli aumenti di spesa tout court.

Per cui concordano preliminarmente sulla necessità di rifinanziare il SSNP e di definire contestualmente alcune condizioni vincolanti senza le quali il rifinanziamento richiesto diventa praticamente impossibile da ottenersi.

Art 14
Rifinanziamento straordinario del SSNP

Le parti convengono che considerando la situazione critica in cui si trova la sanità pubblica sia oltremodo necessario intanto provvedere da subito ad assicurare alla sanità un rifinanziamento straordinario che le consenta di eleminare i tetti alle assunzioni e di provvedere alle urgenze della spesa corrente di tamponare alcune situazioni critiche come quelle degli ospedali e dei dipartimenti di salute mentale.

Nello stesso tempo le parti convengono sulla necessità di definire rispetto al rifinanziamento del SSNP alcune condizioni vincolanti

Art 15
Condizioni per il rifinanziamento del SSNP

Le condizioni da rispettare per ottenere il rifinanziamento della sanità sono le eseguenti:

  • non può avvenire senza una valutazione del grado di sostenibilità del sistema
  • non può avvenire indipendentemente dal piano sanitario nazionale
  • non può avvenire tout court cioè senza contropartite, cioè il rifinanziamento non può rifinanziare i costi cospicui dell’invarianza

Art 16
Il divieto di rifinanziare i costi dell’invarianza

Al fine di non rifinanziare, l’invarianza cioè i costi del vecchio, il piano sanitario nazionale dovrà predisporre:

  • tutto quanto garantisca rispetto alle esperienze fatte fino ad ora il superamento delle più vistose diseconomie del SSNP e la rimozione almeno delle contraddizioni più costose.
  • tutto quanto rappresenti delle contropartite di valore cioè lo Stato non può rifinanziare la sanità senza che la sanità dia in cambio dei controvalori utili cioè senza che vi sia attraverso la produzione di nuovi valori una crescita nel grado di sostenibilità del SSNP
  • non può avvenire senza prima indicare le fonti del finanziamento quindi senza prima indicare la provenienza delle risorse

Art 17
Le fonti del finanziamento

Il rifinanziamento del SSNP deve avvenire secondo due principali modalità:

  • per via fiscale secondo i dettami di legge già definiti e disponibili
  • riformando radicalmente la spesa storica con l’intenzione di qualificarla ma anche ridurla riducendo non i servizi come in passato ma le pesanti diseconomie che essa contiene e rimuovendo le pesanti contraddizioni che creano al SSN
  • problemi inediti di sostenibilità

Cap 4
La riforma della spesa storica

Art 18
Riforma della spesa storica

La riforma della spesa storica insieme è una importante fonte di finanziamento per il SSNP essa ha l’obiettivo:

  • di assicurare al SSN un finanziamento certo pieno e adeguato alle necessità previste dalla programmazione sanitaria
  • di abolire i tagli lineari, i tetti alla spesa e tutte le politiche di definanziamento del SSNP, di abolire le restrizioni imposte alle assunzioni di personale
  • di garantire il pieno funzionamento del SSNP e il rispetto dei lea in ogni territorio regionale
  • di eliminare le diseconomie, gli sprechi, le inutilità, le inefficienze aporie e contraddizioni superare i loro costi enormi

Art 19
Partecipazione degli operatori e dei cittadini alla riforma della spesa sanitaria storica

La riforma della spesa storica non ha niente a che fare con l’esperienza fallimentare della revisione della spesa pubblica (spending rewiew) cioè non va intesa come un processo burocratico-amministrativo calato dall’alto volto prevalentemente a migliorare l'efficienza e l'efficacia della spesa pubblica a contraddizioni funzionali invarianti.

Essa non può essere fatta sopra la testa di chi lavora ma deve essere fatta insieme quindi con la partecipazione attiva dei cittadini e degli operatori definendo apposite modalità di partecipazione in ogni azienda e in ogni regione.

