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QS Edizioni - domenica 5 maggio 2024

Studi e Analisi

Oms. Statistiche mondiali 2014. Italia ai primi posti per aspettativa di vita

immagine 4 luglio - Siamo quinti al mondo per quanto riguarda le donne (85 anni l’aspettativa di vita, Giappone al primo posto con 87) e settimi per gli uomini (80,2 anni l’aspettativa di vita, Islanda al primo posto con 81,2). “Ma esiste ancora un divario profondo tra ricchi e poveri”. IL DOCUMENTO
In tutto il mondo, le persone vivono più a lungo. La buona notizia arriva dalle Statistiche Sanitarie Mondiali 2014 pubblicate dall’OMS e diffuse in Italia dal ministero della Salute, da cui emerge che l’Italia è ai primi posti per aspettativa di vita e, in particolare, al quinto posto per le donne e al settimo per gli uomini.

In generale, in base alle medie mondiali, una bambina e un bambino nati nel 2012 hanno, rispettivamente, un’aspettativa di vita di circa 73 anni e 68 anni. Si tratta di 6 anni in più rispetto all’aspettativa di vita media mondiale relativa a un bambino nato nel 1990.

I report statistici annuali dell’OMS evidenziano che i paesi a basso reddito hanno fatto registrare i progressi maggiori, con un aumento medio dell’aspettativa di vita di 9 anni dal 1990 al 2012. I sei paesi nei quali l’aspettativa di vita è aumentata di più sono stati la Liberia, con un incremento di 20 anni (da 42 anni nel 1990 a 62 anni nel 2012), seguita dall’Etiopia (da 45 a 64 anni), le Maldive (da 58 a 77 anni), la Cambogia (da 54 a 72 anni), il Timor-Leste (da 50 a 68 anni) e il Ruanda (da 48 a 65 anni).

“Un motivo importante per cui l’aspettativa mondiale di vita è migliorata così tanto è il fatto che meno bambini muoiono prima del loro quinto compleanno”, afferma Margaret Chan, Direttore Generale dell’OMS. “Ma esiste ancora un divario profondo tra ricchi e poveri: le persone che vivono in paesi ad alto reddito continuano ad avere possibilità molto maggiori di vivere più a lungo delle persone che vivono nei paesi a basso reddito”.

Un bambino nato nel 2012 in un paese ad alto reddito può aspettarsi di vivere fino all’età di circa 76 anni – 16 anni in più rispetto a un bambino nato in un paese a basso reddito (aspettativa di 60 anni). Per le bambine, la differenza è persino maggiore: un divario di 19 anni separa l’aspettativa di vita nei paesi ad alto reddito (82 anni) da quella nei paesi a basso reddito (63 anni).
Ovunque nel mondo, le donne vivono più a lungo degli uomini. Il divario tra l’aspettativa di vita di uomini e donne è più ampio nei paesi ad alto reddito, nei quali le donne vivono circa sei anni in più rispetto agli uomini. Nei paesi a basso reddito, la differenza è di circa tre anni.

Il Giappone presenta l’aspettativa di vita più alta del mondo per le donne (87 anni), seguito da Spagna, Svizzera e Singapore. L’aspettativa di vita per le donne nei paesi classificatisi ai primi dieci posti è di 84 anni o più. L’aspettativa di vita per gli uomini è di 80 anni o più in nove paesi; la più alta si registra in Islanda, Svizzera e Australia.

“Nei paesi ad alto reddito, molta parte dell’aumento dell’aspettativa di vita è dovuta ai successi ottenuti nella lotta alle malattie non trasmissibili” commenta Ties Boerma, Direttore del Dipartimento di Statistiche sanitarie e sistemi informativi dell’OMS. “Meno uomini e donne muoiono prima di arrivare al loro sessantesimo compleanno a causa di malattie cardiache e ictus. I paesi più ricchi hanno migliorato le proprie capacità di monitoraggio e gestione di malattie come l’ipertensione, ad esempio”.

Anche l’abbandono del consumo di tabacco è un fattore fondamentale per aiutare le persone a vivere più a lungo in numerosi paesi, sottolinea l’Oms.

All’altro estremo, l’aspettativa di vita, sia per le donne che per gli uomini, è tuttora inferiore ai 55 anni in 9 paesi dell’Africa sub-sahariana – Angola, Repubblica Centrafricana, Ciad, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Lesotho, Mozambico, Nigeria e Sierra Leone.

Ecco altri elementi chiave tratti dalle Statistiche Sanitarie Mondiali 2014

• Le tre principali cause della perdita di anni di vita dovuta a mortalità precoce sono le malattie cardiache coronariche, le infezioni delle vie respiratorie inferiori (come la polmonite) e l’ictus.

• In tutto il mondo, si sta verificando un importante cambiamento nelle cause di mortalità e nell’età di morte. In 22 paesi (tutti africani), il 70% o più degli anni di vita persi (dovuti a morte precoce) sono ancora causati da malattie infettive e patologie correlate. Al contrario, in 47 paesi (per la maggior parte ad alto reddito) le malattie non trasmissibili e gli incidenti sono la causa di più del 90% degli anni di vita persa. Oltre 100 paesi stanno rapidamente passando a una proporzione più alta di decessi dovuti a malattie non trasmissibili e incidenti.

• In tutto il mondo, nel 2012 circa 44 milioni (6,7%) di bambini di età inferiore a cinque anni erano sovrappeso o obesi. Dieci milioni di questi bambini vivevano nella Regione africana dell’OMS, dove i livelli di obesità infantile hanno avuto un rapido incremento.

• La maggior parte dei decessi al di sotto dei 5 anni d’età si verifica nei bambini nati prematuri (17,3%); la seconda causa di mortalità è la polmonite (15,2%).

• Tra il 1995 e il 2012, 56 milioni di persone hanno ricevuto con successo un trattamento contro la tubercolosi e sono state salvate 22 milioni di vite. Nel 2012, si stima che 450.000 persone nel mondo abbiano sviluppato una tubercolosi multifarmaco-resistente.

• Solo un terzo di tutti i decessi nel mondo viene annotato nei registri civili insieme alle informazioni sulla causa della morte.
 
4 luglio 2014
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