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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Lettere al Direttore

Il vero problema è che ci sono troppi medici e pochi infermieri

di Luca Heller
16 gennaio - Gentile Direttore,
sono un impiegato amministrativo presso una ASL, e quindi non ho interessi specifici nel Comma 566. Leggo l'intervento di Biagio Papotto, Segretario generale Cisl Medici  del quale condivido poco la sostanza ed ancora meno il tono. Avranno sicuramente ragione i vari attori intervenuti nel segnalare che il comma 566 rappresenti un pasticcio, ma credo che la discussione dovrebbe partire da una considerazione semplice ed oggettiva: "Con 3.9 medici ogni mille abitanti l’Italia si colloca sopra la media OCSE di 3.2 medici, al contrario risulta sotto la media [...] per il numero di infermieri, 6.4 ogni mille abitanti, contro gli 8.8 della media OCSE".
 
Poiché non si può affermare che negli altri paesi OCSE gli "atti medici" vengano svolti da personale non qualificato, ne deduco che l'organizzazione dell'assistenza avviene colà in maniera diversa. Non vedo la vergogna nel dire che un infermiere costa la metà di un medico, e se nel resto del mondo i medici sono di meno, ciò significa che attualmente in Italia qualche medico svolge un lavoro che altri potrebbero fare costando meno. Avranno anche tutti i medici il "valore di quadro" come vuole Papotto, ma alcuni di loro sono finiti a fare da tappezzeria evidentemente.
 
Quindi ben venga la ridefinizione delle competenze reciproche, giustamente nell'ottica di far fare ai medici, i medici ed agli infermieri, gli infermieri, ma tenendo ben presente che la dimensione della classe medica in Italia oggi è un'anomalia, e quindi una riduzione dei suoi compiti, e di conseguenza del numero di medici necessari ad espletarli, rappresenta una fisiologica evoluzione del sistema e non un atto di aggressione nei loro confronti.
 
Luca Heller
Collaboratore Amministrativo Professionale
16 gennaio 2015
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