Lavori usuranti. Snami: “Medici del 118 a rischio per stress e patologie. Hanno diritto ai benefici di legge”
“I medici del 118 sono soggetti a rischio perché sottoposti a forte stress psicofisico ed esposti al contagio di patologie”. Sono queste alcune delle motivazioni che hanno spinto lo Snami, il Sindacato autonomo dei medici, a chiedere che i camici bianchi impegnati nell’emergenza-urgenza siano considerati tra le categorie di lavoro usuranti. Chiesto l'intervento del Governo.
22 NOV - “Il lavoro al 118 Emergenza-Urgenza è usurante”. Lo dice lo Snami, il Sindacato autonomo dei medici, che ha inviato una richiesta formale affinché i medici possano godere degli stessi diritti di tutti coloro che rientrano nelle categorie di lavoro riconosciute come usuranti. Questi particolari trattamenti giuridici e normativi sono contenuti del dlgs 67/2011, (
Accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, a norma dell'articolo 1 della legge 4 novembre 2010 n. 183).
“Colleghi del 118 – ha spiegato
Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami -
sono soggetti a rischio per il forte stress psicofisico e a contrarre altre patologie per il particolare impegno professionale e la specifica tipologia del servizio che si svolge prevalentemente su mezzi mobili, all'aperto, in qualsiasi condizione climatica, ambientale ed ad alta intensità lavorativa”.
“La tutela della vecchiaia – ha continuato
Nino Grillo, medico del 118 di Snami Sicilia e dirigente sindacale nazionale - è uno dei concetti fondativi del sistema previdenziale, e
la definizione di ‘vecchiaia anagrafica’ molto spesso non corrisponde a ‘vecchiaia biologica’. I soggetti aventi pari età e pari contribuzione, dovrebbero avere, dal punto di vista previdenziale, un identico e sostanziale trattamento giuridico e normativo”.
“Ne consegue – ha aggiunto
Vito D’Angelo, responsabile nazionale Snami 118 Emergenza Urgenza - che
riconoscere il lavoro notturno come usurante è corretto ed opportuno in quanto esistono lavori che creano nel tempo differenziali in riferimento all’aspettativa di vita e alla capacità lavorativa di cui il sistema previdenziale deve farsi carico, garantendo a tutti il diritto a una condizione di quiescenza in uno stato di salute soddisfacente ed una sicurezza economica equa”.
“Per tutto ciò – ha concluso Angelo Testa -
il sindacato Snami chiede un adeguato intervento normativo in cui il Governo si dovrà fare carico di compensare il mancato versamento dei contributi per la parte ritenuta usurante nei confronti dei medici interessati”.
22 novembre 2017
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