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QS Edizioni - mercoledì 15 maggio 2024

Cronache

Caso Avastasin/Lucentis. Procura di Roma chiederà atti a Torino

immagine 14 marzo - Associazione per delinquere, corruzione, aggiotaggio, truffa a enti pubblici e disastro doloso. Con questi i reati la Procura della Repubblica di Roma ha iscritto quattro persone delle società Roche e Novartis nel registro degli indagati. Stessi reati anche per la Procura di Torino. Roma rivendica la propria autorità. Se non interverrà un accordo è possibile il sollevamento di un conflitto di competenza.
Secondo quanto riferiscono oggi le agenzie di stampa, per quattro dirigenti e amministratori delle società farmaceutiche Roche e Novartis produttrici di due medicine oftalmiche Avastin e Lucentis la Procura della Repubblica di Roma ipotizza i reati di associazione per delinquere, corruzione, aggiotaggio, truffa a enti pubblici e disastro doloso.
 
Questi sono gli stessi reati per i quali sta procedendo parallelamente anche la Procura della Repubblica di Torino che a sua volta ha provveduto ad iscrivere nel registro degli indagati cinque persone.
 
Ad indagare ha cominciato Torino, che ha voluto far luce, tra l'altro, sul perché della differenza di prezzo che esiste tra le due specialità. Ma la Procura di Roma rivendica la sua competenza considerato che a stabilire il prezzo dei due farmaci è stata l’Aifa che è a Roma.
 
Dunque la Procura della capitale rivendica la propria competenza e si accinge a chiedere ai colleghi del capoluogo piemontese gli atti della loro indagine. Se non interverrà un accordo è imminente il sollevamento di un conflitto di competenza.
 
Sempre le agenzie riferiscono che tra i due uffici giudiziari di Roma e di Torino sono già stati presi contatti e gli stessi sono stati anche presi con l'Antitrust ma fino ad oggi non sono state prese da parte della capitale iniziative.
L'esame degli atti ha stabilito che le due Procure indagano su identici fatti e sulle stesse persone, di conseguenza esaminata la situazione secondo l'ufficio del pubblico ministero di Roma sussistono tutti gli elementi per applicare la norma dell'articolo 54 bis del Codice di procedura penale. Questo prevede che “quando il pubblico ministero riceve notizia che un altro ufficio si occupa di indagini preliminari a carico della stessa persona e per il medesimo fatto informa senza ritardo il pubblico ministero di questo ufficio richiedendogli la trasmissione degli atti a norma appunto dell'articolo 54 primo comma”.
 
Nel caso in questione qualora la Procura di Torino non intendesse soddisfare la richiesta di Roma sarà informato il procuratore generale presso la Corte d'appello del capoluogo piemontese al quale spetterà avviare le procedure per giungere a risolvere il problema. Gli atti compiuti dall'ufficio dichiarato incompetente potranno comunque essere utilizzati dall'ufficio che proseguirà la conduzione dell'inchiesta.
14 marzo 2014
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