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Cgil: “Serve chiarezza su cure primarie e h24”


08 MAR - “Positive le intenzioni del Ministro Balduzzi ma serve più chiarezza per garantire davvero l’assistenza h 24 nel distretto”. Così il Dipartimento Welfare e Nuovi Diritti – Politiche della Salute della Cgil commenta, in una nota, le dichiarazioni del ministro della Salute. “Le intenzioni rispondono finalmente alla proposta della Cgil di rilanciare l'assistenza distrettuale con le cure primarie come vere alternative al solo ricovero ospedaliero (e per ridurre gli stessi ricorrenti disagi nei servizi di pronto soccorso)”. Ma per la Cgil “bisogna però cambiare davvero, e per questo serve fare chiarezza su alcune scelte. L’argomento va affrontato tra le priorità del nuovo Patto per la Salute” e riguarda in particolare due nodi: la continua assistenziale e il primo soccorso.

Per quanto concerne la continuità assistenziale, secondo la Cgil “oltre che negli studi dei medici di medicina generale durante il giorno (ore 8-20), va assicurata in più centri strutturati di distretto aperti h 24 con assistenza medica ed infermieristica. Non è più solo l’Ospedale ad essere sempre aperto. I medici di fiducia, associati negli studi di Medicina generale e di Pediatra di libera scelta, assicurano a rotazione la presenza nel Centro h 24 (oltre a quella nel loro studio e alle prestazioni anche domiciliari). E serve il coinvolgimento di tutti gli altri professionisti delle cure primarie: specialisti, infermieri, ostetriche, psicologi, figure amministrative, ecc. e l’integrazione con gli operatori dei servizi sociali dei Comuni”.

In relazione al Primo soccorso, la Cgil osserva: “I medici di medicina generale assicurano anche l’assistenza per i ‘codici bianchi e verdi’, anche nei centri socio sanitari h 24 del distretto, che sono così inseriti nella rete dell’emergenza urgenza. Al fine di garantire la qualità del rapporto fiduciario con il cittadino, le attività nel distretto e la possibilità di operare anche per i codici bianchi e verdi, il nuovo numero massimo di assistiti per ciascun medico non può superare le mille unità. Ciò – continua la Cgil - si potrà realizzare grazie alla riconversione delle 13mila “guardie mediche”, figura del tutto superata che deve essere abolita e rientrare con pari ruolo professionale tra i medici di medicina generale. Infatti la riorganizzazione delle cure primarie dovrà prevedere, per tutti i nuovi medici che accedono alla convenzione di medicina generale una unica figura professionale in grado di svolgere tutte le attività della medicina generale: rapporti fiduciari, codici bianchi e verdi, continuità assistenziale h 24, etc. Il rapporto massimo medico/cittadino assistito va quindi riportato a 1 ogni 1000 abitanti ma con la possibilità per chi già ha un rapporto di convenzione di poter conservare le attuali modalità di lavoro fino al pensionamento”.

“La costruzione del nuovo welfare italiano – conclude la nota del Dipartimento Welfare e Nuovi Diritti – Politiche della Salute della Cgil - passa per la riconversione del nostro sistema sanitario, ancora troppo ‘ospedalocentrico’: servono servizi più forti nel territorio e abbattere le barriere che separano l’assistenza sociale da quella sanitaria. E' una scelta irrinunciabile, anche per governare la spesa”.
 

08 marzo 2012
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