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Precari Aifa. FP Cgil Roma Lazio: “Senza soluzioni sciopero bianco e proteste ad oltranza” 


Il sindacato chiede che si metta la parola fine alla vicenda e che i Ministeri della Salute e MEF insieme all’Agenzia trovino una soluzione che ponga fine all’insostenibile condizione di precarietà dei lavoratori in alcuni casi da oltre 10 anni.

26 GIU -

“Sembrava che fosse la luce in fondo al tunnel e invece è stato l’ennesimo abbaglio. Questa è la sintesi delle vicissitudini legate ai precari dell’Agenzia Italiana del Farmaco che, ormai da anni, vedono negata la possibilità di stabilizzazione. Eppure il Governo in carica - così come quelli precedenti - ha assunto numerosi provvedimenti che prevedono la stabilizzazione, o l’assunzione di personale precario, per tutti i ministeri o per agenzie e partecipate statali. Al contrario, per gli ormai 33 storici precari dell’AIFA non c’è mai soluzione, solo rimandi a promesse”.

È quanto denuncia in una nota i precari Aifa della la FP Cgil Roma Lazio che aggiunge “L’ultima beffa è avvenuta il 22 giugno scorso quando in Gazzetta Ufficiale è avvenuta la pubblicazione del decreto legge n°75 “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l’organizzazione del Giubileo della Chiesa Cattolica per l’anno 2025”. Beffa poiché nel testo fuoriuscito dal Consiglio dei Ministri, all’art.6 erano previste delle diposizioni per garantire la compiuta attuazione delle funzioni dell’Aifa, anche connesse alla riorganizzazione della governance, come visibile nel comunicato stampa della Pcm del 15 giugno, dove al comma 5 era prevista la norma che prevedeva l’espletamento mediante apposite procedure concorsuali per l’assunzione di 33 persone che alla data di emanazione del bando avessero maturato almeno 3 anni di servizio presso Aifa. Non un processo chiaro di stabilizzazione ma almeno un primo step, vista la nostra natura parasubordinata, poiché in ciò sta il paradosso: siamo di fatto dipendenti di Aifa, nelle mansioni, nei compiti, nelle responsabilità ma abbiamo contratti interinali e co.co.co, ovvero le forme che la PA utilizzava in passato per aggirare i blocchi o la spendig review.

Spendig review che ritorna ogni volta che si prospetta l’idea di stabilizzazione o trasformazione dei nostri contratti in tempo determinato, poiché ogni volta i ministeri coinvolti (Salute, MEF, Funzione pubblica, ma anche la nostra stessa Agenzia) frappongono ostacoli di ogni natura ad un compiuto svolgimento di procedure finalizzate alla nostra stabilizzazione.

Sembrerebbe che da ultimo, siano state rilevate presunte criticità finanziarie che sembravano assenti fino ad un momento prima dell’approvazione del prevedimento. Tuttavia, per chiunque sappia leggere lo stato finanziario e i bilanci della nostra amministrazione e dei ministeri coinvolti – prosegue la nota – risulta evidente che la capienza economica non può costituire un ostacolo all’attivazione di procedure concorsuali per pochi contratti a tempo determinato al fine di avviare il percorso verso la stabilizzazione. Del resto con i nostri numeri è evidente che si tratterebbe di stanziare pochi spiccioli a fronte di stanziamenti ben più onerosi come quelli già approvati per i colleghi precari degli IRCCS e IZS con i quali abbiamo condiviso i disagi di questo infinito precariato.

Questo modus operandi è stato da ultimo oggetto delle censure da parte dell’UE, la quale ha invitato l’Italia a porre rimedio all’annoso problema del precariato nella Pubblica Amministrazione attuato attraverso improprie pratiche contrattuali. Sul punto, le giustificazioni di ordine normativo addotte dall’Italia, sono state giudicate dalla Commissione Europea insoddisfacenti. Da qui il rischio, se non ci sarà un cambio di rotta, di vedere avviata una procedura di infrazione nei confronti del nostro paese.

Pertanto – conclude la nota – chiediamo che si metta realmente fine a questo stillicidio sociale e lavorativo, che i Ministeri di competenza (Salute e MEF in primis) insieme all’Agenzia trovino una soluzione che ponga fine all’insostenibile condizione di precarietà in cui versiamo in alcuni casi da oltre 10 anni. A tale riguardo abbiamo intenzione di indire uno sciopero bianco e di manifestare ad oltranza”.



26 giugno 2023
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