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Igienisti. Signorelli (Siti): “Le scuole di specializzazione motore dello sviluppo di nuovi modelli organizzativi e di gestione”

di Ettore Mautone

Adeguare la Sanità pubblica italiana al momento storico del Paese reiterando una proposta che fu determinante per il miglioramento del Piano nazionale della Prevenzione (Pnp 2014-2018). Si è concluso nei giorni scorsi a Capri l’appuntamento scientifico promosso dalla Società italiana di Igiene con la partecipazione di 150 igienisti, tra operatori sanitari e docenti universitari, provenienti da tutte le regioni d’Italia.

02 MAG - La professionalità dello specialista in Igiene e medicina preventiva come driver per lo sviluppo di nuovi modelli organizzativi di gestione e integrazione tra ospedale e territorio. “Le nostre 33 Scuole di specializzazione devono adeguare la formazione dei nuovi specialisti, i nostri docenti e operatori valutare l’efficacia dei modelli organizzativi con metodi scientifici mentre la nostra Società scientifica deve essere più propositiva nelle riorganizzazioni nazionali e regionali in corso suggerendo modelli di approccio integrato alle fondamentali politiche di prevenzione e promozione della salute”.
 
Così Carlo Signorelli, presidente della Società italiana di Igiene (SItI) e Ordinario all'Università di Parma ha chiuso a Capri il convegno sul management della prevenzione in Italia: esperienze a confronto. Un Capri 4 dopo il capitolo 3 scritto a metà maggio del 2014. Obiettivo? Adeguare la Sanità pubblica italiana al momento storico del Paese reiterando una proposta che fu determinante per il miglioramento del Piano nazionale della Prevenzione (Pnp 2014-2018). L’appuntamento scientifico che si è concluso nei giorni scorsi a Capri promosso dalla Società italiana di Igiene ha visto la partecipazione di 150 igienisti, tra operatori sanitari e docenti universitari, provenienti da tutte le regioni d’Italia.
 
“Questo incontro - sottolinea Maria Triassi, presidente del convegno e direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università Federico II di Napoli - ha confermato, anche alla luce delle esperienze in atto, il ruolo fondamentale - sia per l’erogazione diretta delle prestazioni, sia per il coordinamento di tutte le attività di prevenzione e di sanità pubblica delle Aziende Sanitarie ed extra-sanitarie - dei dipartimenti di Prevenzione delle Asl. Il dipartimento di prevenzione va dunque potenziato e razionalmente dimensionato sia in relazione ai bisogni sanitari sia ambientali da affrontare e risolvere, anche in relazione alle dimensioni territoriali, orografiche, turistiche e produttive da servire”. 

Nel corso dell’assise sono state mosse critiche ad alcune recenti normative regionali “per l’assurda soppressione di servizi obbligatori, come per esempio i Servizi di Igiene degli alimenti e della nutrizione (Sian) ed altri Servizi indispensabili per la prevenzione delle malattie di maggior rilevanza sociale come per esempio: le malattie cardiovascolari, i tumori, le patologie dell’apparato respiratorio e le numerose malattie, specie infettive, che possono essere prevenute con vaccini sicuri ed efficaci”. 
 
La rete dei Dipartimenti di Prevenzione
La rete dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl dotati dei servizi obbligatori per legge (decreti legislativi dal 502 del 1992 al 229 del 1999) deve essere ristrutturata – secondo la Siti - riammodernata e resa formalmente responsabile sull’intero territorio nazionale come pilastro responsabile per la promozione della Salute pubblica e la salvaguardia dell’ambiente. “Un presidio indispensabile – continua Triassi - anche per concorrere allo sviluppo sociale ed economico, specie nel Meridione e nelle Isole in relazione anche all’attuale crisi economica e ai rapporti fondamentali con il mondo sempre più globalizzato. Così come due anni fa a Capri si diedero importanti consigli ai decisori nazionali e regionali per migliorare la bozza del pnp (2014-2018), approvato nel novembre 2014 - prosegue Triassi - oggi gli igienisti italiani intendono concorrere a migliorare i Piani regionali di prevenzione quinquennali che stanno per essere approvati in via definitiva dai competenti organismi statali e regionali”.

Secondo Siti la sfida verso un maggior benessere della popolazione passa anche da ambienti di vita e di lavoro più sani e da una reale promozione e tutela della Salute pubblica.

In quest’ottica, “‘Choosing wisely’, ossia scegliere saggiamente anche nelle attività di sanità pubblica - afferma Signorelli - è quanto noi auspichiamo per eliminare le procedure inutili, migliorare l'appropriatezza delle prestazioni e contribuire significativamente alla sostenibilità del sistema. Recentemente - conclude Signorelli - una ricerca americana ha evidenziato 4 pratiche di prevenzione senza evidenze scientifiche e quindi errate e da non applicare: assumere preparati multivitaminici per prevenire patologie oncologiche o cardiovascolari, attivare  screening di massa in sani per il cancro della prostata con dosaggio del Psa, eseguire scansioni total body in soggetti asintomatici per la diagnosi precoce dei tumori, estendere lo screening cervicale oltre i 64 anni”.
 
Nell’ambito delle due giornate del management sanitario anche i lavori del gruppo specialistico di Chirurgia “Club dei due Leoni promosso da Bruno Amato docente e specialista di Chirurgia vascolare alla Federico II di Napoli e Francesco Basile ordinario di Chirurgia generale e e preside della facoltà di medicina dell’Università di Catania. Fari puntati in questo caso sull’organizzazione dei dipartimento medico chirurgici alla luce del nodo del governo clinico, della medicina difensiva e dei turni di lavoro scaturiti dall’applicazione, dallo scorso novembre, dei nuovi turni light in corsia. Sono inoltre intervenuti Claudio Buccelli, presidente della Società italiana di Medicina legale e ordinario della Federico II, e Pietro Forestieri, presidente emerito del collegio italiano dei chirurghi.
 
Ettore Mautone

02 maggio 2016
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