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Contratto dirigenza medica e sanitaria. Fumata bianca tra Aran e sindacati: firmata la pre intesa. Aumento medio di 290 euro al mese


Firmata all’unanimità la preintesa per il rinnovo del contratto 2019-2021 per circa 135 mila professionisti. Gli arretrati ammontano a circa 11 mila euro lordi.Ora il testo passerà al vaglio dei Ministeri e degli organi di controllo e poi ci sarà la firma definitiva e lo sblocco dei fondi. Probabilmente per vedere le risorse in busta paga si dovrà aspettare il 2024. Ecco tutte le novità. IL TESTO

28 SET -

Dopo mesi di trattativa è stata firmata oggi dall’Aran e dai sindacati la preintesa sul contratto della Dirigenza medica e sanitaria 2019-2021. Il contratto riguarda circa 135 mila professionisti del Ssn. L’aumento medio è di circa 250-290 euro lordi al mese e gli arretrati ammontano a circa 11 mila euro lordi.

Ora il testo passerà al vaglio dei Ministeri e degli organi di controllo e poi ci sarà la firma definitiva e lo sblocco dei fondi. Probabilmente per vedere le risorse in busta paga si dovrà aspettare il 2024. Risolto il nodo sull'extra orario: dopo un certo tetto (che varierà da azienda ad azienda secondo un algoritmo) le ore andranno recuperate entro 12 mesi.

l nuovo testo contrattuale regola in modo esaustivo i principali istituti contrattuali, molti dei quali adeguati ai numerosi interventi legislativi che si sono susseguiti negli ultimi anni. In particolare, è stata riformulata in modo completo la parte che riguarda le relazioni sindacali, ponendo particolare attenzione sulla tematica dell’informazione, sia preventiva sia consuntiva, nonché sulle materie di confronto (aziendale e regionale), ampliate su pronta disponibilità e guardia, alla riduzione del rischio clinico, alle misure concernenti la salute e sicurezza del lavoro.

Si è proceduto, anche alla luce delle attuali condizioni del Servizio sanitario nazionale, con la riscrittura dell’orario di lavoro, nonché degli istituti peculiari dell’area in questione, quali il servizio di guardia e il servizio di pronta disponibilità. Il sistema degli incarichi dirigenziali, già delineato nella precedente tornata contrattuale, è stato oggetto di specifici aggiornamenti finalizzati a garantire un incarico a tutti i dirigenti, rendendo maggiormente esigibile anche il predetto istituto contrattuale. Miglioramenti significativi sono contenuti nella riscrittura del periodo di prova, del meccanismo delle sostituzioni nel caso di assenza, impedimento, malattia o cessazione del titolare dell’incarico. Sono state poi ampliate alcune tutele, ad esempio quelle concernenti le gravi patologie che necessitano di terapie salvavita, le misure in favore delle donne vittime di violenza, le diverse tipologie di assenze, sia giornaliere che orarie.

È stata introdotta per la prima volta una nuova indennità di specificità sanitaria per i profili diversi da quello medico e veterinario, finalizzata al progressivo allineamento alla indennità già in godimento per medici e veterinari.

Nel testo ha trovato spazio, anche per la presente area, la disciplina del lavoro agile e del lavoro da remoto nonché l’assunzione dei dirigenti specializzandi a tempo determinato ai sensi della Legge 30.12.2018, n. 145 definendo gli istituti contrattuali a loro applicabili, tenuto conto della tipologia di prestazioni erogate e le precipue caratteristiche del personale dirigenziale coinvolto.

Il contratto 2019-2021 si qualifica, fra l’altro, per l’attenzione riservata alla specialità di questa dirigenza, che si è manifestata in modo forte nella maggior tutela nei confronti del dirigente relativamente alle condizioni di lavoro e alla valorizzazione della carriera attraverso l’obbligo di attribuzione degli incarichi, alla introduzione di un diritto che riconosce le ore lavorate in più e l’obbligo al loro recupero.

Sotto il profilo economico, il contratto riconosce incrementi a regime del 4.5%, corrispondenti a un beneficio medio complessivo di circa 290 euro/mese, distribuito in maggior parte sulla componente fondamentale del trattamento economico; ad esse vanno sommate risorse individuate da specifiche disposizioni di legge quali ad esempio le risorse per l’esclusività e quelle relative all’art. 1, commi 435 e 435-bis della Legge 205/2017. Per quanto riguarda gli arretrati, spettanti al 31.12.2023, essi ammontano al circa 10.700 euro.

