Il direttore generale dell’Oms
Tedros Adhanom Ghebreyesus ha espresso forte preoccupazione per la situazione sanitaria in Ucraina sottolineando che l'Oms è sul campo, lavorando con i propri partner “per valutare l'impatto del conflitto sulla salute del popolo ucraino e del suo sistema sanitario e per fornire forniture mediche essenziali dal nostro hub a Dubai”.
La prima spedizione è arrivata oggi in Polonia, comprese 36 tonnellate di forniture per la cura dei traumi e la chirurgia d'urgenza per soddisfare le esigenze di 1.000 pazienti e altre forniture sanitarie per soddisfare le esigenze di 150.000 persone.
Prima del conflitto, l'OMS aveva distribuito forniture di emergenza a 23 ospedali anche se avverte Tedros, “quelle preposizionate a Kiev sono attualmente inaccessibili”.
Il Dg si è detto anche “profondamente preoccupato per le segnalazioni di attacchi alle strutture sanitarie e agli operatori sanitari: “Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni non confermate di attacchi a ospedali e infrastrutture sanitarie e un incidente confermato la scorsa settimana, in cui un ospedale è stato attaccato da armi pesanti, uccidendo quattro persone e ferendone dieci, inclusi sei operatori sanitari”.
Covid. Prima del conflitto, l'Ucraina aveva registrato una recente ondata di casi di COVID-19. I bassi tassi di test dall'inizio del conflitto indicano che è probabile che ci sia una significativa trasmissione non rilevata. Insieme a una bassa copertura vaccinale, ciò aumenta il rischio che un gran numero di persone sviluppi malattie gravi. La carenza critica di ossigeno avrà un impatto sulla capacità di trattare i pazienti con COVID-19 e molte altre condizioni.
Almeno tre importanti impianti di ossigeno in Ucraina sono stati chiusi e l’Oms sta cercando modi per accedere all'ossigeno dai paesi vicini per consegnarlo in sicurezza dove è necessario.
“È probabile che i movimenti di massa della popolazione contribuiscano ulteriormente alla trasmissione di COVID-19, aumentando potenzialmente la pressione sui sistemi sanitari nei paesi vicini”, ha detto ancora Tedros riferendo che alla data del 1 marzo l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati aveva riferito che oltre 870.000 rifugiati avevano lasciato l'Ucraina con una previsione di un rapido aumento nei prossimi giorni.