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QS Edizioni - venerdì 17 maggio 2024

Lettere al Direttore

La classe medica per rilegittimarsi deve riconsiderare il suo ruolo

di Nick Sandro Miranda
22 gennaio - Gentile direttore,
ho letto con interesse sia gli articoli del Dott. Polillo (1 e 2) che le considerazioni della Dott.ssa Mancin e anticipo che sono in sintonia con quanto espresso dalla collega. Da anni il prof. Cavicchi sta cercando di sensibilizzare il mondo medico sulla “questione medica” proponendo un cambiamento dei paradigmi, e problemi complessi non possono essere risolti con soluzioni riduzioniste.
 
La conclusione dell’articolo del dott. Polillo, che invita al recupero salariale, alla valorizzazione professionale/sviluppi di carriera e al ripristino di condizioni lavorative accettabili, sembra andare nel senso della soluzione riduzionista. Tuttavia, non voglio credere che questo fosse l’intento del collega, viste le dotte premesse del primo articolo del quale condividevo molte considerazioni, prima di tutto il condizionamento dell’economicismo sanitario.

Credo che la classe medica per ri-legittimarsi abbia la necessità di riconsiderare il suo ruolo e che per reclamare una maggiore autonomia debba assumersi le proprie responsabilità (il medico AutoRe di Cavicchi).

Ad esempio, essere responsabili della tutela e del mantenimento della salute delle persone significa non porsi unicamente come un “riparatore”, ma impegnarsi per essere un “maestro di educazione sanitaria”, che vuol dire richiamare quanto venne espresso in maniera lungimirante nella riforma sanitaria del ’78. Si tratta di impegnarsi e fare impegnare le istituzioni in quella pratica sovversiva, perché poco costosa e poco remunerativa, rappresentata dalla prevenzione primaria.

Desidero esprimere questo concetto in un modo provocatorio: con la riduzione delle malattie il medico dovrebbe promuovere l’autoestinzione.
Questo non è sicuramente nella logica di quelle proposte che vedono la sanità integrativa/sostituiva come la panacea di tutti i mali. Come non restare impressionati da quanto espresso ironicamente da quel cittadino-paziente che in poche parole ha definito lo scopo dei fondi sanitari integrativi?

Quel cittadino ha espresso meglio di chiunque altro quello che potremmo definire “il manifesto del cittadino-paziente confuso”.
 
Nick Sandro Miranda 
22 gennaio 2018
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