Sono stati incrementati i valori dell’indennità di specificità medico veterinaria, la parte fissa della retribuzione di posizione, la clausola di garanzia, l’UPG. Inoltre sono state introdotte le nuove indennità di pronto soccorso e di specificità sanitaria, in precedenza non previste.

Per quanto attiene i fondi aziendali il contratto mantiene la struttura del sistema esistente perfezionandolo anche alla luce del debito informativo richiesto alle aziende.


I punti qualificanti dell’accordo:

Per i medici specializzandi:

“Grande soddisfazione per la firma dell’ipotesi di contratto per l’area dei dirigenti della Sanità, dopo 7 mesi di trattative serrate”, lo sottolinea il presidente Aran, Antonio Naddeo, al termine della riunione di oggi nella sede dell’Agenzia.

“Si aggiunge così un fondamentale tassello alla conclusione della tornata contrattuale del triennio 2019-21. Un contratto che riguarda circa 135mila dirigenti medici, veterinari e sanitari.

Sul piano del trattamento economico, il contratto riconosce aumenti complessivi medi mensili pari a 289 euro per 13 mensilità e arretrati compresi tra i 6mila e oltre 10mila euro pro capite, che saranno erogati alla firma definitiva al termine dell’iter di controllo.

Oltre al fondamentale aspetto degli incrementi economici, l’accordo prevede importantissimi miglioramenti riguardo al trattamento normativo del personale in tema di orario di lavoro, pronte disponibilità e guardie mediche. Ringrazio le sigle sindacali con cui c’è sempre stata una leale collaborazione, pur nella vivace dialettica”, conclude.

“Siamo soddisfatti – commenta il Segretario Nazionale dell’Anaao Pierino Di Silverio – perché, pur muovendoci in un quadro economico e normativo che penalizza la categoria con norme ormai vetuste che ingabbiano e limitano ogni possibilità di manovra – il testo sottoscritto riesce a garantire ai colleghi condizioni di lavoro migliori delle attuali. Questo è sempre stato il nostro obiettivo e ci siamo riusciti”.

“Grazie all’accordo raggiunto – spiega Di Silverio - abbiamo ottenuto alcuni risultati che possiamo definire “storici”: abbiamo sminato il terreno dalle ore 'regalate' alle aziende; abbiamo assicurato la carriera ai dirigenti; abbiamo assicurato il riposo; abbiamo assicurato il pagamento delle ore extra; abbiamo definito le regole per i medici in formazione assunti nel Ssn e che grazie al Decreto Calabria potranno godere di diritti mai riconosciuti fino a oggi e non essere più considerati dei “tappabuchi”; abbiamo, infine, cercato di ricondurre alla normalità il lavoro quotidiano dei dirigenti medici e sanitari, evitando i medici globetrotter e definendo la sede di lavoro”.

“Per quanto riguarda la parte economica, abbiamo sempre saputo che questo non sarebbe stato un contratto a molti zeri – afferma Di Silverio - perché lo stanziamento fissato nella finanziaria di due anni erano esigui”.

“Abbiamo gettato le basi perché cambi l’idea del nostro lavoro – conclude Di Silverio - e venga visto e vissuto sempre meno come una gabbia professionale. Ora servirà agire per modificare le leggi e uscire da logiche ormai superate”.

“Ci riteniamo soddisfatti dei risultati ottenuti nel corso della trattativa – commenta Guido Quici, Presidente CIMO – ma ci sono senz’altro alcuni aspetti che dovranno essere ancora perfezionati, come l’orario di lavoro. Sono però stati sanciti alcuni principi essenziali che ci consentiranno, nel CCNL 2022-2024, di fare ulteriori passi avanti per andare incontro alle esigenze dei medici e valorizzare al meglio il loro ruolo”.

“Oggi è un giorno importante per i medici e i dirigenti sanitari, che aspettavano questo contratto da quasi tre anni - dichiara Giambattista Catalini, Presidente FESMED -. Anni in cui abbiamo dovuto affrontare l’emergenza Covid, turni di lavoro infiniti causati dalla carenza di personale e livelli di stress senza precedenti. Siamo convinti che questo contratto consenta di migliorare le condizioni di lavoro negli ospedali e di armonizzare la vita professionale con quella privata e familiare, con la speranza di porre un freno alla fuga dei professionisti dalla sanità pubblica. Avremmo potuto fare di più? Sicuramente, ma per questo CCNL abbiamo ottenuto il massimo possibile. Ora bisognerà iniziare a lavorare in vista del contratto 2022-2024”.

