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Napoli. Domani la mobilitazione dei medici per il Sud. Sul palco insieme a Cittadinanzattiva


Nel calendario di avvicinamento allo sciopero di Marzo la vertenza sanità attraverserà il Paese con tre manifestazioni interregionali. “Nessuno dei problemi alla base della protesta di dicembre scorso – attacca l’intersindacale - ha trovato soluzione, né tantomeno il Governo ha ritenuto di dover avviare un confronto serio con i professionisti per il rilancio della Sanità pubblica e la valorizzazione del lavoro”.

19 FEB - Sarà la testimonianza di un paziente, vittima di un evento di “malaorganizzazione della Sanità pubblica”, e la relazione di Tonino Aceti, presidente nazionale del Tribunale del Malato- Cittadinanza Attiva, ad aprire la manifestazione nazionale di protesta in programma domani a Napoli alla Stazione Marittima a partire dalle ore 11 fino alle 14. La mobilitazione è promossa dalla dirigenza medica e sanitaria riunita nell’intero arco dell’intersindacale con delegazioni provenienti da tutta Italia.

La mobilitazione nazionale riparte dunque da Napoli: dopo lo sciopero di 24 ore del 16 dicembre i camici bianchi dichiarano altre 48 ore di sciopero il 17 e il 18 marzo e affilano le armi per definire una piattaforma comune. Nel calendario di avvicinamento allo sciopero di Marzo la vertenza sanità attraverserà il Paese con tre manifestazioni interregionali, la prima delle quali si svolge proprio a Napoli domani sabato 20 febbraio 2016 coinvolgendo i professionisti e i cittadini delle regioni del Sud Italia.

“Nessuno dei problemi alla base della protesta di dicembre scorso – dice l’intersindacale - ha trovato soluzione, né tantomeno il Governo ha ritenuto di dover avviare un confronto serio con i professionisti per il rilancio della Sanità pubblica e la valorizzazione del lavoro di chi quotidianamente garantisce la tutela della salute a milioni di cittadini”. In primo piano i nodi irrisolti delle carenze del personale, delle sacche di popolazione che non riescono ad accedere più alle cure nell'alveo del Servizio sanitario nazionale. Soprattutto anziani a basso reddito, indigenti, cronici, popolazione a rischio che vive in aree insalubri come Terra dei fuochi.

Una mobilitazione congiunta che vede confluire a Napoli delegazioni di camici bianchi da tutte le regioni del Sud di Anaao Assomed - Cimo - Aaroi-Emac - Fp Cgil Medici-Stpa – Fvm – Fassid (Aipac-Aupi -Simet-Sinafo-Snr) – Cisl Medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials Medici - Uil Fpl Medici – Ugl Medici - Fimmg – Sumai - Snami – Smi – Intesa Sindacale (Cisl Medici-Fp Cgil Medici-Simet-Sumai) – Fespa – Fimp – Cipe – Andi - Assomed Sivemp – Sbv, in rappresentanza di 250 mila medici, dipendenti e convenzionati, specialisti ambulatoriali, pediatri, veterinari, dirigenti sanitari.
 
Solo lo Snami, pur aderendo alla protesta, organizzerà per proprio conto a Fuorigrotta, a piazza San Vitale, un banchetto presidio di informazione ai cittadini. Nel mirino, tra l’altro, l’ultima limitazione al diritto alla salute rappresentato dal decreto sull'appropriatezza prescrittiva del Ministro Lorenzin approvato il 20 Gennaio 2016, dove, per esempio, il colesterolo prima dei 40 anni non è prescrivibile, mentre dopo i 40 anni, se è nei limiti, si può ripetere solo dopo 5 anni.

Limitazioni nella prescrizione di Tac ed Rmn sono il segno, secondo La Fimmg e lo Snami "di un sistema sanitario che in Italia sta andando alla deriva verso un sistema privatistico e basato sulle assicurazioni. un sistema ormai committed verso il privato e le assicurazioni che negli Usa hanno fallito. “Non intendiamo essere spettatori – proseguono i medici – nella progressiva e strisciante distruzione del Servizio sanitario pubblico e al declino inesorabile della Sanità pubblica sottoposta alla mannaia di continui e pesanti tagli, ma vogliamo che entrino a pieno titolo nell’agenda della politica italiana le questioni della sua sostenibilità, della esigibilità del diritto alla salute dei cittadini omogenea tra le Regioni italiane, del ruolo professionale, dirigenziale, formativo dei medici e dei dirigenti sanitari”.  E poi l’appello al Governo: “Si assuma in pieno le proprie responsabilità di fronte ai cittadini italiani ed ai professionisti della sanità esplicitando il modello che intende realizzare".

19 febbraio 2016
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