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Covid. Fials: “Inaccettabili 66mila precari tra gli operatori reclutati per l’emergenza”


Per il segretario generale, Giuseppe Carboni, assicurare “contratti degni” agli operatori sanitari assunti sarebbe “un segnale di civiltà”. Ma per il sindacato preoccupano anche le “scelte miopi e prive di avvedutezza politica”. Ad esempio, “nelle isole 2.550 infermieri reclutati, di cui solo 5 assunti a tempo indeterminato”. Per Carbone “occorrono stime con il più davanti per rafforzare il Ssn”.

04 GIU - “Stanno traghettando l'Italia fuori dall'emergenza con un'opera incessante da oltre 15 mesi”. Ma “rimane vergognosamente basso il trattamento stipendiale riservato loro: con 1.400 euro al mese, gli infermieri faticano da anni ad affrontare il quotidiano, in più ora c'è un esercito di oltre 66mila precari, certificati dalla Corte dei conti, che ha calcolato solo 17.151 tempi indeterminati assegnati a medici, infermieri e altre professioni sanitarie su un totale di 83.180 assunti per l'emergenza. Una cosa inaccettabile”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, interviene alla luce dei recenti dati pubblicati dalla Corte dei conti.

Nel dettaglio, su 31.990 unità di personale infermieristico assunto, 8.757 sono a tempo indeterminato, e su 21.414 medici solo 1.350. Stessa scena per quanto riguarda le altre professioni sanitarie, che vedono 7.044 assunzioni vere a fronte dei 29.776 reclutamenti per la pandemia. “Dall'elaborazione dei dati recentemente pubblicati - prosegue Carbone - emergono scelte miopi e prive di avvedutezza politica da parte delle varie aree geografiche coinvolte. In particolare le isole svettano per colpevole penuria di contratti stabili con 2.550 infermieri reclutati, di cui solo 5 assunti a tempo indeterminato. Mentre per le altre professioni sanitarie si registra l'indecenza di 2 assunzioni definitive su 4.013 reclutamenti”.

Anche “il Sud si attesta su numeri davvero spaventosi con 690 contrattualizzati a tempo indeterminato a fronte di 8.085 reclutamenti”.
“Inutile lamentarci - osserva il segretario generale Fials - che i nostri giovani se ne vadano all'estero e che nel Paese cresca la denatalità: è chiaro che tutti i proclami e le dichiarazioni d'intenti cui abbiamo assistito negli scorsi mesi non hanno portato nessun reale cambiamento”.

Ma non è andata molto meglio nelle altre aree del paese. “Secondo la Corte dei conti - ricorda la Fials -nel Nord Ovest su 7.032 infermieri reclutati per la pandemia, abbiamo 1.144 tempi indeterminati; il Nord Est ha assunto in modo definitivo 3.370 infermieri su 7.567; mentre il centro Italia ha reclutato 6.756 di cui 3.548 tempi indeterminati. Anche i dati delle altre professioni sanitarie seguono un andamento similare e non incoraggiano affatto: nel Nord Ovest il rapporto tra assunti a tempo e stabilizzati è di 7.666 a 405, nel Nord Est di 5.381 a 2.119, e nelle regioni centrali di 5.403 a 1.953”.

“Sono stati creati posti di lavoro senza futuro - rimarca Carbone - ma non possiamo permetterci di perdere il patrimonio di esperienza e professionalità costituito da decine di migliaia di precari tra infermieri, oss, tecnici, professionisti, ostetriche, personale amministrativo e di assistenza, indispensabile per mandare avanti i servizi alla salute e realizzare l'ambizioso disegno del Pnrr. Soprattutto trovo inappropriato che si vedano negata qualunque certezza dopo oltre un anno di trincea”.

“Vengano completate le ricognizioni non ancora effettuate dei necessari fabbisogni di personale nelle aziende ospedaliere e sanitarie - conclude il segretario nazionale della Fials - anche tenendo conto dei pensionamenti che si prevedono per l'anno in corso. Occorrono stime con il più davanti per rafforzare il SSN e rispondere alla domanda di sicurezza dei cittadini che tutti consideriamo ineludibile”.

04 giugno 2021
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