Art 20
Le contraddizioni alla spesa più importanti

Le principali contraddizioni su cui la riforma della spesa storica deve intervenire si distinguono in tre livelli:

  • costi enormi causati da uno sbilanciato rapporto tra sanità pubblica e sanità privata ( che sarà oggetto di un capitolo specifico)
  • costi indotti da sbagliate organizzazione dei servizi
  • costi relativi alle prassi degli operatori

Art 21
Le contraddizioni di spesa legate ai servizi

Relativamente ai servizi le contraddizioni importanti da rimuovere sono diverse , esse comprendono:

  • i problemi del rapporto tra assistenza domiciliare e i servizi territoriali
  • tutte quelle che ruotano intorno alla grande questione mai affrontata seriamente della medicina generale e della medicina specialistica
  • alla dicotomia ancora mai superata tra territorio e ospedale,
  • ai pregiudizi che in questi anni hanno definito miopi politiche contro l’ospedale ecc ecc

Art 22
Le contraddizioni di spesa legate alle prassi professionali

Relativamente alle prassi, quindi al lavoro, si ha a che fare con una costosa contraddizione storica: mentre la società e cambiata ed è cambiato il cittadino quindi i suoi bisogni di cura e di salute sollecitando nuove prassi professionali cioè nuovi modi di fare la medicina scientifica, le prassi professionali:

  • senza eccezione restano giuridicamente e contrattualmente arretrate, ancora troppo burocratizzate, ancorate a superati concetti di mansioni compiti competenze
  • i livelli retributivi delle professioni sono praticamente al minimo
  • il lavoro è come obbligato a non superare certi tetti cioè si conferma come un mero costo da contenere .

Art 23
Rifinanziare il lavoro come capitale

Oggi le parti proprio per ovviare alla grande contraddizione tra prassi professionali e lavoro di cura e di assistenza convengono sulla necessità di finanziare la crescita inevitabile del costo del lavoro che si avrebbe rimuovendo il tetto alle assunzioni , garantendo in cambio:

  • prassi professionali più adeguate alle necessità dei cittadini,
  • una riduzione significativa delle diseconomie legate al rapporto diagnosi e cura
  • una responsabile qualificazione dei costi dei trattamenti.

La sfida è fare meglio cioè offrendo prassi adeguare alle necessità dei malati e retribuire meglio cioè retribuire il valore della adeguatezza considerando l’adeguatezza come una delle componenti principale della sostenibilità.

Cap 5
Pubblico/privato

Art 24
Il privato come problema per la sostenibilità del SSNP

Le parti dopo un confronto molto serrato riconoscono che:

  • lo sbilanciamento tra pubblico e privato rappresenta uno dei problemi che oggi minano proprio la sostenibilità del SSNP
  • gran parte dei problemi di sostenibilità finanziaria dell’intero sistema sanitario derivano da un rigonfiamento dei costi a carico dello stato dovuto per gran parte ai costi crescenti della sanità privata pagata dallo Stato in cui vanno compresi il costo degli sgravi fiscali
  • il servizio sanitario pubblico soprattutto in alcune aree assistenziali particolarmente cruciali (anziani, cronici, non autosufficienti, assistenza ospedaliera, assistenza specialistica) è sempre più marginale e residuale, nel senso che il ruolo vicario del privato con la scusa dell’integrazione, lo sta rendendo di fatto come un sistema sostitutivo del pubblico

Art 25
Sostenibilità finanziaria ,sociale e morale

Al problema di sostenibilità finanziaria legato alla crescita della sanità privata si accompagna anche un enorme problema di sostenibilità sociale e morale.

Per sostenibilità sociale e morale si intende semplicemente il rispetto per i valori della vita, per la dignità dell’uomo, per il valore dell’eguaglianza e della solidarietà, per lo stesso diritto alla salute.

E’ noto che ogni unità percentuale di aumento di cessione di attività pubbliche al privato a parte una crescita della spesa fiscale a carico dello stato vi è un incremento di mortalità e di decessi evitabili e una crescita delle diseguaglianze nel paese, mentre nel pubblico è esattamente il contrario.

Art 26
Misure antitrust a difesa del SSNP

Con il passar del tempo il privato diventa sempre più forte e il pubblico sempre più debole per cui oggi si pone la necessità di proteggere il pubblico dalla eccessiva invadenza del privato.

E’ come se il privato che minaccia sempre di più il ruolo centrale del pubblico si comportasse di fatto come se fosse, (pur senza esserlo giuridicamente), un trust, cioè una coalizione di imprese private unite non solo da comuni analogie di produzione e da comuni approcci speculativi ma soprattutto dal comune scopo di ridimensionare prima di tutto l’art 32 della Costituzione e di conseguenza il ruolo preminente dello Stato deciso con la riforma 833 e quindi del servizio pubblico.

