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QS Edizioni - domenica 19 maggio 2024

Le strutture religiose “deluse dall’indifferenza delle autorità istituzionali”

3 luglio - “Preoccupati, più che delusi, per l’indifferenza mostrata dalle autorità istituzionali davanti alle richieste di un auspicabile intervento per   una equa soluzione dell’annosa questione del rinnovo del contratto  collettivo nazionale per i lavoratori della sanità privata”. Così Padre Virginio Bebber, Presidente dell’Associazione Religiosa degli Istituti Socio-sanitari (ARIS), sconfortato dopo aver appreso che non ci sarà intervento alcuno di governo e regioni.  
 
Bebber reclama invece una “doverosa assunzione di responsabilità da parte del governo e delle regioni per la gravità della situazione in cui si trovano oltre centomila lavoratori e le loro famiglie”. 
 
“L’ARIS – prosegue il Presidente Bebber – è pronta ad assumersi le proprie responsabilità, sedendosi però ad un tavolo di confronto istituzionale con rappresentanti governativi, pronti anch’essi ad assumersi le proprie responsabilità nel dare seguito a quanto la stessa legge istitutiva del SSN prevede, e partecipare dunque ai finanziamenti necessari al rinnovo del ccnl dei lavoratori della sanità privata, così come regolarmente avviene per il comparto pubblico. Vorremmo ricordare che la legge considera la sanità privata accreditata titolare degli stessi diritti di quella pubblica, in quanto svolge, secondo la legge stessa, identica funzione pubblica”.
 
Il rinnovo del contratto di lavoro “è un atto doveroso nei confronti dei lavoratori – prosegue Bebber -   ma la situazione in cui ci hanno messo anni e anni di tagli indiscriminati, di mancanza  decennale di adeguamenti tariffari, di ritardi nell’erogazione del dovuto  e di mancanza di rispetto di disposizioni di legge - come nel caso del rinnovo de ccnl - non ci consente  di trovare soluzioni tali da garantire il rinnovo del ccnl e contemporaneamente l’assicurazione della  prosecuzione dell’attività di servizio”.
 
“Ricordiamo – conclude il Presidente ARIS -  che decine di nostre istituzioni sono state costrette a chiudere i battenti proprio in seguito a certi provvedimenti”.
3 luglio 2019
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