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Medicina nucleare. Con la PET /TC terapie personalizzate per i tumori e riduzione della spesa


Grazie a questi strumenti diagnostici è possibile progettare meglio le cure e correggerle ‘in corsa’ nel 50 per cento dei casi, con risparmi per pazienti e il Ssn. Se ne discute oggi all'XI Congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Medicina Nucleare in corso a Torino.

02 MAR - Studiare le caratteristiche biologiche di un tumore, per capire non solo esattamente dov’è ma anche ‘come si comporta’ e come reagisce alle terapie, è la chiave non solo per sconfiggerlo, ma anche per farlo nel modo meno costoso, sia per il paziente che per la collettività. Questo è possibile con le ‘immagini’ messe a disposizione dalla PET/TC e in futuro dalla PET-risonanza, strumenti avanzatissimi che permettono migliori pianificazioni, ‘correzioni di rotta’ in corsa e valutazioni che possono far cambiare il modo in cui si affronta la malattia fino al 50% dei casi. Le ultime evoluzioni di queste tecnologie saranno tra gli argomenti principali del congresso dell’Associazione Italiana di Medicina Nucleare e Imaging Molecolare che si terrà a Torino fino al 4 marzo.
 
“Un aspetto rilevante dell’uso di strumenti come la PET/TC e, in un futuro ormai prossimo, la PET/RM – spiega Sergio Baldari, presidente del congresso – è proprio il rapporto costo-efficacia. Poter studiare le caratteristiche dei tumori in modo così preciso ci permette una diagnosi sempre più accurata, una maggiore appropriatezza delle cure con conseguente riduzione dei costi. Questi dispositivi permettono anche una valutazione precoce della risposta alla terapia, che quindi può essere corretta o anche completamente cambiata se è il caso. Così si ottiene una vera terapia personalizzata”.
 
La PET/TC combina i vantaggi di una PET, l’esame che permette di vedere l’immagine tridimensionale dei processi biologici in corso nel tumore, con quelli di una Tac, che ne produce invece una immagine ‘anatomica’. La tecnica è ormai consolidata e già i primi studi sulla sua efficacia hanno ad esempio dimostrato che nel tumore al seno l’esecuzione di un esame PET/TC è più efficace nel mostrare lesioni estese al resto del corpo rispetto ai metodi tradizionali, tanto che ha prodotto un cambiamento di terapia nel 50% dei casi. Nel caso dei tumori endocrini invece un cambiamento radicale della terapia si è avuto nel 35% dei pazienti studiati, mentre ad esempio nel caso dei tumori ossei la PET/TC riesce a trovare molte piu’ lesioni dei metodi tradizionali. I più recenti risultati in proposito verranno dibattuti durante il congresso. Nonostante la tecnologia sia molto avanzata, l’Italia è al passo con i tempi: “Nel nostro paese c’è un numero sufficiente di PET/TC, e sono ben distribuite sul territorio – sottolinea Baldari – siamo pronti a sostenere i pazienti senza grandi disagi, purchè si seguano le linee guida più corrette per questi esami”. Il censimento promosso dall’AIMN nel 2010 ha evidenziato la presenza di oltre 120 tomografi PET in Italia con almeno un tomografo per regione, comprese le più piccole.
 
Il congresso sarà anche l’occasione per fare il punto sugli altri aspetti della Medicina Nucleare, dalle applicazioni per altre malattie che diventano sempre più diffuse come il Parkinson o l’Alzheimer ai nuovi radiofarmaci, molecole radioattive in grado di trovare da sole il ‘bersaglio’ all’interno del corpo a cui legarsi: “Ne è esempio il radioiodio – spiega Baldari – che e’ in grado di fissarsi con estrema selettività alla tiroide ed è ormai una terapia ben collaudata nei tumori di questa ghiandola, ma molte altre molecole saranno disponibili in futuro”.

02 marzo 2013
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