Non solo una visione d’insieme degli accordi regionali attraverso i quali vengono gestite le forme di “distribuzione per conto” da parte delle farmacie pubbliche e private ma anche una raccolta di riferimenti normativi e pareri giuridici che permettono una visione a tutto tondo delle disposizioni che regolano questa particolare forma di dispensazione dei farmaci al pubblico.
È questo lo scopo che si prefigge “Area della continuità terapeutica – Accordi regionali DPC”, lavoro che gli stessi autori – Giancarlo Esperti e Mila de Iure, rispettivamente direttore generale e responsabile dell’area legale di Federfarma servizi – definiscono come un “vademecum” destinato a fornire al settore della distribuzione intermedia uno strumento di lettura, “non esaustivo”, del complesso tema – “mutevole nel tempo” si legge nella prefazione – delle forme di distribuzione dei farmaci del prontuario PHT.
In sostanza una vera e propria “mappa” degli accordi regionali derivati dall’applicazione dell’articolo 8 della legge 405/2001 che ha finito per caratterizzare l’area della continuità terapeutica con profonde differenze tra Regione e Regione ma anche tra le stesse Asl. Lo testimoniano i vari esempi riportati nella prefazione al volume: i farmaci a base di Bicalutamide per la cura del carcinoma della prostata – per citarne uno dei casi segnalati – vengono distribuiti quasi totalmente in farmacia nel Lazio, in Puglia, in Lombardia e Basilicata. Ma non in Abruzzo e in Molise dove a distribuirli pensano direttamente le Asl.
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