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QS Edizioni - martedì 30 aprile 2024

Governo e Parlamento

Camera. Question time. Sangue infetto. Lorenzin: "Altri 100 milioni per indennizzi"

immagine 11 settembre - Ma anche rispetto degli equilibri di bilancio nel nuovo patto per la salute, universalità dell'accesso alle cure, più sicurezza negli ambulatori psichiatrici, e un D.lgs con norme stringenti per impedire la  vendita online di farmaci soggetti a prescrizione medica. Queste in sintesi le risposte della ministra.
L’universalità di accesso alle cure è una delle priorità di questo governo; la prossima legge di stabilità dovrà prevedere delle risorse finanziarie per impedire che possano ripetersi casi drammatici come l’omicidio della psichiatra di Bari; il nuovo Patto per la Salute deve garantire il rispetto degli equilibri di bilancio, ma anche maggiore adeguatezza e standard elevati delle prestazioni di assistenza sanitaria nelle regioni sottoposte a piani di rientro; per i cittadini che hanno subito un danno causato da emoderivati, trasfusioni e vaccinazioni verranno stanziati a integrazione di quanto già percepiscono altri 100 milioni e infine è necessario pensare ad un decreto legislativo per contrastare il fenomeno delle vendite on line di farmaci sul territorio nazionale. Questo in pillole quanto ha riferito in Aula alla Camera, la ministra della Salute Beatrice Lorenzin intervenendo nel corso del consueto question time.
 
Cinque le interrogazioni rivolte a Lorenzin provenienti da altrettanti partiti politici: Sel, Scelta Civica, Misto, Pd e Pdl. I temi come detto sono stati diversi. La prima interrogazione di Sinistra Ecologia e Libertà ha insistito sulla povertà sanitaria, in particolare il dato secondo il quale aumentano i cittadini che non riescono a pagarsi i farmaci, anche quelli con prescrizione medica e dunque Sel ha chiesto al governo cosa intende fare per garantire “il pieno rispetto del principio costituzionalmente tutelato del diritto alla salute e dell'accesso alle cure da parte dei cittadini più deboli e bisognosi del nostro Paese”.
 
“L’universalità di accesso alle cure è un punto di forza del Ssn come ho già avuto modo di comunicare nell’ambito delle linee programmatiche di politica sanitaria del governo”. Con questa premessa la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha iniziato la sua risposta all’interrogazione per fugare ogni dubbio a riguardo. La Ministra ha quindi ribadito che “tale principio rientra tra le priorità di governo e tra le mie personali. Si tratta di un tema che come noto riveste particolare delicatezza e complessità perché implica la capacità di assicurare che il diritto alla salute sia effettivo per tutti sull’intero territorio nazionale senza distinzioni economiche e sociali. È dunque necessario fare ogni sforzo nella consapevolezza degli attuali vincoli di bilancio per individuare gli strumenti più idonei affinché nel rispetto del riparto di competenze tra Stato e Regioni il diritto all’assistenza, compresa quella farmaceutica sia garantita in condizioni di effettiva uguaglianza agli assistiti”.
 
In merito all’interrogazione, ha aggiunto Lorenzin “occorre osservare che la classificazione dei medicinali che l’Aifa compie distinguendo tra la fascia A e C comprensiva dei farmaci da banco cosiddetta categoria C bis ed H è fatta proprio per garantire a tutti, a prescindere dalle condizioni economiche, l’accesso alle cure essenziali e alle terapie per le patologie croniche. I medicinali di fascia Ospedaliera sono impiegati per patologie gravi croniche acute e sono a carico del Ssn”.
 
La ministra ha poi aggiunto che “l’attuale sistema prevede un efficiente meccanismo di copertura dei costi volto a garantire a tutti la gratuità delle terapia. Parziali differenze possono registrarsi tra regioni e regioni con i ticket, misure di compartecipazione alla spesa il cui importo dipende da decisioni assunte in piena autonomia dalle regioni”.
Ma “questa compartecipazione non può essere richiesta a tutti in modo indiscriminato vigendo un sistema nazionale che prevede la compartecipazione alla spesa sulla base di parametri legati a fattori quali il reddito, la patologia e l’età. Per garantire l’equità nell’accesso alle cure in condizioni di uguaglianza e impegno mio e del governo continuare a garantire questo principio”.
 
Scelta Civica invece ha virato sulla cronaca, interrogando Lorenzin sulla sicurezza negli ambulatori psichiatrici dopo l’omicidio della dottoressa barese Paola Labriola avvenuto la settimana scorsa.
Lorenzin ha definito l’episodio “di gravità inaudita che ha sconvolto le coscienze di tutti i cittadini ed ha posto in tutta la sua drammaticità il problema della tutela degli operatori sanitari che ogni giorno svolgono le loro funzioni in condizioni spesso di grandissimo disagio”.
Sul punto per la Ministra “è necessario avviare un processo di rivisitazione dei modelli organizzativi generali relativi all’erogazioni delle prestazioni sanitarie riabilitative nel settore della psichiatria. Per quanto attiene a iniziative già in atto per prevenire fatti come quello in esame, già nel novembre del 2007 il Ministero ha adottato e divulgato una raccomandazione, la numero 8, per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari. Questo è un primo passo purtroppo rilevatosi non decisivo a protezione degli operatori sanitari del settore. È mia ferma intenzione proseguire nel percorso attivato sottoponendo a revisione nell’ottica di maggiore tutela degli operatori la raccomandazione n. 8 chiamando a raccolta regioni e associazioni di operatori e pazienti”. Per raggiungere tale obiettivo Lorenzin non esclude iniziative legislative che potranno richiedere anche “risorse finanziarie”. E spera di coinvolgere “i colleghi dell’economia e dell’interno già a partire dalla prossima legge di stabilità affinché possano essere date le necessarie e improrogabili risposte”.
 