"Con questa preintesa sul rinnovo del contratto, a dall'unanimità delle organizzazioni sindacali presenti al tavolo, garantiamo tutele a 140 mila professionisti che, sulla traiettoria del precedente, interviene su carriere e orario di lavoro. Garantiamo la concentrazione delle risorse disponibili per aumentare il tabellare, con 240 euro lordi medi mensili di aumento di cui circa 190 sul trattamento fondamentale (tabellare e indennità di specificità professionale che viene finalmente inserita anche per i dirigenti sanitari e delle professioni sanitarie). Le restanti risorse sono destinate a posizioni, performance e condizioni di lavoro. Gli arretrati maturati dal 2019 ad oggi sono pari a circa 10 mila euro lordi procapite”. Lo scrive in una nota Andrea Filippi, Segretario medici e dirigenti Ssn di Fp Cgil.

“Inoltre – ha spiegato - si introduce l’indennità per turno nei servizi prestati presso i pronto soccorso. La Fp Cgil si è battuta e continuerà a battersi per l'equiparazione retributiva di tutti i dirigenti ad iniziare dal riconoscimento dell'indennità di esclusività per i dirigenti delle professioni sanitarie, per i quali abbiamo comunque ottenuto una forma di parziale perequazione con la valorizzazione specifica della posizione. Abbiamo reso esigibile in maniera inequivocabile il recupero dell'extraorario lavorato, che fino ad oggi veniva azzerato per una vecchia norma che ci trascinavamo dal 2005. Oggi abbiamo ottenuto periodi più lunghi e modalità più flessibili per il recupero di gran parte dell'orario extra, salvaguardando la retribuzione delle prestazioni aggiuntive che aumenta a 80 euro l'ora. Mentre sui media si sviluppano le polemiche sull'emergenza dei pronto soccorso e la carenza di medici dovuta alle condizioni di lavoro, nel Ccnl introduciamo strumenti che costituiscono delle prime risposte, ma diciamo sin da ora che il Ministro deve convocare i sindacati della dirigenza per affrontare la questione salariale e occupazionale con strumenti ben diversi da quelli messi in campo finora”.

Filippi ha inoltre osservato: “abbiamo reso obbligatoria l'assegnazione degli incarichi professionali da parte delle Aziende che 'dovranno assegnarli entro e non oltre 60 giorni dall'esito positivo delle valutazioni' che pure verranno regolamentate con 'tempistiche certe' continuando sulla strada della valorizzazione professionale. E ancora, abbiamo migliorato la tutela legale dei professionisti e la retribuzione del part time per favorire la conciliazione dei tempi vita-lavoro delle dirigenti donne, cosi come la possibilità del lavoro agile. Inoltre ora è più chiara la destinazione delle risorse da contrattare per i fondi aziendali e definito l'utilizzo delle ore per la formazione”.

“Abbiamo lavorato – ha proseguito il dirigente sindacale - per qualificare il contratto collettivo nazionale per garantire tutele, diritti e carriere delle professioniste e dei professionisti, ma siamo consapevoli che sono necessari investimenti e più risorse oltre che più contrattazione per riconoscere il ruolo di chi sceglie di lavorare per il Ssn, con orgoglio e spirito di servizio e adesione all’art 32 della Costituzione”.

“Riteniamo una vergogna che ai medici e dirigenti del Ssn che hanno sacrificato tutto nell’emergenza pandemica il contratto sia rinnovato con due anni di ritardo e che non si apra ancora la trattativa sul contratto 22/24 perché il Governo Meloni non finanzia con risorse adeguate il contratto dei dipendenti pubblici. Questa firma è una prima restituzione di diritti e salario al lavoro di chi garantisce, insieme ai lavoratori del sistema salute, la cura dei cittadini. Proprio per questo chiediamo risposte nella legge di bilancio. Il governo non può pensare che siccome il contratto arriva in ritardo si cancella la rivendicazione salariale dei medici e dirigenti sanitari sull’inflazione di questi anni. Per questo – conclude Filippi - saremo in piazza il 7 ottobre a difesa della Costituzione e come Fp Cgil siamo pronti alla mobilitazione”.

