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QS Edizioni - giovedì 16 maggio 2024

Dalla Conferenza di Washington/1: ecco come i progressi scientifici stanno cambiando la lotta all’Aids

23 luglio - Le nazioni unite riportano una diminuzione nelle morti per Aids e nei contagi per Hiv, ma secondo le ultime stime i malati nel mondo sono ancora 34 milioni e la patologia rimane un problema globale. In Italia i casi sono 157 mila, ma con un trend positivo: nel 2010 il tasso d'incidenza si è attestato al 5,5 ogni 100.000 residenti rispetto al 6,7 del 2009. Tuttavia, oggi circa un sieropositivo su quattro non sa di esserlo e oltre un terzo lo scopre troppo tardi. Ma quali sono gli ultimi strumenti approntati per fronteggiare l’epidemia? Il Guardian ha provato a fare il punto.
 
Farmaci per la prevenzione
Studi recenti hanno dimostrato che gli antiretrovirali, usati per il trattamento delle persone sieropositive, le rendono anche molto meno contagiose. In particolare, lo ha dimostrato una ricerca fondamentale pubblicata a maggio del 2011e ritenuta da Science la ricerca dell’anno scorso: i dati del trial, che aveva un campione di oltre 1700 coppie sierodiscordanti (ovvero in cui uno dei due partner era Hiv positivo e l’altro no), hanno riportato una diminuzione del 96% del contagio del partner sano, nel se caso in cui i farmaci vengano usati da subito dopo la diagnosi, tempestivamente.
 
Profilassi pre-esposizione
Seppure tra le polemiche è stato approvato la settimana scorsa dall’Fda un farmaco che ha dimostrato di poter proteggere le persone sane dal contagio. Il medicinale si chiama Truvada e se preso regolarmente ogni giorno riduce il rischio del 73%. Tuttavia rimangono dubbi sugli effetti collaterali e sul possibile sviluppo di farmaco-resistenza se non assunto correttamente.
 
Circoncisione
È stato dimostrato che questa pratica chirurgica riduce i contagi tra gli uomini, ma la diffusione nelle regioni più colpite dall’Aids non è ampia come vorrebbero gli esperti.
 
Kit per il test fai-da-te
Diffuso all’inizio del mese negli Stati Uniti, il kit riesce a svelare la sieropositività con un esame della saliva in un tempo che va dai 20 ai 40 minuti: molti credono che la possibilità di fare il test a casa potrà vincere la riluttanza di molti a scoprire se sono stati contagiati. Come già accennato sono infatti molti sia in Italia che in tutta Europa (uno su quattro) che negli Stati Uniti (uno su cinque) i sieropositivi che non sanno di esserlo.
 
Conta dei CD4 nei linfociti T
Grazie alla ricerca sono disponibili anche strumenti diagnostici capaci di misurare subito tramite una sola goccia di sangue i livelli di CD4 (glicoproteina transmembrana che si trova sulla superficie dei linfociti T CD4+) nell’organismo: questo valore indica la forza del sistema immunitario colpito dal virus, quando è troppo basso determina l’inizio della terapia.
23 luglio 2012
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