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Tra Dm 70 e Dm 71 rischiamo di consegnare il Ssn al privato

di Guglielmo Lanza

20 GIU -

Gentile direttore,
il Servizio Sanitario Nazionale sta morendo, colpito dalla più grande crisi di sistema che abbia mai vissuto prima d’ora, che ne sta progressivamente destrutturando le fondamenta. Le cronache di questi tempi sono la rappresentazione plastica di quello che sta accadendo: pronto soccorso sovraffollati, liste d’attesa infinite, aggressioni subite dai sanitari, abbandono dei medici che se ne vanno dal pubblico, cessione di pezzi di sanità pubblica al privato senza nemmeno passare attraverso l’accreditamento, sfruttamento degli specializzandi per coprire il vuoto di medici in ospedale, carenza di medici di medicina generale in molti territori del paese con l’idea assurda, dell’assessora alla sanità della Lombardia Letizia Moratti, di poterli sostituire con gli infermieri.

Con tutto questo, ciò che lascia veramente sconcertati è il non voler comprendere da parte di chi ne avrebbe il dovere, che quella che abbiamo di fronte è una crisi complessa, con radici molto profonde, che affondano in tutto il sistema di prevenzione, cura ed assistenza e che sono state messe allo scoperto in maniera tanto drammatica quanto evidente dalla pandemia.

A fronte della gravità di una crisi di sistema che dovrebbe essere affrontata doverosamente nella sua globalità, evidenziando, smontando ed analizzando pezzo dopo pezzo i determinanti che l’hanno provocata, la risposta data, ad una realtà complessa, invece è debole e semplicistica. Si affronta ancora una volta il problema in maniera frammentata mantenendo, se non addirittura accentuando l’assurda separazione fra quelli che vengono assurdamente visti come mondi separati: promozione della salute, prevenzione, ospedale e territorio; un'impostazione che tanti danni ha prodotto nell’accesso alle cure e nella presa in carico dei cittadini, dentro e fuori dagli ospedali, anche prima che la pandemia esplodesse.

Pensare di poter rimettere in piedi il Servizio Sanitario Nazionale così come si sta facendo, con interventi spot, prima mettendo mano all’assistenza territoriale con il DM 71, poi con il DM 70 sugli standard ospedalieri di cui sta circolando la bozza, ed infine con il riordino dei dipartimenti di prevenzione di cui per altro poco o nulla si sa, perpetuando in tal modo la separazione dei mondi, senza una vera risposta riformatrice che sposti finalmente il focus dalle tecnostrutture ai processi, significa non voler capire o fingere di non voler capire quello che la pandemia ha messo in luce in modo impietoso: ovvero che prevenzione, territorio ed ospedali dovrebbero essere ricomposti in un unico mondo. Il DM 71 propone qualche standard organizzativo e di personale ma non fornisce alcuna risposta in termini di organizzazione dei servizi nei territori, lasciando campo libero alle Regioni. Anche la bozza di revisione del DM 70 reitera i presupposti tutti sbagliati del Decreto originario dei 3.7 posti letto per mille abitanti, definito dal criterio tutto economicistico dei costi standard. Un combinato disposto tra DM 70 E 71 di cui è fin troppo facile prevedere gli effetti: quello di consegnare definitivamente al privato la salute dei cittadini di questo paese.

In un tale contesto di fortissima incertezza sul futuro del Servizio Sanitario Nazionale, Il prossimo contratto collettivo nazionale di lavoro della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e delle professioni sanitarie, come proposto nella piattaforma della Fp Cgil, deve rappresentare un’occasione per orientare Regioni ed Aziende sanitarie verso una innovativa organizzazione del lavoro, prima di tutto proseguendo nel percorso di valorizzazione dei professionisti già avviato con il contratto 2016 – 2018. Nel sistema di assegnazione degli incarichi, andranno ricercate soluzioni che vadano a stimolare l’accesso al SSN dei professionisti, l’integrazione, la trasversalità degli interventi di prevenzione, cura ed assistenza e le interrelazioni con interlocutori esterni al mondo sociosanitario, in un’ottica di progressivo superamento dell’attuale approccio soggettivo che caratterizza i vigenti modelli di organizzazione in campo sanitario, perseguendo un approccio sistemico, attento ai determinanti di salute, che valorizzi i processi più che la singola prestazione e che favorisca le funzioni di coordinamento anziché la struttura organizzativa.

Tutto ciò potrà avvenire solo se proprio con il prossimo CCNL sarà valorizzato il ruolo centrale delle relazioni sindacali, recuperando gli spazi di confronto e contrattazione nell’organizzazione del lavoro che gli sono stati progressivamente sottratti da precise scelte politiche incentrate sull'autoritarismo e sull'autoreferenzialità gestionale che, come i fatti dimostrano, hanno prodotto frammentazione e sprechi.

Guglielmo Lanza

Segreteria Nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN



20 giugno 2022
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