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Quale futuro per gli "operatori socio sanitari". Ecco il documento Ministero-Regioni

di Saverio Proia

Le ultime stime parlano di circa 150 mila Oss. Ma un numero certo non esiste. Pertanto la prima cosa da fare sarà censirli, verificando anche percorsi formativi e organizzazione del lavoro. In ballo l'evoluzione di questa figura professionale. Ma la decisione sul "come" spetterà alla "politica". Il testo del documento

10 LUG - Dopo un lungo periodo di confronti il Tavolo tecnico “ Ministero-Regioni  su ruolo, funzioni, formazione e programmazione del fabbisogno dell’operatore sociosanitario”, istituto presso il  Ministero della Salute, nella sua ultima riunione del 4 luglio scorso è stato approvato il documento che affronta tutta la problematica di questo profilo professionale, ormai componente fondamentale ed indispensabile dell’équipe assistenziale.

Il documento, ora all’esame della parte politica Ministro e Regioni, ha registrato il consenso di tutte le componenti del Tavolo : oltre ai dirigenti del Ministero e del Coordinamento della Commissione Salute delle Regioni,  le segreterie nazionali di Cgil-Fp, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Fsi – Usae, Nursing Up, La Federazione Nazionale Collegi Ipasvi, Federazione Nazionale Collegi Ostetriche Ed Il Migep.

Con questa intesa tra le parti interessate si sono  affrontate le questioni relative al  ruolo, funzioni, consistenza numerica, fabbisogni e formazione attuali di questa figura professionale concordando di intervenire in sinergia congiuntamente a livello nazionale, regionale e territoriale per:

- rilevare i numeri reali degli OSS, ad oggi formati e impegnati, nei settori sanitario e socio sanitario (pubblico, privato e terzo settore) e programmare, di conseguenza, gli eventuali nuovi fabbisogni;

- approfondire e analizzare i diversi modelli organizzativi, che prevedono l’impiego degli OSS, per evidenziarne eventuali criticità e differenze tra le regioni e i territori, promuovendo la diffusione delle sperimentazioni più avanzate;

- uniformare e migliorare l’attività formativa destinata agli OSS, che dovrà essere svolta a cura e sotto la responsabilità dei Servizi Sanitari Regionali in collaborazione con i  Servizi Sociali degli Enti Locali, monitorando il livello di competenza acquisita;

- completare senza ritardi la riqualificazione degli altri operatori esistenti (OTA, OSA, ASA, ADEST, ecc.);

- promuovere  un corretto impiego degli  OSS, in coerenza con l’Accordo Stato Regioni del 2001 istitutivo del profilo;

- promuovere l’aggiornamento permanente anche dell’operatore sociosanitario.

I componenti del Tavolo hanno poi convenuto sulla necessità che sull’eventuale evoluzione di questo profilo in un altro con più avanzate competenze  si esprima la parte politica.

Il documento approvato, se condiviso dalle Regioni, si potrebbe configurare quale una positiva intesa tra le parti interessate per contribuire ad avviare a soluzioni i complessi problemi dell’inserimento di questo operatore nei servizi sanitari, sociosanitari e sociali e della sua programmazione del fabbisogno e della competenza formativa.

Saverio Proia
 

10 luglio 2012
© Riproduzione riservata

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