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1 MMG su 3 segue pazienti in stato vegetativo


16 GIU - Oltre un terzo dei medici di medicina generale conta tra i propri assistiti pazienti in stato vegetativo o di minima coscienza. La maggioranza di essi vive abitualmente a casa, seppur con sensibili variazioni tra le aree del Paese: il 55 per cento al Nord, il 63 al Centro, il 70 al Sud.
Vive invece in strutture residenziali il 44 per cento dei pazienti al Nord, il 36 al Centro ed il 27 al Sud. 
Sono alcuni dei dati raccolti dal Centro Studi nazionale della Federazione italiana dei medici di famiglia (FIMMG) attraverso un questionario effettuato a marzo su un campione di oltre mille medici di medicina generale.
“L’indagine è stata orientata a conoscere le dimensioni di un fenomeno che è motivo di enorme sofferenza per gli stessi pazienti, ma soprattutto per i loro familiari e causa di importanti oneri assistenziali per il sistema sanitario e per tutti i caregiver coinvolti”, ha spiegato Paolo Misericordia che dirige il Centro Studi.
Dall’indagine emerge infatti che quasi il 25 per cento dei pazienti che vive abitualmente presso la propria abitazione non dispone di alcun servizio di assistenza domiciliare, con un picco del 35 per cento al Sud. Oltre al medico di medicina generale, la figura professionale più frequentemente coinvolta nell’assistenza è l’infermiere, seguita dal fisioterapista e dall’operatore socio-sanitario.
Tra le criticità segnalate dai medici spiccano la carenza di assistenza psicologica, quella riabilitativa, sociale, medico-specialistica e infermieristica.
“È uno studio importante per scattare una fotografia del fenomeno”, ha dichiarato Fiorenzo Corti, responsabile nazionale della comunicazione di Fimmg. “Questi dati testimoniano l’impegno della Fimmg  a promuovere e a valorizzare il ruolo dei medici di medicina generale come sensori periferici dei bisogni assistenziali dei cittadini italiani e delle loro famiglie, con particolare riguardo alle aree di maggior fragilità". 

16 giugno 2011
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