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Accordo sui comparti. Fials: “Una buona notizia, ma non firmeremo contratto per pochi spiccioli”


Il segretario Giuseppe Carbone commenta la sigla sull’accordo. “Sia un’occasione per aggiornare la lunga serie di ritardi e scorrettezze riguardo al rinnovo del contratto”. Resta il problema delle risorse: “Renzi deve considerare la Sanità una realtà che chiede attenzione, che deve far parte dell’agenda del suo Governo così come è avvenuto per la Scuola e la Pubblica Amministrazione”.

14 LUG - Il 13 luglio è stato firmato definitivamente il contratto quadro sui comparti. “Sembrerebbe una buona notizia ma, in realtà”, secondo Giuseppe Carbone Segretario Generale della FIALS, “è l’occasione per aggiornare la lunga serie di ritardi e scorrettezze riguardo al rinnovo del contratto”.
 
“Non bastava che la Corte Costituzionale decretasse l’illegittimità del blocco della contrattazione per violazione della libertà sindacale. Non bastava che a più di un anno dalla sentenza le trattative vere non siano ancora cominciate. Non bastava  che si deve apprezzare la stipula di un contratto quadro che poteva (anzi, doveva) essere fatto sei anni fa. Non bastava che i dipendenti sono ormai rassegnati a vedere non più di dieci euro di aumento dopo sette anni di blocco”, incalza il sindacalista.
 
“Come se tutto ciò non fosse sufficiente”, denuncia Carbone, “nel contratto quadro veniamo a scoprire due righe nuove introdotte dal Governo che lasciano a dir poco perplessi . All’art. 8 è stato inserito un comma 2 che testualmente afferma:  “i contratti collettivi nazionali di lavoro dovranno essere definiti nell’ambito delle risorse finanziarie che si renderanno disponibili”.
 
“Ora – dice ancora - a parte che il contratto quadro doveva semplicemente definire il numero dei comparti e delle aree negoziali, e questo è stato fatto nel pieno rispetto della legge, la sede doveva consentire soltanto scelte tecniche e, sul piano formale,  non avrebbe dovuto contenere altro che le elencazioni delle amministrazioni aggregate nei quattro comparti”.
 
“L’affermazione aggiunta invece”, continua il Segretario Generale FIALS,costituisce una entrata a gamba tesa fuori contesto e fuoriluogo e sul piano sostanziale non significa nulla e ha un tenore vagamente minaccioso ed è del tutto inutile perché riguardo alle risorse per i rinnovi contrattuali tutto è già scritto e non c’era alcun bisogno di infierire ulteriormente sui dipendenti pubblici. Tra l’altro, anche sul piano meramente grammaticale, perché  viene usato  il futuro? Le risorse contrattuali non “si renderanno disponibili” perché già ci sono”.
 
“Saranno pure una elemosina, ma i 300 milioni per le amministrazioni centrali fissate dal comma 466  della legge di stabilità e lo 0,4% per Sanità e Autonomie locali stabilito dal DPCM 18.4.2016 sono ormai acquisite e irreversibili. O dobbiamo forse pensare - insisteCarbone- che con quella frase sibillina sono messe in discussione anche le briciole concesse per il 2016?”.
 
“La FIALS – sottolinea Carbone - non è disponibile a rinnovare il contratto nazionale del comparto sanità con risorse economiche esigue ed offensive della dignità professionale di ogni singolo dipendente, non si sente per nulla vincolata dalla firma posta dalle confederazioni sul contratto quadro che limita i rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici ad un aumento dello 0,4%, poco meno di 10 euro mensili lordi”.
 
“Tanto più – aggiunge - che si attende l’atto di indirizzo del Ministro della Pubblica Amministrazione, Madia, all’ARAN sui rinnovi dei contratti pubblici che limiterebbe, stante le stesse dichiarazioni del Ministro, l’aumento contrattuale solo ed esclusivamente ai dipendenti con un reddito non superiore alle 26 mila euro lordi anno”.
 
“Siamo però certi – prosegue - che la firma del contratto quadro rende possibile ora l’apertura del tavolo negoziale per il rinnovo del contratto nazionale per il personale del comparto sanità tanto più che nella stessa giornata del 13 è stato approvato dal Comitato di Settore il relativo atto di indirizzo”.
 
“Siamo convinti che adesso – prosegue Carbone - non ci sono più alibi o ostacoli normativi per la riapertura della stagione negoziale, ma necessita solo l’adeguamento delle disponibilità economiche per il rinnovo contrattuale”.

 
“Appare decisivo che Il Governo con la legge di stabilità 2017  torni ad investire sui professionisti della sanità, valorizzando la qualità del loro lavoro e delle loro competenze e  il Presidente del Consiglio Renzi - dice ancora Carbone - deve considerare la Sanità una realtà che chiede attenzione, che deve far parte dell’agenda del suo Governo così come è avvenuto per la Scuola e la Pubblica Amministrazione”.
 
“Per tutto questo – conclude Carbone - rimane indispensabile l’implemento delle risorse disponibili per gli aumenti stipendiali, oltre alla estensione anche per i dipendenti pubblici, come è avvenuto per quelli del settore privato,  della decontribuzione e detassazioni delle parti variabili delle retribuzioni, come anche l’estensione al settore pubblico delle agevolazioni del cosiddetto “welfare aziendale”.

14 luglio 2016
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