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QS Edizioni - martedì 30 aprile 2024

Studi e Analisi

Reti d'impresa. Rapporto di Assobiomedica, nel 77% dei casi avvengono in imprese piccole e medie, nel 54% sono multisettore

immagine 6 settembre - 33 le reti d’impresa in Italia che coinvolgono 66 aziende di dispositivi medici. Per il 77% imprese di piccola e media dimensione con meno di 50 addetti. Il 54% delle reti sono multisettore: vanno dall’assistenza sanitaria all’ICT, dall’elettronica all’ottica e prodotti chimici. Prevalgono le aggregazioni che includono fino a 3 imprese (52%)
Sono 33 le reti d’impresa in Italia che coinvolgono 66 aziende di dispositivi medici. Per il 77% dei casi parliamo di imprese di piccola e media dimensione con meno di 50 addetti, che al di fuori della rete avrebbero maggiori difficoltà a internazionalizzarsi o a investire in ricerca e sviluppo, e che quindi possono trarre i maggiori benefici dall’aggregazione con altre realtà aziendali e produttive. Il 54% delle reti sono multisettore: vanno dall’assistenza sanitaria all’ICT, dall’elettronica all’ottica e prodotti chimici, e si integrano anche con manifattura, servizi e commercio. Prevalgono le aggregazioni che includono fino a 3 imprese (52%), seguono quelle composte da 4-9 aziende (36%), poi quelle costituite da più di 10 (12%). Questi i dati del Centro Studi di Assobiomedica, presentati oggi in occasione del seminario sulle reti d’impresa nel comparto biomedicale, che si è svolto a Bologna Fiera nell’ambito di Farete 2016.

“Il contratto di rete – ha dichiarato Angelo Fracassi, Vicepresidente di Assobiomedica con delega alle PMI - è un modello economico-industriale innovativo sul quale diverse regioni stanno puntando, intravedendo in questa formula un fattore concorrenziale in grado di rafforzare il tessuto produttivo e l’economia. Per lo sviluppo di molte piccole e medie imprese del nostro settore, che hanno il know-how per produrre innovazione, ma dimensioni spesso troppo piccole per farlo, si tratta a volte di una strada quasi obbligata che merita grande considerazione. Le reti d’impresa rappresentano infatti per molte PMI un’opportunità importante per essere competitivi a livello internazionale, per favorire ricerca e sviluppo di prodotto e processo, per avviare un percorso di crescita aziendale. Ma le reti di impresa sono un’opportunità anche per le grandi aziende – prosegue Fracassi – che con questo strumento possono sviluppare accordi di filiera utili al raggiungimento dei propri obiettivi di mercato".

"Negli ultimi tempi la diffusione del contratto di rete nel settore dei dispositivi medici sembra aver avuto un’accelerazione: il 42% delle reti che coinvolgono imprese del settore sono nate negli ultimi due anni. Evidentemente molte PMI, che rappresentano il 96% delle imprese del settore – ha concluso il Vicepresidente Fracassi -, hanno compreso che questa modalità di aggregazione consente di condividere le conoscenze in un ambiente reciprocamente affidabile; co-innovare usando competenze diverse, distribuendo l’investimento e il rischio tra più soggetti; superare il localismo territoriale ed espandere le conoscenze tra più settori. Sono Emilia Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia le regioni con il maggior numero di imprese partecipanti alle reti, rispettivamente con 18, 15 e 10 imprese coinvolte. Non sorprende che l’Emilia Romagna con il distretto biomedicale di Mirandola e grazie ai finanziamenti messi a disposizione per progetti di rete sia la regione con il maggior numero di imprese coinvolte in reti d’impresa".
 
Lorenzo Proia
6 settembre 2016
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