Art 27
Ribilanciare il ruolo del pubblico nei confronti del privato

A questo proposito si ritiene improcrastinabile mettere in campo misure di bilanciamento per restituire al servizio sanitario il suo ruolo preminente.

La necessità politica primaria è quella di restituire al servizio pubblico il suo ruolo, la sua funzione i suoi poteri, definiti i in partenza dalla riforma 833 al momento della istituzione del SSNP e messe in discussione successivamente con interventi di controriforme .

Art 28
La falsa concorrenza tra pubblico e privato

Si tratta di difendere il servizio pubblico dai rischi:

  • di una falsa concorrenza con il privato,
  • di un mercato protetto fiscalmente super agevolato

Tale mercato se non contenuto è destinato a prevalere ovviamente nei confronti di un servizio pubblico che, al contrario fino ad ora, è stato regolarmente de-finanziato e messo nelle condizioni di essere comunque svantaggiato, cioè reso, con mille limiti , suo malgrado cronicamente carente insufficiente e regressivo. Cioè tutt’altro che concorrenziale.

Art 29
Conferma delle convenzioni e abolizione degli incentivi fiscali

Si conviene sulla necessità di:

  • abolire la anomala concorrenza tra pubblico e privato riaffermando il ruolo di mera complementarietà dell’assistenza convenzionata già prevista dalla 833 ( art 40,41,44,48 legge 833
  • abolire in forma graduale e progressiva tutte le agevolazioni fiscali nel rispetto dell’art 46 della legge 833 che prevede il divieto per enti imprese e aziende pubbliche di contribuire sotto qualsiasi forma al finanziamento di tutele private.

Si riafferma quindi il principio della mutualità libera e volontaria (art 46/833) cioè della libertà dei cittadini di avere oltre la tutela pubblica altre tutele di natura privata ma non a spese ne dello Stato.

Art 30
Ausiliarietà non integrazione

Molto si è discusso sulla questione della sanità integrativa cioè se riconoscere rispetto al pubblico un ruolo di integrazione da parte del privato .

Le teorie dell’integrazione sono quelle che in nome del valore della cooperazione, ammettono la vicarianza tra tutele sanitarie diverse con ciò mettendo in discussione di fatto la sovranità e la centralità del servizio pubblico.

La questione politica vera quindi non è:

  • riequilibrare i rapporti tra pubblico e privato,
  • disciplinare l’integrazione pubblico privato
  • regolamentare la sanità integrativa

Ma è quella di definire il ruolo della ausiliarietà del privato nei confronti del pubblico.

Il diritto alla salute se è garantito come ora da un servizio pubblico debole sottofinanziato e con pochi operatori e molti limiti finanziari ma integrato con tanti tipi di tutele private non sarà mai garantito davvero. Non è l’integrazione tra generi di tutele diverse che garantisce il pieno rispetto dell’art 32 ma solo la sovranità del pubblico da una parte e l’ ausiliarietà del privato dall’altra .

Art 31
La sanità pubblica non è sostituibile

In nessun caso nel rispetto dell’art 32 è consentito alle regioni di sostituire la sanità pubblica con quella privata, il ricorso al privato con una funzione ausiliaria ne confronti del SSNP è giustificato solo:

  • nella logica dell’estensione del diritto alla salute
  • per accrescere la funzionalità e la rispondenza e l’adeguatezza del servizio pubblico
  • per compensare le omissioni assistenziali dello Stato

Giammai per competere con il pubblico e meno che mai per surrogarlo o vicariarlo nella logica sbagliata della sussidiarietà.

Art 32
Servizio pubblico come bene pubblico

La ricostruzione del servizio sanitario pubblico non è solo un problema di riappropriazione di funzioni inopinatamente delegate al privato o quindi di limitazione delle tutele private per sviluppare quelle pubbliche ma è anche una questione di far ridiventare pubblico il pubblico che nel tempo è diventato più privato che pubblico

Quindi si tratta di mettere in grado il SSNP di riappropriarsi della propria natura pubblica che gli deriva dal fatto di produrre a beneficio della collettività un bene pubblico.