La drammatica situazione in cui versa l’azienda sanitaria locale Na3sud è stata al centro dell’interrogazione avanzata dal Gruppo Misto. In particolare si è chiesto al Governo “con urgenza di verificare, nell'ambito del monitoraggio sull'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari regionali, il rispetto dei livelli essenziali di assistenza, in generale, per riportare in Campania il rapporto degenti/posti letto più vicino alla media nazionale e, in particolare, lo stato dei servizi di assistenza, emergenza ed urgenza forniti al cittadino, nonché la legittimità di tutti gli atti che il commissario ad acta ha già posto formalmente in essere e tendenti, secondo le motivazioni e le documentazioni, a rientrare economicamente sugli sprechi, senza a parere dell'interrogante aver valutato l'incidenza in termini di forti rischi per i territori”.
Su questo la responsabile della Salute ha riferito che “l’interrogazione pone un tema che non intendo ignorare” riconoscendo come “la disciplina della gestione sanitaria nelle regioni sottoposte a piani di rientro ad oggi privilegi gli obiettivi di bilancio e di stabilità finanziaria rispetto a quelli altrettanto fondamentali ed ineludibili degli standard qualitativi e quantitativi delle prestazioni erogate agli assistiti del Ssn. È mia ferma intenzione – ha ribadito Lorenzin - proporre all’interno del nuovo patto per la Salute un netto cambiamento di rotta per garantire il rispetto degli equilibri di bilancio, tenuto conto anche dei risultati più che confortanti già raggiunti in tale ambito, maggiore adeguatezza e standard elevati delle prestazioni di assistenza sanitaria nelle regioni sottoposte a piani di rientro”.
 
Il Partito Democratico ha interrogato la responsabile della Salute su che iniziative il Governo “intenda assumere” affinché i cittadini che hanno subito un danno causato da emoderivati, trasfusioni e vaccinazioni per garantire loro un adeguamento dell'indennità integrativa già stabilita in sede Ue dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
 
Sull’indennità integrativa speciale Beatrice Lorenzin ha ricordato che “sono sorti rilevanti contrasti giurisprudenziali in ordine alla necessità di riconoscimento della rivalutazione monetaria. Il ministero, al fine di riconoscere ai destinatari anche gli arretrati delle somme già corrisposte ancor prima che intervenisse la sentenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo, ha reperito e impegnato le risorse finanziarie necessarie allo scopo”. È stato infatti “avviato nel corso del primo semestre di quest’anno un progetto finalizzato alla corresponsione di tali somme. Il progetto è destinato a concludersi in temi brevi”.
 
In seguito alla sentenza della corte europea di cui si parla nell’interrogazione Lorenzin ha spiegato che “si rende necessario reperire ulteriori risorse per garantire il pagamento degli arretrati agli eventi diritto”. Il ministero della Salute ha stimato in cento milioni di euro la somma destinata a questo e in vista delle prossima legge di stabilità la Ministra intende “avviare tutte le iniziative necessaria affinché sia introdotta una specifica disposizione per garantire la compiuta esecuzione della sentenza della Cedu”.
 
Ultima interrogazione da parte del Popolo della Libertà che ha posto all’attenzione della Lorenzin il fenomeno della “vendita on line di medicinali soggetti a prescrizione medica per la cura di patologie varie, quali l'obesità, calvizie, farmaci per la contraccezione e la salute sessuale”, chiedendo alla Ministra quali iniziative intenda “porre in essere per assicurare, in relazione ai menzionati fenomeni, il rispetto della normativa nazionale e comunitaria a tutela della salute pubblica”.  
Su questo punto il ministero, ha fatto sapere Lorenzin “ha avviato con Aifa consultazioni con altre autorità italiane e internazionali per un approccio coordinato per arrivare ad una risoluzione del problema della vendita on line dei farmaci”. Per quanto riguarda le offerte di vendita del sito 121doc.it. “a livello nazionale la problematica è all’attenzione del tavolo di cui fanno parte l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, il ministero della Salute, il ministero dello Sviluppo economico e i Nas”.
In più l’Aifa “ha avviato una specifica negoziazione con l’agenzia regolatoria britannica e con le altre autorità britanniche competenti. 121doc è infatti – ha spiegato Lorenzin – una vera e propria clinica online del Regno Unito che offre farmaci con prescrizione alcuni dei quali privi di autorizzazione per il commercio”. Sull’acquisto dei farmaci i Nas stanno tuttavia svolgendo indagini.
“Al contempo – ha fatto sapere la Ministra – è stato istituto un tavolo informale internazionale finalizzato a negoziare con i farmacisti britannici le misure sanzionatorie da adottare. Il caso è stato sottoposto anche alla commissione pubblicità del ministero della salute e dell’autorità garante della concorrenza e del mercato per giungere in tempi brevi ad un provvedimento interdittivo che disponga il blocco dell’accesso dall’Italia per violazione delle disposizioni della pubblicità dei farmaci”.
“È mia intenzione – ha concluso Lorenzin – prevedere norme stringenti per contrastare il fenomeno delle vendite on line di farmaci sul territorio nazionale. Il decreto legislativo sarà la sede per ribaltare il divieto di vendita online e ribadire il divieto di vendita online di farmaci con l’obbligo di prescrizione”. 
11 settembre 2013
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