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QS Edizioni - giovedì 9 maggio 2024

Studi e Analisi

Donazioni e trapianti. Stabili i dati del 2013. Diminuiscono i decessi in lista d’attesa. E per l’anno in corso trend in crescita del 5%. Intervista al direttore del Cnt Nanni Costa

immagine 17 marzo - Per il direttore del Centro nazionale trapianti i dati dell’anno appena concluso confermano che il “sistema tiene positivamente”. “I dati del 2014 fanno ben sperare. Restiamo un modello per l’Europa”. Toscana al top per donatori in rapporto agli abitanti. Mentre in totale sono stati 2.408 i trapianti effettuati in Italia. LE TABELLE SU DONAZIONI E TRAPIANTI 2013
“Il sistema tiene positivamente”. È questo, in sintesi, il commento del direttore del Centro Nazionale Trapianti, Alessandro Nanni Costa, sui dati definitivi dell’attività di donazione/trapianto nel 2013. “E i dati dei primi mesi del 2014 fanno ben sperare, basti pensare gli il numero di accertamenti nelle rianimazioni segnano un trend in crescita del 5%, sottolinea Nanni Costa.
 
Per conoscere come evolverà l’attività dei trapianti nel 2014 bisognerà aspettare i dati definitivi dell’anno. Per quanto riguarda il 2013, il trend conferma quanto già annunciato ad ottobre con i dati preliminari e mostra un quadro pressoché stabile rispetto al 2012. I decessi con accertamento neurologico sono stati 2.270, praticamente uguali all’anno precedente (2.271). Anche il numero di donatori utilizzati resta sostanzialmente stabile rispetto a quelli del 2012 (1.102 rispetto ai precedenti 1.123). A livello territoriale, la Regione con il maggior numero di donatori è la Lombardia (245), anche se alla Toscana va il record di donatori per milioni di abitanti (45,7), seguita dal Friuli Venezia Giulia (34,5) e dalle Valle d’Aosta (31). Ma restano in lista d’attesa 8.828 persone.
 
Ma anche su questo fronte non mancano notizie positive.“Non solo il dato non è in aumento, ma registriamo una forte riduzione della mortalità in lista e questo è estremamente positivo”, spiega Nanni Costa. Infatti “da una parte sono alte le probabilità di un paziente di ottenere un organo entro 2-3 anni dall’ingresso in lista d’attesa, dall’altra sono molto migliorate le terapie a cui vengono sottoposti i pazienti prima del trapianto e che permettono la sopravvivenza dei pazienti durante l’attesa”, prosegue il direttore del Cnt.
 
Meno soddisfacente è il risultato sulle opposizioni, che sono cresciute dal 29,2 del 2012 al 29,6. “Un dato pressoché stabile e tra i più bassi d’Europa, ma sul quale è certamente necessario lavorare di più”, commenta Nanni Costa, secondo il quale, ad influire sull’atteggiamento delle persone è probabilmente anche il clima di sfiducia generato dalla crisi anche nei confronti del sistema sanitario.
 
“Ma il sistema trapianti in Italia è ottimo e rappresenta un modello in Europa”, ribadisce Nanni Costa che sottolinea come il leggero calo del numero di donatori utilizzati sia legato a elementi positivi: “la sicurezza e l’anzianità dei donatori”. Quest’ultimo dato, in particolare, perché indica che nel nostro Paese c’è un numero minore di traumi con esito fatale. Certo, dal punto di vista dei trapianti vuole dire anche meno organi a disposizione. A risentirne di più sono i trapianti di cuore e rene. Tuttavia per il rene “aumentano i trapianti da vivente, così che il dato definitivo riesce ad essere fondamentalmente stabile”. Nel caso del cuore, invece, la diminuzione dei donatori utilizzabili viene compensata dall’utilizzo di soluzioni alternative. “I ventricula assistance device permettono di raggiungere risultati paragonabili a quelli del trapianto, tanto che la sostituzione dell’organo sta diventando sempre più un intervento d’emergenza e non più la prima scelta”, spiega Nanni Costa.
 
A non risentire dell’aumento dell’età dei donatori è invece il trapianto di fegato, che infatti appare in crescita rispetto allo scorso anno. Aumentano anche gli interventi di trapianto di polmone, dove si sono fatti passi avanti anche nel trattamento post trapianto.
17 marzo 2014
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