“Abbiamo ottenuto il massimo che si potesse ottenere - ha dichiarato il Presidente di FVM Aldo Grasselli al termine della giornata finale di una negoziazione che a fasi alterne si è sviluppata da febbraio, ha avuto uno stop alla fine di luglio che ha però poi consentito in settembre la maturazione delle consapevolezze del tavolo e l’avvicinamento al punto di equilibrio tra tutte le posizioni”

“La firma – ha detto - di questo contratto porta nelle buste paga la rivalutazione degli stipendi relativa all’inflazione del triennio 2019-2021 (ma oggi è perlomeno raddoppiata) e, soprattutto, porta molte innovazioni e puntualizzazioni normative che si erano manifestate necessarie per superare le inefficienze del contratto vigente. La vertenza ha rischiato più volte di incagliarsi intorno al tema più critico, quello dell’orario di lavoro, sul quale si sono tentate varie ipotesi di soluzione che spesso si sono neutralizzate l’una con l’altra. Certamente se si fosse concordato subito su questo punto il contratto avrebbe potuto trovare il consenso maggioritario molto prima ma quello che conta è che oggi tutti siano stati pronti a firmarne la preintesa.”

“Aran ha svolto con pazienza e metodo la sua funzione consentendo – ha rimarcato Grasselli - a ogni sigla di esprimere critiche e suggerimenti e ogni sigla ha offerto un punto di vista significativo e utile alla composizione del quadro contrattuale equilibrato. Possiamo manifestare soddisfazione per il contratto che ora va alle verifiche di rito, prevedendo che entro i primi mesi del 2024 sarà pienamente operativo dopo aver portato nelle buste paga un ammontare medio di circa 10.000 euro di arretrati. Le criticità del SSN, la carenza di specialisti, il modello di formazione specialistica, il ricorso ai medici a gettone, la persistenza di un tetto di spesa sul personale, la riduzione delle prospettive di carriera, la scarsa attrattività di certi settori professionali non sono obiettivamente aggredibili per mezzo del contratto”.

“Che questo contratto – ha proseguito - allinei gli stipendi al costo della vita di 4-5 anni fa e non a quella doppia di oggi, che il contratto 2022-2024 non sia ancora stato finanziato, che i medici specializzandi siano trattati e pagati come studenti mentre lavorano come specialisti, che i sanitari siano sempre più esposti a aggressioni e intimidazioni, che non ci siano risorse per pagare le prestazioni fuori orario di lavoro ma che si trovino ancora più soldi per pagare i medici a gettone, che la conciliazione vita-lavoro per una professione sempre più femminile sia un sogno nel mentre che il Governo chiede “figli alla patria”, non sono poste in gioco sul tavolo contrattuale”.

“Questi sono temi di politica sanitaria dello Stato e delle Regioni. Firmato il contratto, il lavoro del sindacato non è assolutamente finito. Le energie della classe medica, veterinaria e sanitaria – ha concluso Grasselli - devono ora concentrarsi su questi temi di politica sanitaria per ottenere uno stato giuridico aderente al ruolo professionale, per ottenere un maggior riconoscimento stipendiale extracontrattuale durevole sulla massa salariale, per ottenere più risorse per il Servizio sanitario nazionale e per rilanciarne la funzione per dare risposte nuove e tempestive, adeguate a un paese che ha sempre più bisogno di welfare. Sulla crisi del SSN e la perdita di welfare le promesse non mantenute non potranno che aggiungere tensione sociale e conflittualità. Il governo dovrà dare presto risposte concrete”, ha concluso Grasselli.

"Finalmente si è firmato il contratto dei dirigenti sanitari per il biennio 2019-2021, dopo oltre 100 ore di contrattazione. C’era già una buona intesa a inizio di agosto, ma non tutti i sindacati erano pronti a firmare, prima è stato necessario limare ancora alcuni aspetti rispetto all’orario di lavoro. Ora sarà presente un limite alle richieste delle ore al dirigente per il raggiungimento degli obiettivi”.

