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Guerra Israele-Palestina. Medici senza frontiere: “Assistiamo ad atrocità mai viste prima a Gaza, chiediamo il cessate il fuoco”


Un appello disperato quello dell’Ong: “Siamo pronti ad aumentare la nostra capacità di aiuto a Gaza” ma “finché i bombardamenti continueranno con l’attuale intensità qualsiasi sforzo per aumentare gli aiuti sarà inevitabilmente insufficiente”. Gli ospedali “sono pieni di pazienti, le amputazioni e gli interventi chirurgici vengono eseguiti senza anestesia”. L’ordine israeliano di evacuazione “è impossibile da rispettare” e “i civili non hanno alcun luogo sicuro dove ripararsi”.

30 OTT - Medici Senza Frontiere (Msf) lancia un nuovo appello, drammatico, per un “immediato cessate il fuoco a Gaza”, dove, “da venerdì 27 ottobre i bombardamenti israeliani hanno raggiunto un livello mai visto prima: il nord di Gaza è costantemente sotto pesanti attacchi, nel resto della Striscia continuano le operazioni militari e i civili non hanno alcun luogo sicuro dove ripararsi”, riferisce la Ong in una nota diramata nella giornata di ieri.

Per Msf le azioni dei leader mondiali “sono troppo deboli e troppo lente: la risoluzione non vincolante adottata dalle Nazioni Unite per una tregua umanitaria non ha portato alla fine della violenza indiscriminata scatenata su un popolo indifeso. La comunità internazionale deve intraprendere un’azione più forte per esortare Israele a fermare lo spargimento di sangue. Le persone vengono uccise e sfollate con forza dalle loro case, mentre acqua e carburante si stanno esaurendo. Assistiamo ad atrocità mai viste prima a Gaza”.

La situazione sanitaria è ogni giorno più critica. “Le strutture sanitarie stanno finendo le forniture mediche” e “il blackout totale delle comunicazioni del 27 ottobre ha limitato ulteriormente la capacità di coordinare e fornire assistenza umanitaria e medica. Le persone sotto le macerie, le donne in stato avanzato di gravidanza e gli anziani non sono in grado di cercare aiuto. Abbiamo anche perso i contatti con la maggior parte del nostro staff palestinese”.

Gli ospedali, racconta Mohammed Obeid, chirurgo di Msf a Gaza, “sono pieni di pazienti, le amputazioni e gli interventi chirurgici vengono eseguiti senza anestesia e gli obitori sono pieni di cadaveri”.

In tutta Gaza, riferisce l’Ong, il numero di feriti con bisogni medici urgenti supera di gran lunga la capacità del sistema sanitario, che attualmente dispone di circa 3.500 posti letto.

“Un numero così elevato di vittime in così breve tempo non si era mai visto, neanche nelle precedenti offensive israeliane su larga scala” e “milioni di uomini, donne e bambini stanno affrontando un assedio disumano, una punizione collettiva e indiscriminata, vietata dal diritto internazionale umanitario”.

Un ospedale come quello di Al Shifa a Gaza City, “dove il nostro staff palestinese continua a lavorare, è sommerso dai pazienti”. Anche l’ordine israeliano di evacuazione, spiegano gli operatori di Msf, “è impossibile da rispettare perché al momento l’ospedale è al massimo della capacità con pazienti in cerca di cure mediche e decine di migliaia di altri in cerca di un rifugio sicuro”. Secondo il diritto internazionale umanitario, torna a ribadire l’Ong, “malati, operatori sanitari e strutture mediche devono essere sempre protette”.

Msf riferisce che le autorità israeliane continuano a impedire l’ingresso di carburante a Gaza, essenziale per alimentare gli ospedali e gli impianti di desalinizzazione che producono acqua potabile.

Venerdì sera, fa poi sapere, “il bilancio delle vittime era già di oltre 7.300 secondo le autorità sanitarie locali, con circa 19.000 feriti, e potrebbe essere peggiorato di molto dopo la notte di bombardamenti più intensa dall’inizio della guerra. L’assedio aggraverà le morti causate dagli attacchi, poiché i medici saranno costretti a decidere chi curare o meno e la gente rimarrà senza cibo, acqua e medicine”.

Prima del 7 ottobre, tra i 300 e i 500 camion di rifornimenti attraversavano Gaza ogni giorno, dove la maggior parte delle persone dipendeva dagli aiuti umanitari. Oggi, nonostante il valico di Rafah sia aperto, dal 20 ottobre sono entrati solo 84 camion. “Una risposta decisamente inadeguata ai bisogni costanti e crescenti di Gaza”.

Msf sottolinea infine come “chi vuole cercare sicurezza attraverso il confine deve essere autorizzato a farlo senza pregiudicare il proprio diritto di tornare a Gaza”.

Christos Christou, presidente internazionale di Msf, spiega che l’Ong è pronta ad aumentare la propria capacità di aiuto a Gaza con l’invio di nuovi team e forniture mediche per supportare la risposta medica di emergenza, non appena la situazione lo consentirà. Ma “dinché i bombardamenti continueranno con l’attuale intensità – sottolinea -, qualsiasi sforzo per aumentare gli aiuti sarà inevitabilmente insufficiente”. Ventisei tonnellate di forniture mediche sono già state inviate in Egitto con un volo aereo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con la Mezzaluna Rossa egiziana. Coprono il fabbisogno di 800 interventi chirurgici e sono destinate alle diverse strutture sanitarie a Gaza con cui collaboriamo da molti anni. “Chiediamo che questi aiuti possano entrare nella Striscia il prima possibile, poiché gli ospedali di Gaza sono sovraccarichi di pazienti e stanno esaurendo le scorte mediche, dopo più di tre settimane di assedio da parte delle forze israeliane”.



30 ottobre 2023
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