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QS Edizioni - sabato 4 maggio 2024

Studi e Analisi

Mutilazioni genitali femminili. Unicef: "Sono in calo ma servono investimenti per debellarle"

immagine 7 febbraio - Il numero delle donne vittima di questa pratica sta diminuendo, anche grazie alle trasformazioni culturali che stanno attraversando alcuni dei Paesi più colpiti come il Kenya e l'Egitto. Ora si attendono sforzi ulteriori da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. 
Diminuisce il numero di ragazze vittima di mutilazioni genitali. In particolare da quando è stato avviato – nel 2008 – il programma congiunto Unfpa-Unicef circa 10mila comunità in 15 Stati, equivalenti a quasi 8 milioni di persone, hanno posto fine alla pratica. Nei 29 paesi dell'Africa e del Medio Oriente in cui la procedura è maggiormente concentrata, in media il 36% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni ha subito mutilazione rispetto ad una stima del 53% circa fra le donne di età compresa tra i 45 e i 49 anni. E l’anno scorso un totale di 1.775 comunità in tutta l’Africa ha dichiarato pubblicamente l’impegno a porre fine alle mutilazioni. Un calo rilevante del fenomeno si è registrato soprattutto in Kenya: fra le donne di età compresa tra i 45 e i 49 anni la probabilità di avere subito una mutilazione è tre volte più alta rispetto alle ragazze tra i 15 e i 19 anni.

Le trasformazioni culturali stanno contribuendo in maniera decisiva ad alimentare una radicale inversione di tendenza, come dimostrano i riscontri effettuati in Egitto, dove la percentuale di donne tra i 15 e 49 anni che ritengono che le mutilazioni dovrebbero cessare è raddoppiata tra il 1995 e il 2008, passando dal 13% al 28%. Secondo Anthony Lake, direttore dell’Unicef, questi dati dimostrano “che è possibile porre fine alle mutilazioni e aiutare milioni di ragazze a condurre una vita più sana”. Altro aspetto fondamentale è il lavoro con i governi e la società civile e in particolare “se la volontà politica espressa da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite – sottolinea Babatunde Osotimehin, direttore generale dell’Unfpa – si tradurranno in investimenti allora le mutilazioni genitali femminili potranno davvero diventare soltanto un ricordo”. 
7 febbraio 2013
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