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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Lavoro e Professioni

Dopo il caso Dentix, la Cao chiede che le Società tra professionisti diventino obbligatorie per esercizio Odontoiatria in forma societaria

immagine 15 giugno - Il presidente Commissione Albo Odontoiatri interviene sul caso delle 57 cliniche della catena spagnola che in Italia non hanno ancora riaperto dopo la fine del lockdown “lasciando i pazienti senza cure odontoiatriche. Cure per le quali avevano versato un sostanzioso acconto, o si erano affidate a una finanziaria, che ora pretende il pagamento delle rate”. Senza contare i circa 400 lavoratori a rischio.
“I fatti sono ormai noti: 57 cliniche della catena Dentix hanno chiuso per il lockdown. E non hanno ancora riaperto, lasciando i pazienti senza cure odontoiatriche. Cure per le quali avevano versato un sostanzioso acconto, o si erano affidate a una finanziaria, che ora pretende il pagamento delle rate”. Sottolinea la Cao nazionale in una nota.
 
“Questo ci dice una cosa importante, e ci dà una lezione altrettanto significativa – sottolinea il Presidente della Commissione Albo Odontoiatri (Cao) nazionale, Raffaele Iandolo -. Oggi, in Italia, una società può aprire i battenti senza dare garanzie per quanto riguarda la continuità delle cure, oltre che dal punto di vista economico-finanziario, sia nei confronti dei pazienti, sia dei colleghi odontoiatri che lavorano nella struttura. Questo, secondo la Cao nazionale, è un fatto intollerabile, al quale bisogna mettere un argine e porre rimedio”.
 
“Oggi l’argine e il rimedio li abbiamo già: sono costituiti dallo strumento delle Società tra Professionisti – spiega Iandolo -. È necessario un provvedimento normativo che obblighi chi vuole fare società in ambito odontoiatrico a destinare i due terzi delle quote a odontoiatri, che possano dare garanzie da un punto di vista deontologico e di etica professionale. Le Società tra professionisti, infatti, devono essere iscritte agli Ordini e quindi sono sottoposte anche al controllo deontologico da parte dell’istituzione ordinistica”.
 
“Solo così – conclude il Presidente della Cao nazionale – si potranno ripristinare le giuste garanzie, sia per i pazienti, sia per i colleghi che dovessero lavorare nell’ambito di queste strutture”.
15 giugno 2020
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