Lettere al Direttore
L’oculistica sta uscendo dai Lea. Ma un rimedio ci sarebbe…
di Claudio Maria MaffeiGentile Direttore,
è ormai esperienza comune confrontarsi con la quasi pratica impossibilità di accedere a prestazioni oculistiche tempestive e di qualità sia diagnostiche che chirurgiche nel Servizio Sanitario Nazionale, tanto nelle strutture pubbliche che in quelle private contrattualizzate. Di fatto, l’oculistica sta uscendo dai LEA in modo tanto devastante nei risultati quanto sommesso, quasi banale, nei modi. Infatti, nessuno apparentemente vuole questo fenomeno, ma in tanti nei fatti lo sostengono.
Da anni anche su queste pagine la Società Oftalmologica Italiana (SOI) sta denunciando questa deriva per bocca soprattutto del suo Presidente, Matteo Piovella. L’ultimo appello a farsi carico di questa problematica che ritrovo qui nell’Archivio di QS risale a pochi giorni prima delle ultime elezioni politiche, un appello rivolto ai cittadini elettori e quindi indirettamente ai politici, finora insensibili al problema.
Il titolo, efficace come nello stile del quotidiano, era “Nel 2030 in Italia raddoppieranno le persone cieche. La politica batta un colpo”. Stralcio solo un paio di passaggi dell’intervento: “Siamo retrocessi da primi in Europa e riferimento internazionale per gli oftalmologi del mondo, all’ultimo posto proporzionalmente dietro l’Albania. L’hanno percepito chiaramente il 70% dei pazienti affetti da maculopatia, la malattia della retina che impedisce di leggere un estratto conto bancario, che non hanno accesso a cure adeguate come avviene in Francia Inghilterra e Germania per motivi di mera stupida burocrazia e che sono consapevoli di essere a rischio perdita della vista.”
E ancora: “La cataratta che tutti prima o poi dovremo sviluppare, oggi ha triplicato i vantaggi dopo l’intervento perché riesce a correggere eliminandoli tutti i difetti di vista anche preesistenti. Ma la distratta e in altre cose affaccendata politica quella di oggi con la p minuscola ha deciso senza competenza o informazione che l’intervento deve costare solo 700 euro anche se adottando le nuove scoperte e tecnologie ne sono necessari 4000.”
Non mi sogno di entrare nel merito tecnico delle questioni ripetutamente sollevate dalla SOI su queste pagine a partire dal 2017, ma forse anche da prima. Peraltro nel sito della SOI c’è il Manifesto per i Cambiamento “Accesso alle Cure Oculistiche Sostenibili in Italia” che fornisce una sintesi delle criticità e delle proposte dal punto di vista della Società.
Faccio solo alcune osservazioni da vecchio burocrate su alcuni “equivoci” di tipo ammnistrativo che hanno contribuito assieme alla cecità della politica e del suo apparato tecnico a creare questa situazione:
A questa rimozione del problema della oculistica che esce dai LEA un rimedio ci sarebbe: l’obbligo per i politici e gli amministratori pubblici di effettuare gli accertamenti e gli interventi di tipo oculistico solo attraverso i percorsi istituzionali del Servizio Sanitario Nazionale. Magari così si accorgono.
Claudio Maria Maffei