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I dietisti: “A Natale evitate gli sprechi”


L’Associazione nazionale dietisti lancia l’allarme: “carrelli troppo pieni per Natale. Buona parte degli acquisti finiranno nel cestino della spazzatura”. E propone mozione bipartisan di indirizzo che porti a una campagna si sensibilizzazione su questi temi nelle scuole e nelle case degli italiani. 

17 DIC - Non c’è crisi economica che tiene: con 7 milioni di italiani sotto la soglia di povertà si buttano al macero ogni anno 4 mila tonnellate di cibi buoni. Soprattutto durante le festività natalizie a farla da padrone è lo spreco, soprattutto dei generi alimentari.Anche chi ha redditi bassi o medi, in queste occasioni, coglie l’occasione per esagerare e finisce che acquista cibi e beni superiori alle sue esigenze.
A lanciare l’allarme è l’Andid (Associazione nazionale dietisti) nel corso del convegno “Pregustando l’Expò” organizzato all’Università di Milano.“Questa tendenza allo spreco – ha spiegato la presidente Andid Giovanna Cecchetto – non sente ragioni, economiche o scientifiche. È in crescita perché il nostro stile di vita sta inesorabilmente cambiando: si ha sempre meno tempo da dedicare alla preparazione dei pasti, non si recuperano gli avanzi, si ha una sensazione di ricchezza più per ciò che ci viene proposto che per ciò che ci possiamo permettere. E così, mentre oltre sette milioni di italiani vivono sotto la soglia di povertà relativa, si buttano al macero cibi buoni perché ne sono stati comprati troppi, perché ci siamo fatti convincere dall'allettante «prendi tre paghi due» senza riflettere sulle nostre reali necessità, perché sono scaduti o sono andati a male, non sono piaciuti o addirittura non servivano”.
“Il cibo gettato via – ha aggiunto Ambra Morelli, presidente Andid Lombardia - è anche un problema ambientale, sociale ed economico enorme in un momento in cui i prezzi delle materie prime aumentano, le riserve alimentari mondiali si assottigliano e sono sempre più forti le preoccupazioni sulla sicurezza alimentare e sull'effetto sui livelli globali di povertà espressi dalle Nazioni Unite. Con quello che si getta nei Paesi ricchi - ha precisato - non solo si azzererebbe il problema della malnutrizione nei Paesi poveri, ma addirittura si “rischierebbe” di portare anche quei Paesi alle soglie della sovra-alimentazione e obesità”.Ecco perché i dietisti hanno richiesto una mozione bipartisan di indirizzo che porti a una campagna si sensibilizzazione su questi temi nelle scuole e nelle case degli italiani.
“Di fronte a questi dati vogliamo lanciare un messaggio forte – ha precisato Stefania Vezzosi, membro del direttivo Andid – invitando gli italiani a considerare il ‘non sprecare’ come una regola ‘etica’, di principio, a non sciupare cose tangibili,  come il cibo, e beni più immateriali, come il tempo e la salute, ma bensì a imparare ad acquisire un atteggiamento di cura verso il cibo stesso e il suo acquisto. Solo apparentemente, infatti, il consumo si esaurisce al momento dell’acquisto. Dietro vi è un concetto di responsabilità individuale e collettiva, di equilibri ecosistemici e geosociali, che spaziano dalla decisione di scegliere e comprare quel determinato prodotto fino alla modalità di consumo e di smaltimento dei rifiuti adottata”. “Contenere e sfuggire questi sprechi è possibile – ha concluso Cecchetto – con un approccio ecologico all’alimentazione tale da consentire la soddisfazione delle esigenze delle attuali generazioni, senza tuttavia danneggiare quelle future”.

17 dicembre 2010
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