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QS Edizioni - mercoledì 1 maggio 2024

Studi e Analisi

Parti. Istat: Italia con 36,3% si conferma ‘maglia nera’ Ue per quota cesarei

immagine 9 dicembre - Indagine dell’Istituto di Statistica su gravidanza, parto e allattamento. Aumentano i controlli in eccesso e la medicalizzazione. Migliora consapevolezza sui rischi derivanti dal fumo. Crescono donne che allattano al seno. Nel complesso positivo il livello di assistenza durante la gravidanza. 
L'Italia resta il paese europeo con il più alto ricorso al taglio cesareo, con una quota pari al 36,3% secondo i dati del 2013, relativi alle schede di dimissione ospedaliera (SDO) del Ministero della Salute. Una quota simile è stimata anche con l'indagine sulla salute del 2013, con forti differenze sul territorio, a svantaggio del Mezzogiorno. È quanto rileva l’indagine Istat su ‘Gravidanza, parto e allattamento al seno” conclusa nel 2013, che fa riferimento a 2,7 milioni di donne (di cui il 18,2% straniere) che hanno avuto un figlio nei cinque anni precedenti la rilevazione. Nel complesso si evidenzia come in Italia le donne fruiscono di un buon livello di assistenza durante la gravidanza: il 94,3% delle donne si sottopone alla prima visita entro il terzo mese di gravidanza (come raccomandato dai protocolli nazionali) analogamente a quanto avveniva nel 2000 e nel 2005.

L’Istat evidenzia anche come continua ad aumentare la medicalizzazione in gravidanza. Si incrementa la quota di donne che eccede nei controlli ecografici: il 37,6% ha fatto almeno 7 ecografie durante la gestazione (il 23,8% nel 2000 e il 28,9% nel 2005).

Dato positivo. Migliora la consapevolezza delle donne fumatrici sui danni del fumo per il nascituro: il 74,1% smette di fumare nel periodo di gestazione (63,4% nel 2000), il 22,8% riduce le quantità e solo il 3% non modifica le proprie abitudini al fumo (6,8% nel 2000). L'89,2% delle donne più istruite smette di fumare contro il 65,2% di quelle che hanno al massimo la licenza di scuola media inferiore.

Anche nell'assistenza al parto spontaneo non mancano pratiche di medicalizzazione nella fase del travaglio o del parto; nel 32% dei casi riguardano la rottura artificiale delle membrane, nel 34,7% l'episiotomia e nel 22,3% la somministrazione di ossitocina per aumentare la frequenza e l'intensità delle contrazioni.
 
Aumentano, rispetto al 2005, le donne che allattano al seno (85,5% contro l' 81,1%). Continua a crescere anche la durata media del periodo di allattamento: da 6,2 mesi nel 2000 a 7,3 mesi nel 2005 fino al valore di 8,3 nel 2013. Il numero medio di mesi di allattamento esclusivo al seno è pari a 4,1; il valore più alto si registra nella Provincia autonoma di Trento (5,0) e quello più basso in Sicilia (3,5).

Tra le cittadine straniere è maggiore sia la quota di donne che allatta (l'89,4% contro l'84,6% delle italiane), sia la durata dell'allattamento (9,2 mesi in media, contro 8,1 delle italiane).
9 dicembre 2014
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