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Cataratta. “Negli ospedali italiani qualità delle cure ferme alla fine degli anni 90”. La denuncia del Soi


La Società Oftalmologica Italiana evidenzia come il valore economico rimborsato dal Ssn per un intervento di cataratta sia pari a 735 euro. “In Germania lo stesso viene valorizzato 3000 euro. E' evidente che con l'attuale rimborso di 735 euro non è possibile applicare le nuove tecnologie dedicate alla valutazione e studio dei parametri dell’occhio, che servono ad individuare la strategia chirurgica migliore”.

29 MAG - “Il dono della vista è così straordinario da poter essere allineato come importanza e qualità della vita alla cura contro i tumori”. Ma “nonostante questi numeri di straordinario impatto, efficacia e sicurezza, che non trovano riscontro in nessun altra specialità della medicina, l'oculistica assorbe attualmente solo l'1 per cento della spesa sanitaria pubblica italiana. E questo si traduce, inevitabilmente, nell’impossibilità di fornire ai cittadini le nuove tecnologie e i farmaci innovativi  cosicché  oggi gli italiani non dispongono delle migliori cure oculistiche come quelle a disposizione dei cittadini di Francia , Germania, Giappone e Stati Uniti”.
 
A lanciare l’allarme è la Società Oftalmologica Italiana (Soi), che tramite la Fondazione Insieme per la Vista Onlus ha patrocinato la campagna d'informazione “La vista ti salva la vita”, che proseguirà fino ad ottobre e che si propone di sensibilizzare ed informare i cittadini italiani “sul reale e fondamentale valore del poter veder bene” e sulle criticità del settore, che deve far fronte a una carenza progressiva di risorse.

Per la Soi, “è necessario risolvere i principali problemi: cancellare i vincoli della burocrazia, introdurre una gestione competente e dedicare maggiori risorse a sostegno dell’oculistica. Anche in situazioni di grave crisi non si può non tenere conto dello straordinario progresso della medicina”. A fare da volano di questo progresso esponenziale, spiega la Società Oftalmologica Italiana, “è stato lo sviluppo tecnologico e farmaceutico che ha trovato un terreno estremamente fertile nel promuovere una vera e propria rivoluzione in campo oftalmologico”.

La Soi, però, racconta una realtà di sostegno in termini economici non affatto in linea con questi progressi. E cita l’esempio della cataratta. “Il paziente che si rivolge oggi a un centro oculistico pubblico che fa parte del Sistema Sanitario Nazionale per un intervento di cataratta riceve oggi cure adeguate rispetto a un modello chirurgico messo a punto alla fine degli anni 90 del secolo scorso. Per questo motivo  il valore economico rimborsato dal SSN alla struttura che eroga l’intervento si è progressivamente ridotto fino al ridicolo importo di 735 euro. In questo modo, oggi, l’intervento chirurgico  maggiormente eseguito  sull’uomo (in Italia nel 2016 sono stati eseguiti 557.000 interventi di cataratta e sono nati ‘solo’ 480.000 bambini) viene rimborsato quanto  il costo di un paio di occhiali da sole firmati da una delle Maison che fanno grande la moda italiana nel mondo. In Germania lo stesso intervento con utilizzo di tecnologie avanzate viene valorizzato  3000 euro”.

Con l’attuale rimborso di 735 euro, evidenzia la Soi, “non è possibile applicare le nuove tecnologie nell’organizzazione dedicata alla valutazione e studio dei parametri dell’occhio, per individuare la strategia chirurgica migliore che oggi deve essere personalizzata come un abito di sartoria. Ogni singola persona deve poter usufruire di un cristallino artificiale costruito su misura che si adatta perfettamente  alle caratteristiche e allo stato di salute dei propri occhi. Anche l’utilizzo del Femtolaser  non può essere adottato pur se capace di ridurre notevolmente la residua percentuale di complicazioni capaci di penalizzare il risultato finale”.

In questo contesto così complicato, prosegue la Soi, “risulta sorprendente veder collocata burocraticamente la chirurgia della cataratta tra gli interventi così detti a bassa complessità. Che non vuol dire essere collocati tra gli interventi di facile esecuzione ma tra quelli che non necessitando di particolari tecnologie  possono essere eseguiti con pochi denari. SOI ritiene che tale collocazione sia solo il frutto di un abbaglio burocratico sostenuto da funzionari poco competenti. Rileva con amarezza che tale collocazione errata sia da considerarsi responsabile di tutte le negatività che hanno colpito la chirurgia della cataratta con grave penalizzazione subita da milioni di pazienti. SOI si mette a disposizione quale interlocutore tecnico scientifico per superare una criticità che deve essere rimossa al più presto”.

Un'altra grande sfida per l’oculistica moderna è la diagnosi e la cura delle maculopatie, le  malattie “che colpiscono la parte più nobile e delicata della retina e che mettono una persona su tre nella condizione di non poter più leggere un estratto conto bancario dopo i 75 anni. Il numero di pazienti affetti da questa patologia è esploso recentemente per effetto dell'invecchiamento della popolazione e dei numeri incredibili riguardanti i pazienti diabetici. Questa è una vera emergenza sociale”.

Dal 2007, spiega la Soi, “si sono rese disponibili cure  efficaci utilizzando i farmaci antiVEGF. Nonostante questo , oggi  100.000 persone hanno un accesso inadeguato alle cure. Dati delle Regioni meglio organizzate evidenziano che a  differenza di una corretta terapia basata il primo anno sulla somministrazione di sette dosi  del farmaco per iniezione intravitreale, ne vengono erogate solo tre. I dati riferiti al numero di terapie attuate in Italia evidenziano un sottodimensionamento del 50% rispetto a Paesi come Francia e Germania.  Anche in questo caso, vi è una vicenda burocratica poco comprensibile legata al fatto che la somministrazione  di queste terapie è ristretta a soli pochi ospedali e pochi medici oculisti (non più di 200, rispetto ai 7000 medici oculisti italiani in grado di curare perfettamente tutti i pazienti) contrariamente a quanto indicato e attuato in tutto il mondo”.

Per superare questa situazione di grave criticità la Soi ha richiesto “il sostegno e l’intervento congiunto del Ministero della Salute e di Aifa” ed espresso l’auspicio, insieme alla Fondazione Insieme per la Vista, che “chi ha la responsabilità e la possibilità di superare questo impasse che dura ormai da diversi anni, attivi risoluzioni capaci di sostenere le esigenze e i diritti dei pazienti affetti da maculopatia”.

29 maggio 2017
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