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Alla Dogana di Malpensa anfetamine illegali e falsificate


L’Ufficio Qualità dei Prodotti e Contraffazione ha ritrovato, presso la Dogana di Malpensa, alcuni blister falsificati di anfetamine Adderall da 30 milligrammi in compresse. Il famaco è autorizzato negli USA per il trattamento della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e della narcolessia. In Italia non ne è autorizzata la commercializzazione

26 SET - L’Ufficio Qualità dei Prodotti e Contraffazione ha ritrovato, presso la Dogana di Malpensa, alcuni blister falsificati di anfetamine Adderall da 30 milligrammi in compresse. Il farmaco Adderall (titolare la Teva Pharmaceuticals USA) è autorizzato negli USA per il trattamento della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e della narcolessia, ed è dispensato dietro prescrizione medica. Da quanto emerso dalle indagini condotte in collaborazione con l’azienda Teva Italia, le confezioni rinvenute non sono autentiche e mostrano sostanziali differenze nel confronto con l’originale, vale a dire che il prodotto è confezionato in blister e non in flaconi come quello legale, che  le informazioni riportate sul blister presentano degli errori, che il numero di lotto riportato non corrisponde ai numeri di lotto utilizzati per i prodotti originali e infine che il logo TEVA non corrisponde a quello autentico.

In Italia il medicinale non possiede un’autorizzazione all’immissione in commercio e quindi non ne è consentita la commercializzazione. L’importazione può essere autorizzata dalle competenti autorità solo nei casi in cui sussistano determinate condizioni.

La normativa vigente nel nostro paese consente infatti l’importazione di medicinali non autorizzati in Italia ma autorizzati in paesi esteri; nel caso di farmaci non autorizzati in Italia, che contengano sostanze stupefacenti e psicotrope, la richiesta di importazione (effettuata dal medico curante per il tramite delle aziende sanitarie locali o delle farmacie ospedaliere) deve essere presentata all’Ufficio Centrale Stupefacenti (UCS) del Ministero della Salute.

Condizione essenziale per il rilascio dell’autorizzazione è la dichiarazione del medico curante relativa alla mancanza di alternative terapeutiche disponibili nel territorio italiano, e l’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale nel paese di provenienza.

Dall'Aifa fanno notare come per questa tipologia di prodotto si sia nel tempo riscontrato un frequente ricorso ai canali illegali, anche in considerazione degli usi "non terapeutici" cui sono soggetti.
 
Lorenzo Proia

26 settembre 2016
© Riproduzione riservata

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