"Non possiamo prolungare il lockdown per un lasso di tempo che potrebbe diventare eccessivamente dannoso per il Paese anche a livello economico". Questa la premessa del premier
Giuseppe Conte ieri durante il confronto con la task force guidata da
Vittorio Colao per fare il punto sulla Fase 2 in vista del prossimo 4 maggio.
Da quanto raccolto da
Quotidiano Sanità, l'obiettivo dell'Esecutivo resta dunque quello di far ripartire una parte delle attività, ma sempre in condizioni di massima sicurezza. "Non possiamo permetterci di vanificare tutti gli sforzi compiuti fino ad oggi", ha ribadito il premier. Il piano messo a punto dalla task force si è basato sulle valutazioni di rischio comprese dallo
schema Inail. Ad esser prese in considerazioni sono state dunque quelle attività giudicate a rischio "basso" o "medio-basso".
Dal prossimo 4 maggio potrebbero quindi ripartire il settore della manifattura, quello delle costruzioni e qualche attività del settore servizi e commerciale, in particolare quelli legati ai comparti che verranno riavviati. Dovranno in ogni caso essere rigidamente rispettati i protocolli di sicurezza previsti per i luoghi di lavoro.
Quanti potrebbero quindi essere gli italiani che torneranno a lavoro? A livello teorico, il numero massimo viene calcolato in 3,8 milioni di lavoratori. Da quanto appreso da
Quotidiano Sanità, però, a questo numero si dovrebbero sottrarre i lavoratori che potrebbero proseguire la propria attività in smart working, quelli che per età e condizioni mediche potrebbero non tornare subito a lavoro, ed infine quelli che in queste settimane hanno già ricominciato a lavorare.
Il numero complessivo si andrebbe così a ridurre in circa 2,7 milioni. Resta poi in piedi l'ipotesi di lasciare a casa i lavoratori over 60. Ma questa, come sottolineato più volte durante l'incontro dal premier Conte, al momento
è una mera ipotesi di lavoro.
Uno degli altri problemi presi in considerazione riguarda poi il trasporto pubblico. Il Comitato tecnico-scientifico ha raccomandato di evitare picchi di flusso per andare e tornare dal proprio luogo di lavoro. In questo senso, secondo le prime stime della task force di Colao, non più del 15% dei lavoratori dei settori che dovrebbero riprendere potrebbe usufruire di questi trasporti.
Con le nuove riaperture si genererà una movimentazione di persone, ci saranno nuove occasioni di contatto, e, come spiegato da Conte, è data per certa una risalita della curva epidemiologica. In questo senso, il premier è stato chiaro, l'Italia non può permettersi di restare ancora ferma a lungo, per aspettare che R0 si avvicini allo 0,1. "Dobbiamo quindi accontentarci di contenere R0 sotto controllo". E, nel mentre, verranno da subito progettati meccanismi di monitoraggio e reazione per rispondere immediatamente laddove la curva dei contagi vada a risalire in maniera preoccupante.
Prevista anche la possibilità di lockdowm più mirati e localizzati.
Insomma, nulla verrà lasciato al caso e non si perderà tempo per valutare come sia meglio intervenire. Prima del 4 maggio dovranno essere previsti schemi di reazione che permettano di agire tempestivamente, in maniera programmata, appena la situazione lo richieda. Perché, se ripartire è una necessità del Paese, farlo nelle massime condizioni di sicurezza resta la priorità del Governo.
Giovanni Rodriquez