Lo ha reso noto Ivan Iacob, segretario generale nazionale dell'Aupi, il sindacato degli Psicologi italiani. "Per noi psicologi - ha aggiunto - il vero successo è stato ottenere il riconoscimento delle indennità di specificità sanitaria. Seppur inferiore a quella medica, finalmente viene riconosciuta la nostra professionalità. Ovviamente, cercheremo in ogni sede, in futuro, di richiedere la parificazione. Per ora, però, siamo felici di questo riconoscimento”.

“Decisivo, per il successo della tornata odierna, l’accordo sull’orario di lavoro che impone il recupero delle ore lavorate in eccedenza, impedendo azzeramenti periodici e aprendo di fatto la strada ad eventuali risarcimenti se ci fossero inadempienze in tal senso. L’eliminazione di un vulnus importante quale l’eccedenza oraria “ad oltranza”, costituisce una pietra miliare della recente contrattistica e restituisce parte della dignità alla professione, permettendo di arginare il calo di attrattività del quale da tempo il settore pubblico sta soffrendo. Consapevoli che c’è ancora tanto da migliorare sotto l’aspetto economico e delle condizioni di lavoro, conclusa la doppia vacanza contrattuale, si punta al triennio 2022-24 con qualche speranza in più” ha dichiarato nel corso della Conferenza stampa il Coordinatore Nazionale FASSID Mauro Mazzoni.

Il Segretario Generale della Confederazione Codirp, Tiziana Cignarelli, ha commentato nel momento finale dell’accordo: “Abbiamo apprezzato che il tavolo a un certo punto della trattativa abbia saputo trovare lo slancio necessaria per arrivare a un miglioramento sostanziale, ancorché parziale, delle condizioni di lavoro del mondo sanitario. ci saremmo aspettati di più dopo la pandemia per la consapevolezza acquisita dell’importanza del servizio sanitario nazionale. Tuttavia siamo consapevoli dello stato di emergenza permanente del servizio sanitario per cui ogni margine di miglioramento delle condizioni di lavoro va ricercato e apprezzato per salvare il servizio così vitale per i cittadini. Ribadiamo come scritto nella nota a verbale FASSID- CODIRP che le iniquità retributive tra categorie di personale dello stesso contratto non possono essere tollerate in un ambiente in cui le competenze lavorano gomito a gomito quotidianamente. Auspichiamo quindi che si possa trovare rimedio nella prossima tornata contrattuale”.

“Non possiamo che essere soddisfatti dall’accordo raggiunto oggi con la sigla della pre-intesa del CCNL 2019-2021 al quale abbiamo lavorato alacremente per diversi mesi – afferma Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC –. Senza alcuna retorica e senza alcuna necessità di dover giustificare tale firma, siamo effettivamente convinti, mai come oggi, di aver fatto un ottimo lavoro raggiungendo un risultato che, a fronte di condizioni oggettive attualmente immutabili, non poteva essere migliore. Dal nostro punto di vista sono stati centrati i principali obiettivi che ci eravamo posti anche grazie ad un confronto sempre costruttivo con la controparte.

Con questo contratto sono stati fatti passi in avanti concreti su diversi capitoli chiave per il lavoro dei Colleghi, dalle relazioni sindacali rese più chiare, alla sede e orario di lavoro meglio definiti – sottolinea Vergallo –. Altri miglioramenti riguardano gli incarichi, da attribuirsi in ragione delle dotazioni organiche oltre che della complessità, i fondi, il part time, le attività aggiuntive, le guardie e le pronte disponibilità, le indennità di Pronto Soccorso, il patrocinio legale con modifiche sempre in senso positivo . E’ stato inoltre raggiunto l’accordo sull’ormai noto comma 3 dell’art. 27 relativo all’orario di lavoro, grazie al quale viene di fatto ristretta l’applicabilità del comma 3 dell’art. 15 della Legge 502/92. Un articolato che rendeva possibili da parte delle Amministrazioni Aziendali interpretazioni tali da portare alla cancellazione per i Medici, in quanto Dirigenti, di centinaia di ore lavorate oltre alle 34 + 4 contrattualmente dovute.

Per quel che riguarda gli aspetti economici – prosegue il Presidente AAROI-EMAC –, sappiamo bene che gli aumenti previsti in questo contratto non risolveranno il pluridecennale problema stipendiale dei Medici, in particolare dei Medici Anestesisti Rianimatori e di Emergenza-Urgenza che lavorano nei settori più critici di tutto il sistema ospedaliero, ma la disponibilità delle risorse era blindato, non era quindi possibile andare oltre il traguardo raggiunto oggi. In questo senso chiudere la trattativa, a fronte di impossibili ulteriori aumenti, era importante anche per rendere esigibili quanto prima gli aumenti stessi oltre agli arretrati previsti.

