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Radicali. Pronti 6 referendum "economici" e una legge per la cannabis "libera"


Obiettivo dei nuovi quesiti, depositati oggi in Cassazione, quello di riformare lo Stato, far ripartire l’economia e far guadagnare al bilancio “almeno 15 miliardi tra minori spese e nuove entrate”. In arrivo anche proposte di legge d'iniziativa popolare su coltivazione e legalizzazione della cannabis.

10 APR - I radicali italiani stamattina hanno depositato presso la Corte di Cassazione di Roma 6 nuovi quesiti referendari i cui temi in oggetto puntano a riformare lo Stato, facendo guadagnare alla comunità almeno 15 miliardi tra minori spese e nuove entrate. “Due le linee guida – spiegano i promotori – riforme che mettano al centro dello Stato la persona anziché partiti ed apparati e il superamento di quelle leggi criminogene che soffocano il sistema giustizia, fanno esplodere le carceri, violano diritti umani e ci costano miliardi di euro”.
 
“Sulle stesse linee guida – aggiungono i radicali italiani – saranno in arrivo prossimamente anche alcune proposte di legge d'iniziativa popolare” su: riforma elettorale uninominale maggioritaria;
coltivazione della cannabis e legalizzazione; 
abolizione del quorum referendum;
separazione tra banche e fondazioni.
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 “Noi vorremmo la legalizzazione delle droghe leggere – spiega al Fatto quotidiano Mario Staderini, segretario di Radicali italiani – ma l'adesione dell'Italia a trattati internazionali, di fatto, non la permette. E allora con il nostro referendum puntiamo a cancellare la reclusione sino a sei anni per i reati di lieve entità”. Così, aggiunge Staderini, “abolendo la detenzione per questi fatti svuoteremmo penitenziari stracolmi, e si risparmierebbe moltissimo. Tra le varie voci, sino a un miliardo. Ma la legalizzazione potrebbe valerne dieci”.
 
A presentare l’iniziativa referendaria, a margine del deposito presso la Corte di Cassazione sono stati Marco Pannella, Mario Staderini e il tesoriere Michele De Lucia. In più erano presenti Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni, Rita Bernardini e Marco Perduca, già parlamentari radicali, e Gianfranco Spadaccia.
 
Il primo dei 6 quesiti riguarda il finanziamento pubblico ai partiti: se ne chiede l’abolizione completa e definitiva. 

Il secondo è sull’otto per mille: per abrogare la norma che ridistribuisce tra le confessioni religiose i soldi di chi non ha espresso una scelta sulla dichiarazioni dei redditi. Parliamo di circa 600 milioni che devono restare allo Stato.

Il terzo quesito riguarda la depenalizzazione dei reati lievi legati alla droga come l’autocoltivazione e l’uso personale.

Il quarto e il quinto quesito sono entrambi sull’immigrazione: per ridurre a 60 giorni il tempo massimo di reclusione degli immigrati nei Cie e per facilitare la regolarizzazione dei lavoratori immigrati. Si taglierebbero drasticamente i costi dei Cie e si incrementerebbero invece le entrate fiscali.

L’ultimo quesito si riferisce al divorzio: per cancellare la follia tutta italiana dei tre anni di separazione prima del divorzio.
Sul sito lisostengo.it sono spiegati uno per uno nel dettaglio tutti i quesiti e in più sono preannunciati gli arrivi anche di Proposte di legge d'iniziativa popolare su: Riforma elettorale uninominale maggioritaria;
Coltivazione della cannabis e legalizzazione; 
Abolizione del quorum referendum;
Separazione tra banche e fondazioni.
 
Il deposito dei quesiti è solo il primo passo dell’iniziativa il successivo è la raccolta delle firme: 500 mila sottoscrizioni per ogni referendum. “Se questo obiettivo sarà centrato – spiega Staderini – i Radicali italiani potranno depositare le firme in Cassazione, dove sarà vagliata la loro validità. Occorrerà però che la Corte Costituzionale esamini la legittimità dei quesiti prima di arrivare alle urne. Un lungo iter di cui oggi si compie il primissimo tratto. Starà ai cittadini rispondere con la propria adesione”.

10 aprile 2013
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