Regioni e Asl - Veneto
In Veneto arriva il “Family Doc” ovvero il Medico di famiglia a pagamento
Si chiama Family doc, ovvero il medico di famiglia a pagamento. E i sindacati ed il presidente Fromceo del Veneto, Francesco Noce, lo definiscono un dramma per la sanità pubblica. In entrambe le voci che si fanno sentire attraverso una nota per i sindacati e telefonicamente per il Presidente regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, “la sanità pubblica sta perdendo pezzi”, mentre questo nuovo servizio, a pagamento, si inserisce nel padovano proprio fra le crepe delle carenze di organico dei mmg.
“Si tratterebbe di un medico 'simpatico' che fornisce prestazioni specialistiche a prezzi contenuti. Può prescrivere farmaci a pagamento – spiega Manuela De Paolis, Segretaria Confederale Cgil Padova, Stefania Botton, Segretaria Territoriale UST Cisl Padova e Rovigo e Massimo Zanetti, Coordinatore Provinciale Uil Padova - visite e prestazioni specialistiche a pagamento e non si sostituisce al medico di medicina generale”.
“Non si capisce perché i cittadini, - continuano le tre organizzazioni sindacali, unitariamente - che già pagano le tasse per la sanità pubblica, dovrebbero preferire questo servizio a quello del medico di medicina generale convenzionato. Questa nuova e pericolosa tendenza a offrire servizi simili, ma non alternativi alla medicina generale convenzionata, inserisce il diritto alla salute in una logica di mercato. La persona che si trova in una situazione di fragilità non deve diventare strumento di profitto d’impresa. Dopo l’ingresso di soggetti privati all’interno degli ospedali, che di fatto ha aumentato la spesa a carico delle aziende sanitarie senza migliorare il servizio, ora il rischio è quello di aumentare la spesa a carico delle famiglie, senza raggiungere un reale obiettivo utile ai cittadini ma solo agli imprenditori della sanità privata”.
Una iniziativa sul territorio padovano che per il presidente Francesco Noce non sorprende, d’altronde esiste già in veneto e in Italia.
“La causa principale – spiega il presidente degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri Veneti – è che la medicina del territorio è dimenticata da tutti fra mancati accordi nazionali sul rinnovo della nuova convenzione, mentre a livello regionale sta succedendo la stessa cosa: sono due anni e mezzo che non si riesce a trovare accordi sulla medicina del territorio con la Regione Veneto. Il fatto più grave è che di questo passo gli assistiti senza medico aumentano sempre di più, mentre i medici rimasti sul territorio non lavorano meno di settanta ore settimana fra compiti burocratici, telefonate, email ecc”.
“Non so se tutto questo sia una casualità oppure un disegno preordinato per una privatizzazione della medicina, il che sarebbe un disegno folle e drammatico per il nostro Paese e per il nostro SSN, spero di sbagliarmi ma la situazione attuale non mi fa pensare ad altro” conclude Noce.
Endrius Salvalaggio