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Obesità: per combatterla arriva la chirurgia senza cicatrici


Oggi in Italia si eseguono tra i 5.000 e i 6.000 interventi di chirurgia bariatrica ogni anno. Ma da oggi basterà un taglietto di 20 millimetri vicino all’ombelico per combattere l’obesità. La nuova tecnica, denominata Sils, è stata presentata al Policlinico Gemelli di Roma, dove viene già praticata dal 2008.

10 DIC - L’obesità può essere sconfitta grazie a un intervento mininvasivo di laparoscopia, che non lascia cicatrici perché si esegue attraverso una sola incisione fatta all’altezza dell’ombelico, un taglietto di soli 20 millimetri; l’intervento dura meno di due ore e offre al paziente la possibilità di riprendersi nel giro di poco tempo.
La nuova tecnica si chiama Sils (Single Incision Laparoscopic Surgery) ed ad illustrarla oggi è Roberto Tacchino, responsabile dell’Ambulatorio di Chirurgia dell’Obesità presso il Policlinico Gemelli di Roma, che ha adottato la nuova tecnica già dal 2008. Oltre 100 i pazienti operati nel solo 2010. “È la priva volta che è praticabile una chirurgia senza cicatrici visibili”, dichiara il Tacchino, spiegando che la Sils è un grande passo avanti nella chirurgia laparoscopica.
L’intervento è più vantaggioso rispetto alla chirurgia bariatrica tradizionale, non solo per il paziente ma anche per il chirurgo, spiega l’esperto, che sull’argomento ha pubblicato anche uno studio sulla rivista Obesity Surgery. Operare in laparoscopia, infatti, significa per il chirurgo avere una visibilità migliore del “campo operatorio” e quindi operare una dissezione più precisa, con minor rischio complicanze.
La Sisl è già stata promossa per efficacia e sicurezza, sottolinea Tacchino, in quanto è già usata ampiamente da alcuni anni in interventi di altro tipo, come la colecistectomia, la prostatectomia e la chirurgia oncologica colorettale.
Rispetto alla laparoscopia tradizionale, che richiede solitamente fino a 8 punti d’accesso per inserire gli strumenti operatori, questa nuova tecnica non lascia cicatrici. È infatti sufficiente fare una singola e piccolissima incisione addominale dove vengono inseriti una telecamera e due strumenti operatori. “Questo – sottolinea l’esperto - riduce considerevolmente la perdita di sangue e il rischio di possibili ernie nei punti di accesso. Inoltre riduce il dolore post-operatorio, poiché l’incisione avviene nell’ombelico che è una zona poco ricca di centri nervosi e quindi poco sensibile”.
 

10 dicembre 2010
© Riproduzione riservata

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