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Presidi e rettori contestano i test di Medicina


30 AGO - Test di Medicina ancora nell’occhio del ciclone. Dopo le polemiche e gli scandali degli ultimi anni non si spegne il dibattito sulle modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e odontoiatria che continuano ad attirare l’attenzione dei maggiori quotidiani italiani (Corriere della Sera e La Repubblica). A puntare il dito contro i famigerati quiz, come riporta il Corsera, sono i tre presidenti del corso di laurea della Statale di Milano Anna Spada, Laura Vizzotto e Silvio Scarone. Per i cattedratici: “La formula di selezione è da cambiare e non è detto che la prova d’ammissione premierà i migliori. Ossia quelli, per intendersi, che in futuro potranno curare al meglio i malati”.
E così, riuscirà a varcare le porte delle facoltà solo uno su dieci dei circa 90mila aspiranti camici bianchi che il 2 settembre si cimenteranno nel test di ingresso (il 3 settembre tocca agli odontoiatri e il 6 ai veterinari). E in questo anno accademico i candidati potranno avere qualche chance di accesso in più, infatti, il numero dei posti è stato ampliato: in palio ce ne sono 8.755 per medicina e chirurgia (+9%); 789 per odontoiatria; 1.006 per veterinaria, per un totale di 10.550 posti nell’area medico veterinaria.
Sulla strada della contestazione anche Renato Lauro, rettore dell’Università romana “Tor Vergata”. “Il sistema va cambiato – ha detto – ci sono tutta una serie di domande che così come sono congegnate  non dimostrano l’attitudine dei candidati agli  studi in medicina, ma soprattutto  non danno un’indicazione precisa sul livello culturale degli studenti”.
L’alternativa? Bisognerebbe dare maggior peso ai curriculum  scolastici degli studenti, sicuramente più attendibili: “In base ad una valutazione effettuata nella nostra Università abbiamo potuto appurare che gli studenti diplomati con voti bassi sono quelli che più frequentemente lasciano il corso di laurea”. E ancora, per Lauro occorerebbe anche incentivare i corsi di orientamento agli studi universitari, un ottima soluzione per evitare fughe successive dalla facoltà universitarie.
Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente del Consiglio universitario nazionale (Cun), Andrea Lenzi che da tempo lancia l’allarme sulla necessità di trovare nuove formule per consentire agli studenti maggiormente predisposti di essere giustamente premiati: “Oltre al semplice quiz, che ha un valore oggettivo e che per questo è indispensabile, pensiamo di valutare il curriculum degli ultimi tre anni di liceo, più il voto di maturità ‘pesato’ sulla media dell’istituto, dal momento che ci sono istituti dove è facile prendere dieci e altri dove è difficile prendere sette. Si pensa anche alla possibilità di selezionare aggiungendo ai quiz dei colloqui”.
Nessuno però mette in discussione il numero chiuso. “Limitare gli accessi – ha affermato Anna Spada – è indispensabile, lo dimostra il boom di iscrizioni alle prove d’ingresso. Diverso è decidere come selezionare al meglio gli studenti”. “Per formare un medico occorrono 11 anni – ha ammesso il presidente del Cun – 6 di laurea, 5 di specializzazione, perciò nessuno Stato può permettersi di far entrare tutti, anche perché creeremmo dei medici disoccupati”.
Ma per il momenti non ci sarà alcun cambiamento e quindi i candidati dovranno rimboccarsi le maniche per rispondere a 80 domande suddivise in quattro categorie: logica e cultura generale (40 domande); biologia (18 domande); chimica (11 domande) e fisica e matematica (11 domande). Tempo massimo a disposizione 120 minuti. Per la valutazione vengono assegnati: 1 punto per ogni risposta corretta, 0 punti per ogni mancata risposta, mentre verranno sottratti 0.25 punti per ogni risposta errata.
 
(E.M.)

 

30 agosto 2010
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