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QS Edizioni - lunedì 20 maggio 2024

Lala (Omceo Roma): “Norma aggraverebbe i problemi dei giovani del Ssn” 

16 aprile - L’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Roma si schiera a fianco della protesta nazionale indetta dai giovani medici contro il provvedimento approvato dal Senato che equipara ai redditi da lavoro dipendente le borse di studio superiori agli 11.500 euro annui, con conseguente imposizione Irpef al 20%. Tale misura interesserebbe borsisti, assegnisti, specializzandi, dottorandi, con un aggravio medio di circa 180-200 euro mensili sulla busta paga. L’Ordine capitolino condivide le motivazioni che sono alla base delle due giornate di astensione dalle attività assistenziali e di ricerca proclamate dal Segretariato Italiano Giovani Medici (SIGM) e dalla Confederazione Nazionale degli Specializzandi (Federspecializzandi), con la partecipazione di tutte le associazioni di categoria e, in particolare, del Coordinamento dell’Università La Sapienza di Roma. Pertanto, alla manifestazione che si terrà domani , dalle ore 10,00 alle 13,00, davanti al Parlamento parteciperà anche una delegazione dell’Ordine dei camici bianchi romani.
 
“Il nostro Ordine professionale – dichiara il Presidente Roberto Lala - si unisce alla richiesta rivolta al Governo e a tutti i gruppi parlamentari di correggere la disposizione in occasione del passaggio alla Camera, affinché la norma non accentui i già gravi problemi del Servizio Sanitario Nazionale. Condividiamo, infatti, le preoccupazioni espresse dagli organizzatori della protesta circa le conseguenze del provvedimento, lesivo del diritto allo studio e alla salute, nonché disincentivante a proseguire la professione in Italia. L'accesso alle specializzazioni – sottolinea Lala - è già arduo e dilaga il lavoro precario: non è giusto né lungimirante aggravare ulteriormente le condizioni dei giovani medici”.
 
Anche per Virgilio De Bono, Consigliere dell’Ordine e Presidente della Commissione Giovani e Futuro Lavorativo, “Il provvedimento peggiorerebbe ulteriormente la condizione dei giovani medici che si fanno strada in un Paese già molto difficile. Gli specializzandi e tutti i neolaureati sono gravati da una mole eccessiva di lavoro e caricati di responsabilità che in molti casi non gli competono: ora sono pure minacciati da un’insopportabile decurtazione del magro e incerto stipendio su cui, comunque, hanno puntato per porre le basi del loro futuro. Invito quindi i nostri giovani iscritti a partecipare al sit in previsto per domani in piazza Montecitorio, davanti al Parlamento”.
16 aprile 2012
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