La firma – conclude Vergallo – apre anche alla possibilità di poter intraprendere quanto prima il percorso per aprire le trattative per il CCNL 2022-24 ponendo fine alla ormai prassi di firmare contratti scaduti da anni. Noi siamo pronti fin da subito”.

“Un'ottima preintesa sottoscritta all’unanimità da tutte le sigle sindacali presenti al tavolo dell'Aran. In un momento così difficile per il Sistema Sanitario Nazionale, siamo riusciti a garantire un aumento di 240 euro lordi medi mensili, di cui 190 sul trattamento fondamentale e circa 10.000 euro di arretrati dal 2019 ad oggi”. Così Domenico Proietti, Segretario Generale Uil Fpl e Roberto Bonfili, Coordinatore Area Medico Veterinaria della Uil-Fpl.

"Tra i punti più importanti l’esigibilità del recupero dell'extraorario lavorato, l'indennità di turno nei servizi prestati presso i pronto soccorso, la valorizzazione specifica della posizione per i dirigenti sanitari. Si mettono paletti al fine di evitare derive peggiorative nella contrattazione decentrata: non passa, per merito della Uil Fpl, la prima proposta Aran che prevedeva la sufficienza del 51% di rappresentatività per la firma dei contratti di secondo livello-proseguono i sindacalisti, che concludono "Pur ritenendoci soddisfatti, rimane come unico neo l'aumento del differenziale salariale tra l'intramoenia e l'extramoenia. Continueremo, inoltre, a chiedere di postare nella legge di bilancio la defiscalizzazione dell'indennità di specificità medica".

“Ha trionfato la responsabilità di tutti”, commenta Benedetto Magliozzi, segretario generale nazionale Cisl Medici, che parla di “un percorso lungo ma proficuo”, di “un obiettivo raggiunto in seguito a una contrattazione lunga e a volte tortuosa. Un percorso che ha visto migliorate le condizioni di lavoro dei dirigenti sanitari e corrette alcune criticità e alcune norme responsabili di aver causato grande disagio”.

“Oggi prosegue Magliozzi - si è giunti ad un accordo sull’orario di lavoro che finalmente mette ordine all’abuso di orario non contabilizzato, né retribuito. Si è normato il patrocinio legale in maniera più consona alle esigenze dei dirigenti, con l’eliminazione del termine “comune gradimento”. Adesso è possibile scegliere il difensore e l’eventuale diniego da parte del datore di lavoro andrà motivato e circostanziato entro 15 giorni. Si è arrivati a stabilire il numero massimo di guardie e reperibilità ottemperando la sicurezza dei lavoratori e delle cure rispetto ai precedenti “di norma” forieri di abusi da parte delle aziende. Conquistati tempi certi per il conferimento dell’incarico al compimento dei 5 anni, abbiamo chiarito che le prestazioni aggiuntive non devono essere ingiustamente considerate attività libero professionale e quindi erroneamente gravate di costi non dovuti. La nostra richiesta della “potatura” dei “di norma” è stata accolta, ma sappiamo che le vittorie hanno tanti padri e ci piace divedere con tutti i nostri compagni di viaggio le cose buone di questo contratto: le diversità di opinioni per noi CISL Medici arricchiscono anche quando molto distanti delle nostre sensibilità. Ha trionfato la responsabilità di tutti, come avevamo già scritto ad agosto”.

L’auspicio del segretario nazionale della Cisl Medici è che “si apra adesso la nuova stagione 22-24: è improrogabile la trattativa per un contratto ormai scaduto da oltre un biennio. Noi non ci fermeremo. La chiusura del contratto in data odierna significa, infatti, iniziare una nuova stagione di confronto e contrattazione per continuare un percorso comune atto a ritrovare quel senso di appartenenza a difesa di un sistema sanitario che sia a misura di cittadino. Ci troverete ai tavoli di contrattazione: propositivi, senza pregiudizi. A costruire quella Sanità, unica e universale, che sia realmente vicina a tutti gli individui”, conclude Magliozzi.




28 settembre 2023
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