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QS Edizioni - mercoledì 22 maggio 2024

Studi e Analisi

Servizi socio-sanitari. Il 62% dei presidi è in mano ai privati, il 22% agli enti pubblici

immagine 10 dicembre - Report dell'Istat sui presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari d'Italia che assistono 369.523 persone, per lo più anziani non autosufficienti, ma anche giovani con disturbi mentali o problemi di dipendenza. In totale 12.033 strutture per 386.803 posti letto. Solo il 7% al Sud.
Assistono anziani ma anche ragazzi e bambini. Sono i presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari, 12.033 strutture (al 31 dicembre 2011) per un totale di 386.803 posti letto (6,5 ogni 1.000 persone residenti). Assistono 369.523 persone: oltre 279 mila (il 76%) hanno almeno 65 anni, quasi 73 mila (il 20%) un'età compresa tra i 18 e i 64 anni e poco più di 17 mila (il 5%) sono giovani con meno di 18 anni.

A fare il punto su questa realtà è l’Istat, in un report appena pubblicato nel quale si sottolinea come, dal punto di vista territoriale, il quadro sia molto eterogeneo: l'offerta raggiunge i più alti livelli nelle regioni del Nord dove si concentra il 67% dei posti letto complessivi (9,5 ogni mille residenti) e tocca i valori minimi nel Sud con il 7% dei posti letto (soltanto 3 posti letto ogni mille residenti).

Le regioni del Nord dispongono della più alta quota di posti letto a carattere socio-sanitario, con 8 posti letto ogni 1.000 residenti, contro un valore inferiore a 2 posti letto nelle regioni del Sud.

Quanto alla titolarità dei presidi residenziali, nel 62% dei casi è di natura privata. In particolare, la titolarità delle strutture è in carico a enti non profit nel 44% dei casi, a enti pubblici nel 22% e a enti privati for profit in circa il 18% dei casi. In oltre i due terzi delle residenze sono gli stessi titolari a gestire direttamente il presidio (83% dei casi). In particolare, la gestione dei presidi residenziali è affidata a organismi di natura privata nel 54% dei casi, soprattutto di tipo non profit. Il 13% delle residenze è gestita da enti di natura religiosa; al settore pubblico spetta la gestione di circa il 16% dei presidi. A livello territoriale, il Sud si caratterizza per la più alta quota di strutture a gestione privata (66%).

“L'offerta – spiega l’Istat - è costituita prevalentemente da "unità di servizio", che svolgono una funzione di tipo socio-sanitario e mettono a disposizione oltre due terzi dei posti letto complessivi (il 74%); l'utenza cui si rivolgono è costituita perlopiù da anziani non autosufficienti”, che rappresentano il 75% sul totale degli ospiti anziani. Oltre la metà sono ultra ottantacinquenni e più di tre su quattro sono donne.

Tra gli adulti (18-64 anni) prevalgono gli uomini che costituiscono il 61% dell’intero collettivo. Il motivo del ricovero è legato principalmente alla presenza di disabilità o di patologie psichiatriche (circa il 71% degli ospiti adulti). Circa il 46% dei minori viene accolto nelle strutture per problemi legati al nucleo familiare, quali incapacità educativa, problemi economici o psicofisici dei familiari. Il 59% degli ospiti minorenni non presenta alcuna problematica specifica, il 23% ha problemi di dipendenza e il 17% di salute mentale o disabilità.

Sono circa 13 mila i minori dimessi dalle strutture residenziali nel corso dell’anno 2011. II 45% risulta reinserito in una famiglia (di origine, adottiva o affidataria), mentre l’8% viene reso autonomo. Oltre 3 mila ragazzi (il 23%) sono stati trasferiti in altre strutture residenziali e 1.857 (il 14%) si sono allontanati spontaneamente dalla struttura.

Gli stranieri sono 14.895, il 4% degli ospiti complessivi. Nel 55% dei casi sono adulti (3 ogni mille adulti stranieri residenti), nel 40% minori (7 ogni mille minori stranieri residenti) e soltanto per il 5% anziani (7 ogni mille anziani stranieri residenti).
10 dicembre 2013
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