Anche nelle fasi iniziali della pandemia, una quota rilevante di cittadini ha continuato a manifestare un giudizio positivo per la propria vita personale.
Nella prima parte dell’anno le dimensioni della salute, delle relazioni familiari e amicali o del tempo libero, valutate nei 12 mesi precedenti, hanno continuato a soddisfare e gratificare quote elevate di popolazione.
Anche il giudizio sulla situazione economica personale è rimasto positivo per la maggioranza delle persone, ma è peggiorato tra i lavoratori autonomi e sale dal 25,7% al 29,1% la quota di famiglie che dichiarano un peggioramento rispetto al 2019.
Queste le indicazioni principali emerse dall’indagine sul livello di soddisfazione degli italiani realizzata da Istat e pubblicata oggi.
Alla domanda “
Attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?”, in base a un punteggio da 0 a 10 (dove 0 indica “per niente soddisfatto” e 10 “molto soddisfatto”), nel 2020 il 44,3% delle persone di 14 anni e più indica i livelli di punteggio più alti (8-10), il 41,3% giudica la propria vita mediamente soddisfacente (6-7) mentre il 12,5% la valuta con i punteggi più bassi (0-5).
Rispetto al 2019, la quota di chi esprime i punteggi più alti sale dal 43,2% al 44,3%, a scapito sostanzialmente dei punteggi più bassi (dal 14,2% al 12,5%). A essere più soddisfatti sono le persone nelle classi di età centrali, i residenti al Nord, gli occupati nelle posizioni più elevate o alle dipendenze e le persone più istruite. La crescita del livello di soddisfazione ha riguardato uomini e donne in misura analoga. Nei vari gruppi di età la quota di coloro che esprimono elevati livelli di soddisfazione è sostanzialmente stabile o in aumento. In particolare, la crescita è stata più elevata tra le persone di 35-44 anni (dal 44,4% al 47,5%) e di 45-54 anni (dal 43,1% al 45,4%).
Il quadro dei giudizi espressi in relazione alle caratteristiche socio-demografiche non varia rispetto al passato. Le differenze di genere rimangono inalterate: le donne con giudizi elevati di soddisfazione sono il 43,1% e gli uomini il 45,5%. La soddisfazione diminuisce, tendenzialmente, con il progredire dell’età: la quota di molto soddisfatti è quasi il 56% tra i 14-19enni mentre scende al 36,6% tra le persone di 75 anni e più.
L’impatto iniziale della pandemia non incide sulla soddisfazione per la salute
Sul proprio stato di salute l’81,6% degli individui di 14 anni e oltre esprime un giudizio positivo (molto o abbastanza soddisfatti). Nel complesso, la soddisfazione per questo aspetto della vita diminuisce al crescere dell’età e raggiunge il minimo nella classe dei 75enni e più (56,9%).
Le donne dichiarano una soddisfazione sempre minore degli uomini anche a parità di età, con differenze maggiori nelle età anziane: sono molto o abbastanza soddisfatte per il proprio stato di salute nel 79,4% dei casi rispetto all’84,0% degli uomini.
Rispetto al 2019 si osserva una lieve crescita della quota di soddisfatti per questo aspetto della vita, che ha riguardato in egual misura uomini e donne. La prima fase di diffusione della pandemia sembrerebbe aver portato le persone a relativizzare le proprie valutazioni spostandole verso l’alto, soprattutto tra chi esprimeva i livelli più bassi.
Il miglioramento (+1,4% a livello generale) si registra soprattutto tra le persone con più di 35 anni di età, soglia a partire dalla quale la quota dei soddisfatti si colloca quasi al 90%. Sul territorio, la soddisfazione per il proprio stato di salute è più alta al Nord: 83,6% contro 79,2% del Mezzogiorno, malgrado il processo di invecchiamento sia più avanzato nell’Italia settentrionale. Il Centro presenta una quota di persone molto o abbastanza soddisfatte pari all’ 81,2%.