Vale la pena rammentare che in economia, un bene pubblico è un bene che è difficile (se non impossibile) produrre e/o considerare per trarne un profitto privato. La sanità privata non è come molti credono un bene pubblico ma è tutt’altro. Questa è un’altra ragione per la quale la tutela pubblica e la tutela privata non sono così facilmente integrabili come si pensa

IL servizio pubblico è tale e deve essere tale perché esso produce un bene pubblico che in quanto tale deve essere sottratto al profitto e al reddito ma anche e ad altre logiche economicistiche.

Art 33
Superare l’ azienda sanitaria come forma di privatizzazione

L’istituzione delle aziende sanitarie è stata lo strumento per ridurre il diritto alla salute come diritto fondamentale a diritto potestativo cioè per ridurre un bene pubblico ad un costo economico da rendere finanziariamente compatibile con le esigenze dell’economia

L’azienda in questo senso è una forma di privatizzazione del servizio pubblico che, in quanto tale, sostituisce il bene pubblico con un bene puramente economico cioè con il valore del risparmio intendendo per risparmio il costo minimo del servizio pubblico.

Le aziende sono nate non per produrre salute come ricchezza, così come spiegato nel cap 1 del presente accordo, ma per assicurare la minor spesa sanitaria pubblica per questo esse sono formalmente enti pubblici ma regolati con principi privati ( atti aziendali). Cioè enti con una debole natura pubblica ma una forte natura privata .

Se vale che la natura pubblica del servizio è un requisito fondamentale per assicurare il diritto alla salute e se vale che il bene pubblico non può avere nessun carattere speculativo e che i servizi sanitari devono produrre salute come bene pubblico, allora le aziende non hanno più senso e per questo vanno superate.

Le parti in base al presente accordo si riservano tutti gli approfondimenti necessari nei modi e nei tempi più opportuni.

Nota politica conclusiva
Nella presente ipotesi di accordo di fatto si è tentato in nome del valore della sostenibilità di delineare un cambio radicale di strategia:

  • da quella in essere fondamentalmente neoliberista che scambia il privato con il pubblico, il diritto con il reddito, il valore con il costo più basso, ecc,
  • si passa ad una strategia neo-welfarista nella quale si produce il bene pubblico cioè la salute come ricchezza attraverso sostanzialmente politiche pubbliche per la produzione di salute e attraverso il servizio pubblico e per mezzo di un accordo di compossibilità con l’economia.

Se lo scopo delle politiche pubbliche e del servizio pubblico è la produzione del bene pubblico, quindi l’implementazione del diritto fondamentale alla salute e se l’economia accetta una relazione di compossibilità con la sanità pubblica allora le aziende non servono più. Servono altre soluzioni. Come non serve più il ricorso al privato perché troppo costoso e perché basta il pubblico che di sicuro è complessivamente meno costoso. Come non servono più le politiche compatibiliste pensate contro il SSNP. Come non servono più i tagli lineari e i tetti di spesa. Come non serve più privarci di una programmazione sanitaria quella prevista dalla 833

Se la contraddizione da rimuovere oggi sono i rischi di insostenibilità che corre il SSNP e se questi rischi derivano fondamentalmente dai costi delle strategie neoliberiste fino ad ora adottate, allora la contraddizione si rimuove cambiando semplicemente la strategia, cioè definendo altri modi non neoliberisti che garantiscono la sostenibilità e quindi il rispetto pieno dell’art 32. Quindi tornando allo spirito sia dell’art 32 che della legge 833.

Ritenere di poter fare a meno di un accordo sulla sostenibilità, quindi di poter risolvere le criticità della sanità pubblica lasciando intatte tutte le contraddizioni sul campo, senza toccare le controriforme che hanno deviato il cammino della 833, quindi lasciando le aziende, la privatizzazione, l’integrazione pubblico privato, gli sgravi fiscali al privato, puntando sostanzialmente le proprie carte sul rifinanziamento di quello che c’è, è una pura follia e un gigantesco inganno politico per il paese a causa del quale esso purtroppo regredirà diventando di fatto un paese moralmente e socialmente povero.

La storia dirà che il nostro paese pur in possesso di leggi molto moderne ed avanzate non è stato capace di risolvere la questione della sostenibilità cioè di coniugare la ricchezza economica con la ricchezza rappresentata dalla salute. Cioè che la battaglia sulla salute e sulla sanità non fu vinta dal diritto ma alla fine fu vinta dal cinismo generale che rese di fatto indistinguibili le ragioni del governo da quelle delle opposizioni e da quelle di tutta la sanità.

Ivan Cavicchi

12 giugno 2023
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