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Ddl concorrenza. Mnlf: "Qui si misura la volontà del Governo di cambiare il Paese"


Le proposte dell'Antitrust allo studio del Governo che dovrebbero confluire nella Legge Annuale per il Mercato e la Concorrenza prevedono per la distribuzione al dettaglio dei farmaci la trasformazione dell'attuale numero massimo di farmacie in numero minimo. "Vedremo se Renzi e Guidi avranno il coraggio di seguire queste indicazioni".

14 OTT - "Le proposte dell'Antitrust allo studio del Governo che dovrebbero confluire nella Legge Annuale per il Mercato e la Concorrenza prevedono per la distribuzione al dettaglio dei farmaci la trasformazione dell'attuale numero massimo di farmacie in numero minimo. Nel Ddl Concorrenza allo studio del Governo si misura la reale volontà dell'esecutivo di cambiare il Paese. Troppi gli 'stop and go' degli ultimi anni in tema di liberalizzazioni, troppo le 'incompiute' in tema di concorrenza". Questo il commento del Movimento nazionale liberi farmacisti e della Confederazione unitaria delle libere parafarmacie italiane.
 
"Dopo il brillante avvio della stagione delle riforme con le lenzuolate di Bersani, abbiamo assistito - affermano - a diverse marce indietro che hanno determinato un riposizionamento corporativo in grado di assorbire i 'colpi' ricevuti, annullandoli ed azzerando i benefici ottenuti dai consumatori. Nel settore della distribuzione dei farmaci ci ha provato anche il Governo Monti, partito con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli a totale carico dei cittadini, è stato imbrigliato nella rete degli interessi incrociati che hanno partorito un concorso straordinario con cui dopo circa tre anni non si è aperta ancora nessuna farmacia delle 5.000 promesse e, ricorsi permettendo, alla fine vi sarà un aumento 'risibile' di meno del 10% delle farmacie esistenti (1.300 su 18.000 - 7%)".

La proposta dell'Antitrust è interessante e rappresenta, al pari delle proposte sulle libere professioni, un cambiamento radicale per l'Italia rispetto alla 'secolare' tendenza di proteggere chi è già presente nel mercato a discapito di chi vi vuole entrare. Numero minimo e non massimo significa determinare per aree omogenee il numero minimo di farmacie in grado di garantire il servizio lasciando poi alla libera concorrenza l'evoluzione del mercato. Certo - prosegue la nota - potranno essere previsti meccanismi di tutela nei piccoli centri rurali, ma nelle grandi aree imporre il numero massimo significa semplicemente garantire chi è già garantito e questo non avviene per nessuna attività tranne i notai, nemmeno i medici quando scelgono di svolgere la 'libera professione' hanno limitazioni di sorta. Così è in Germania, dove solo requisiti legati alla qualità del servizio offerto e delle dotazioni, determinano il numero di farmacie presenti nel territorio".

"Vedremo se Renzi e il Ministro Guidi avranno il coraggio necessario per seguire le indicazioni dell'Antitrust - conclude il Mnlf - oggi quello che conta sono i fatti concreti se si vuol far ritornare a crescere il Paese, creare nuova occupazione e dare nuove opportunità ai giovani".

14 ottobre 2014
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